Esteri
Domani bilaterale Italia-Germania a Roma, i dossier sul tavolo

L’indiscrezione del giornale tedesco Die Welt su un presunto sabotaggio operato dal partito dei socialdemocratici tedeschi per eliminare il nostro paese dall’elenco dei partner strategici, se confermata, sarebbe certamente un fatto grave dal punto di vista formale, ma non avrebbe alcun effetto su quello che resta un rapporto imprescindibile per molti motivi, non solo economici. Lo scorso anno l’ingterscamdbio commerciale tra i due paesi ha raggiunto la cifra di 156 miliardi di euro, che seppur in calo del 4% rispetto all’anno precedente, rappresenta il terzo livello piu alto di sempre nei rapporti commerciali tra Germania ed Italia. E già questo fa capire come sia impensabile non considerare il nostro paese partner strategico per l’industria tedesca. L’Italia è la seconda manifattura in Europa piu grande proprio dietro alla Germania. La Germania ha inevitabilmente le maggiori interconnessioni industriali proprio con il nostro paese. Si tratta di un binomio che non è mai stato scalfito e che adesso con due premier di centro destra non può che rafforzarsi.
Su questo sembra non aver dubbi nemmeno Frank-Walter Steinmeier, presidente federale tedesco, che in una intervista al Corriere della Sera ha affermato: “Pochi Paesi sono legati da rapporti così stretti come Italia e Germania. Le nostre relazioni sono profonde sul piano politico e umano e caratterizzate da una particolare fiducia. L’Italia è, e rimane, per i tedeschi il Paese della nostalgia, la Sehnsucht, e io condivido questa passione ormai quasi leggendaria dei miei connazionali. Anche a livello politico l’Italia è uno dei nostri partner più stretti. Come membri fondatori dell’Unione Europea, lavoriamo fianco a fianco per la nostra Europa comune. Sappiamo che soltanto insieme possiamo superare le grandi sfide dei nostri tempi. Insieme possiamo contrapporre soluzioni convincenti alle crescenti forze centrifughe e ai grandi semplificatori in Europa, rilanciare la crescita, combattere la disoccupazione e offrire prospettive vere alle giovani generazioni”.
Per questo motivo il bilaterale di domani alle 18 a Palazzo Chigi assume grande importanza e rappresenta per Giorgia Meloni l’occasione per rinsaldare i rapporti, dopo un certo raffreddamento verificatosi con l’ex cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz. Paradossalmente il fatto che ora l’Italia sia diventato un paese credibile ed affidabile grazie proprio al lavoro di Giorgia Meloni, evidentemente da fastidio a chi come i socialdemocratici tedeschi devono far fronte ad una crisi di consensi di fronte all’avanzata del partito di estrema destra dell’AFD. Il fatto che l’Italia proprio sotto un governo di centro destra abbia raggiunto livelli di credibilità ed affidabilità come poche volte nella storia, non può che dar fastidio a chi ha grandi problemi interni con i partiti di destra. Lo stesso discorso può valere, infatti, anche per Macron in Francia.
Saranno diversi i dossier su cui Meloni e Merz si confronteranno domani, a cominciare da quello sulla migrazione, dove i due sembrano avere le stesse idee, o ancora quello legato alla revisione del green deal soprattutto per il settore automotive, che rappresenta una fetta importante del Pil per la Germania e che vede i due paesi impegnati sullo stesso fronte per cercare di modificare le regole troppo stringenti sulle auto, a cominciare da quella sul divieto dei motori a benzina dal 2035. Mer< ha bisogno di far fronte comune con l’Italia per cercare di arrivare ad un compromesso con la Commissione europea (e qui anche il ruolo di Raffaele Fitto, sempre piu uomo forte della Commissione Von der Leyen, può essere determinante) per arrivare ad una revisione delle regole green troppo stringenti.
A Palazzo Chigi, malgrado un certo fastidio con cui è stata accolta la mossa di disturbo del SPD, c’è grande fiducia sull’esito dell’ incontro di domani per cercare di creare quell’asso con la Germania almeno su alcuni di questi punti. D’altra parte mai come ora forse il nostro paese può far valere il suo ruolo centrale in Europa, dopo anni di sostanziale irrilevanza di fronte allo strapotere franco-tedesco. Melo potrà parlare con l’omologo tedesco forte della sua riconosciuta autorevolezza internazionale ormai raggiunta. Nel bilaterale verrà anche affrontato il tema dei dazi Usa, che colpirebbero soprattutto la Germania, primo partner commerciale in Europa degli Usa. E’ evidente come Merz non possa prescindere dalla Meloni per avviare trattative oltre oceano e disinnescare la mina dei dazi, che in una situazione già non rosea dal punto di vista economico, potrebbero rappresentare la mazzata finale per la Germania e di conseguenza mettere già in discussione il governo di coalizione, partito con l’handicap della prima bocciatura al Bundestag per il nuovo cancelliere.
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