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Dove la pena di morte è più eseguita

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L’Italia è la terra di un personaggio ormai dimenticato, che però fece moltissimo per l’avanzare della cultura giuridica mondiale: Cesare Beccaria. L’autore si batté con forza, da un punto di vista razionalistico, contro la pena di morte e la tortura, eppure la sua opera non ha avuto ovunque successo.

Secondo l’analisi annuale di Amnesty International sulla pena di morte, lo scorso anno sono state messe a morte almeno 883 persone. Tuttavia, come riporta Anna Fleck di Statista, il numero reale è probabilmente molto più alto, poiché diversi Paesi non pubblicano dati accurati, tra cui Corea del Nord, Vietnam e Bielorussia.

In Cina, dove i numeri rimangono un segreto di Stato, si ritiene che ogni anno vengano giustiziate e condannate a morte migliaia di persone.

Come mostra il grafico di Statista, l’Iran è secondo solo alla Cina con almeno 576 persone giustiziate nel 2022, con un aumento del 55% rispetto all’anno precedente.

I reati alla base di queste esecuzioni sono per lo più legati alla droga e all’omicidio, mentre 18 sono state commesse per moharebeh (inimicizia contro Dio), che può essere collegata alle proteste per la morte di Mahsa Amini.

Amnesty International rileva che anche l’Arabia Saudita ha registrato un aumento significativo delle condanne a morte dal 2020, passando da 27 a un record di 196 morti, 83 dei quali sono stati giustiziati per reati legati al terrorismo. In totale, 55 Paesi hanno ancora la pena di morte, 20 dei quali hanno registrato esecuzioni nel 2022.

Negli Stati Uniti, nel 2022 sono state registrate 18 esecuzioni in sei giurisdizioni. Si tratta di Alabama (2), Arizona (3), Mississippi (1), Missouri (2), Oklahoma (5) e Texas (5). Nel frattempo, sono state registrate 21 nuove condanne a morte in 12 Stati. Tra questi vi sono: Alabama (3), Arizona (1), California (2), Florida (5), Georgia (1), Louisiana (1), Mississippi (1), Missouri (1), North Carolina (2), Oklahoma (1), Pennsylvania (1) e Texas (2).

Vale la pena notare che, mentre il 2021 ha visto un aumento del 20% rispetto all’anno precedente, entrambi gli anni hanno rappresentato il numero più basso di esecuzioni dall’inizio dei registri di Amnesty International nel 2010. Questa pausa, probabilmente dovuta alla sospensione delle esecuzioni a causa della pandemia, sembra essere finita, con le cifre che hanno raggiunto il punto più alto dal 2017.


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