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Analisi e studi

Dopo Evergrande: il mercato immobiliare cinese è congelato. Possibile importante calo del PIL mondiale

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Sinora la crisi della cinese Evergrande sembra superata, in parte, nei mercati finanziari e nell’economia mondiale, ma si tratta solo di un effetto ottico e propagandistico. In realtà il mercato immobiliare cinese, come nota il Financial Times, sembra essere completamente congelato e questo rischia di essere un problema in primis per la Cina, ma anche per l’economia mondiale.

Stanno iniziando a emergere alcune crepe molto inquietanti nel mercato immobiliare cinese, che secondo Goldman è la più grande classe di attività a livello globale, affermazione più che credibile, considerando che la sola Evergrande ha teorici asset immobiliari per 60 mila miliardi di dollari.

In una lettera al governo municipale di Shaoxing nella provincia orientale dello Zhejiang, l’ufficio locale dello sviluppatore immobiliare Sunac China ha fatto appello per “assistenza politica” mentre stava lottando per quello che ha definito un “punto di svolta nel settore immobiliare cinese”.

“Non abbiamo mai sperimentato un cambiamento così radicale nell’ambiente esterno”, ha affermato l’ufficio di Sunac a Shaoxing, indicando un calo del 60% su base annua delle vendite di case durante l’estate.

“Il mercato è quasi congelato”, ha aggiunto nella lettera, riportata per la prima volta dal Financial Times. “Il cambiamento radicale nella politica e nell’ambiente economico ha seriamente interrotto la nostra attività e reso molto difficile il mantenimento della normale operatività”.

L’improvviso, brusco crollo del mercato immobiliare cinese è mostrato nei grafici sottostanti che mostrano prima di tutto come le transazioni di terreni edificabili, per la prima volta, siano in calo nonostante l’aumento di soazi disponibili. Quindi, novità assoluta, ci sono lotti edificabili non utilizzati:

Nello  stesso tempo le transazioni immobiliari nelle maggiori 30 città cinesi sono calate del 45% al di sotto dei livelli del 2020.

 

Mentre il crollo delle transazioni è indotto dal calo della domanda, ci sono anche preoccupazioni che un’insolvenza di Evergrande e un eventuale collasso potrebbero portare a una crisi dell’offerta.  A luglio una città cinese ha interrotto le vendite di due progetti Evergrande accusando lo sviluppatore in difficoltà di aver sottratto fondi depositando solo una parte dei proventi delle vendite di abitazioni nei conti di garanzia. Per garantire che Evergrande non dirotta questi fondi, questo mese l’ufficio immobiliare del distretto di Nansha ha creato un conto di deposito a garanzia con il proprio nome per incassare i proventi degli acquirenti di case di Evergrande, tagliando l’accesso diretto al denaro da parte dello sviluppatore.

La mancanza di fondi ha già portato a un arresto della costruzione di alcune proprietà immobiliari incompiute, innescando disordini sociali tra gli acquirenti. Nel Guangzhou, gli acquirenti hanno circondato un ufficio immobiliare locale all’inizio di questo mese per chiedere a Evergrande di riavviare la costruzione. Chi ha investito anche parzialmente negli immobili, magari nella propria casa, la vorrebbe vedere finita, ma la crisi Evergrande insieme a problemi nel settore energetico viene a porre dei freni produttivi che ne ritardano la conclusione. Al blocco della domanda rischia di corrispondere un blocco dell’offerta.

Purtroppo, come sottolinea Goldman Sachs, il mercato immobiliare cinese ha un peso enorme nella ricchezza della Cina, con legami molto stretti sia con i consumi sia con il settore del risparmio e degli investimenti. Il governo del resto ha spinto verso gli investimenti immobiliari in passato. Ecco un grafico che mostra i legami case-economia:

Goldman Sachs ha creato tre diversi scenari per quantificare l’effetto del rallentamento economico nell’economia:

L’effetto del rallentamento dell’immobiliare cinese avrà sull’economia un effetto variabile fra il -1,5% nel migliore dei casi al -4% del peggiore dei casi.

Come questo disastro nella crescita cinese si trasmetterà al resto del mondo? La Cina ha agito come un enorme turbocompressore per la crescita globale dall’inizio del secolo ed è responsabile di oltre un terzo della crescita del PIL mondiale.

Adesso la Cina giudica questa crescita legata all’immobiliare “Di bassa qualità”, e anche per questo Xi Jinping la vuole contenere. Però gli effetti generali sull’economia rischiano di essere importanti, e non solo per la Cina, ma per tutto il globo. Nella peggiore delle ipotesi potremmo assistere a una componente negativa pari a circa 1,2% alla crescita dovuto al mercato immobiliare cinese, il tutto in un momento in cui la crescita post covid sta rallentando.


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