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Analisi e studi

Ecco perchè il dollaro sale (assieme alle borse): stanno manipolando i mercati per abbattere il Dominus americano. Ecco come

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Guerra delle valute in corso. Seguirà guerra vera?

Le grandi verità sono di norma fatti semplici sebbene molto ben celati, in quanto nascondono enormi interessi. Oggi abbiamo il dollaro in rafforzamento sebbene gli USA stiano vivendo uno dei momenti più difficili della loro storia recente, sia economicamente che politicamente. A livello interno ed esterno è davanti agli occhi di tutti come Trump, il primo presidente da JFK ad essere economicamente indipendente, sia sotto attacco da parte del deep state (Trump NON è comprabile con qualche milione di dollari di regalie; proprio come J. F. Kennedy – poi assassinato – anche lui ricchissimo).

Per inciso, JFK era molto più ricco anche di Trump… la famiglia Kennedy era una delle più ricche d’America!!!

Vediamo invece ogni giorno gli sferzanti attacchi contro l’amministrazione Trump, nonostante i successi quanto meno parziali nel correggere i disastri lasciati da Obama in politica estera e interna, ricordiamo ad esempio il debito federale letteralmente raddoppiato in soli 8 anni da Obama pur senza correggere gli squilibri che causarono la crisi subprime. Lato estero obiettivamente la riappacificazione delle due Koree merita uno speciale plauso, sono 60 anni che ci provavano senza riuscirci. Eppoi inequivocabilmente il corrente presidente ha tentato di ridurre gli scenari di guerra in cui gli USA sono stati impelagati grazie ad Obama – ad. es. la Siria ed indirettamente la Crimea -, spesso come conseguenza di interessi privati della Fondazione Clinton (che secondo Wikileaks era consulente del Qatar per l’implementazione della pipeline gas, ndr)

Inoltre molte aziende iconiche e sistemiche americane stanno davvero soccombendo, prima fra tutte la mitica Generale Electric, la cui divisione finanziaria potrebbe anche fallire causa debito (la sezione ipoteche, …).

Manipolazione dei mercati (1)

Uno si chiede dunque perchè il dollaro salga, ben sapendo che ogni guerra americana è coincisa con un crollo del dollaro nel breve-medio termine (oggi con l’Iran i venti di guerra sibilano in modo impressionante).

                                                                              Manipolazione dei mercati (2)  Il motivo è semplice: è in corso una enorme manipolazione delle valute da parte delle banche centrali di paesi competitor degli USA, usando il sistema BNS, la banca nazionale svizzera: or dunque, Berna da anni compra dollari e vende franchi per tenere bassa la valuta della Confederazione, dollari poi re-impiegati comprando azioni USA (oggi uno dei principali azionisti di Apple, Amazon e Facebook è lo Stato Svizzero). Dunque le borse USA salgono e trainano quelle mondiali. La stessa cosa viene oggi copiata anche da altre più importanti banche centrali, ad es. quella giapponese, certamente a livello locale ma probabilmente – indirettamente – anche a livello estero (…).

Si dice che la Cina faccia lo stesso e pure le banche del sistema BCE, ad esempio la Banca d’Italia ha incredibilmente in portafoglio azioni americane. Dunque, oggi che gli USA sono deboli qualcuno pensa che bisogna dare a Washington il colpo di grazia, per farla capitolare dal ruolo di dominus globale. Da qui la manipolazione delle banche centrali straniere oggi in guerra commerciale con gli USA; il che spiegherebbe perchè le borse continuano a salire sempre e comunque: in realtà è una conseguenza della guerra delle valute, che sta gonfiando una bolla mai vista nei mercati azionari ed obbligazionari.

Manipolazione dei mercati (3)

Tecnicamente tale giochetto, visto che le banche centrali possono stampare carta all’infinito, può durare appunto per sempre. Fatto salvo che:

  1. o si blocchi la convertibilità delle valute

  2. o, a medio termine, la domanda dell’economia reale non richieda più i prodotti delle aziende quotate in borsa, facendone crollare i conti;

  3. o crollino i consumi in generale andando in depressione.

O, (4) alternativa più probabile, a seguito di un macro evento: una guerra o qualcosa d’altro (vi evito la teoria dell’inelasticità della domanda per selezionati prodotti e gli effetti sui consumi voluttuari, …).

Dove saranno mai finiti tutti questi contanti? In Qatar? Magari assieme ai soldi della Fondazione Clinton? Mah…

Guarda caso oggi l’attacco al dollaro – facendolo indebitamente rafforzare – è dovuto alla volontà di Pechino e Berlino-Parigi di spingere Washington ad evitare di cancellare l’accordo con l’Iran nei prossimi giorni, sforzo dietro a cui si nascondono enormi interessi europei e cinesi e forse anche grandi mazzette per l’amministrazione Obama e clintoniani al seguito, visto che dei 1.3 miliardi di dollari (in biglietti da 100 dollari) pagati a Teheran nel  2015 suppostamente per l’accettazione dell’accordo si sono perse le tracce (…).

Ecco come appaiono 1.3 mld USD in contanti in biglietti da 100 USD! Alla faccia della lotta al contante…

Chiaro, se le nomine di Trump fossero state approvate come dovevano – invece i Dem ed il deep state stanno bloccando tutte le nomine cruciali di Trump andando anche contro gli interessi americani, è così che si fottono gli imperi, ndr – state certi che, avendo ad es. il controllo della Fed, il dollaro sarebbe già a 1.50 (ad es. Marvin Goodfriend, un super tecnico dell’economia avallato anche dal mitico FT).

Si, perchè se il dollaro si svalutasse come dovrebbe le importazioni USA scenderebbero correggendo il deficit commerciale ed indirettamente anche quello delle partite correnti, la solita medicina che si usa in queste situazione. Proprio quello che Trump reclama da tempo, evitando le provocazioni reciproche tra pesi massimi dietro a cui si nascondono invece motivi prettamente economici.

Qui entra in ballo il vero problema: se è vero che i paesi competitor degli USA (Cina e EU franco-tedesca) vogliono per ragioni diverse abbattere il dominus globale americano sottraendogli aree di influenza, questi però NON possono fare a meno dei consumi a stelle e strisce. Ossia tali paesi vorrebbero che gli USA retrocedessero dal ruolo storico di dominus globale oltre a perdere l’egemonia del dollaro: ma comunque che gli USA continuassero a consumare i loro prodotti, indebitandosi. Assurdo.

Certo, con un travet come Obama alla Casa Bianca si poteva anche sperare di riuscirci: in effetti i poteri coloniali storici potrebbero aver usato con lui il metodo storicamente usato coi politici italiani, gli dai – che so – la paghetta per qualche libro pubblicato postumo e nel mentre gli fai prendere decisioni contrarie agli interessi del suo paese, appunto il “metodo coloniale”.

Con Trump invece fanno molto più fatica in quanto, semplicemente, The Donald NON ha bisogno di soldi…

Chi scrive scommette sul macro evento per uscire dal cul de sac in cui il Presidente USA si è trovato dopo la sua inaspettata vittoria elettorale. Anche perchè NON ha alternative.

MD

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PS:

In ogni caso sappiatelo, quando le borse crolleranno i primi responsabili saranno proprio le banche centrali che scientemente, per motivi prettamente politici, hanno gonfiato una bolla finanziaria mai vista nella storia umana


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