Attualità
Dopo il Referendum il Venezuela ordina l’immediata esplorazione delle risorse petrolifere nell’area contesa con la Guyana. L’anticamera dello scontro militare
Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha ordinato l’avvio immediato dell’esplorazione e dello sfruttamento delle riserve petrolifere nella regione dell’Essequibo, il territorio conteso che i venezuelani hanno votato per l’annessione.
Secondo quanto riportato dall’AP, il presidente Maduro ha dichiarato di “concedere licenze operative per l’esplorazione e lo sfruttamento di petrolio, gas e miniere nell’intera area del nostro Essequibo”.
Ha anche emesso un ordine per la creazione di filiali locali delle compagnie petrolifere e minerarie statali, PDVSA e Corporacion Venezolana de Guayana.
Il Parlamento venezuelano non ha ancora approvato una legge che stabilisca la giurisdizione del Venezuela sulla regione dell’Essequibo, che rappresenta due terzi del territorio della Guyana e dove si concentrano le sue ricchezze petrolifere, ma, visto il controllo stretto del governo sull’assemblea, sembra una formalità.
La Guyana ha rifiutato di accettare i risultati del referendum venezuelano, affermando che si trattava di un tentativo di annessione della maggior parte del suo territorio, anche dopo che la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che l’Essequibo fa parte della Guyana. Il governo venezuelano ha dichiarato di non riconoscere la giurisdizione della Corte Internazionale di Giustizia sulla questione.
L’Essequibo fece parte del Venezuela durante il suo periodo coloniale, ma alla fine del XIX secolo un arbitrato internazionale come segnò il territorio alla Guyana, allora colonia britannica. Il Venezuela non ha mai accettato la decisione dell’arbitrato, ma per la maggior parte del tempo da quando è stata presa non ha agito in base alle sue rimostranze.
Dopo il referendum dello scorso fine settimana, la Guyana ha dichiarato che chiederà aiuto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU se il Venezuela farà ulteriori passi per stabilire il controllo sulla regione dell’Essequibo.
Il procuratore generale dell’ex colonia britannica ha dichiarato all’AFP che “qualsiasi azione o tentativo di azione in seguito al referendum richiederà il ricorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite come parte lesa”.
Mentre Maduro ha annunciato ieri l’istituzione di una Zona Operativa di Difesa Completa per la regione dell’Essequibo, il procuratore generale della Guyana ha dichiarato che “in termini militari, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite può autorizzare l’uso di forze armate da parte degli Stati membri per assistere all’applicazione della legge”.
Il Brasile, ormai da una settimana, sta rafforzando la propria presenza militare ai confini del Venezuela, inviando truppe nella capitale del Roaraima, Boa Vista, lo stato confinante con il venezuela. Per ora si tratta solo di una brigata corazzata, circa seicento uomini che aumenteranno le proprie attività di controllo sul confine.
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