Analisi e studi
Il dollaro debole: una strategia per il rilancio economico USA?
Tutti vedono il dollaro ai minimi come un segnale di crisi. In realtà, è una mossa voluta da Trump per rilanciare l’export USA. Scopri come la svalutazione funziona da “dazio naturale”.

Il dollaro USA ha toccato i minimi degli ultimi tre anni, con l’indice del dollaro sceso verso 97, il livello più basso da febbraio 2022. Questo indebolimento, spesso interpretato come una perdita di fiducia negli asset in dollari, è in realtà coerente con la strategia di Donald Trump per rilanciare la produzione interna. La svalutazione del dollaro agisce come un “dazio naturale”, favorendo le esportazioni USA e rendendo i prodotti americani più competitivi sui mercati globali.
Ecco il relativo grafico sull’indice del dollaro.
Durante la recente testimonianza al Congresso, il presidente della Fed Jerome Powell ha adottato un tono marcatamente accomodante, suggerendo che, in assenza di pressioni inflazionistiche derivanti dai dazi, la Fed proseguirebbe con il ciclo di tagli dei tassi. I mercati ora stimano una probabilità del 23% per un taglio a luglio e del 93% a settembre. Inoltre, Trump potrebbe annunciare il prossimo presidente della Fed già a settembre o ottobre, creando una struttura di leadership “ombra” che potrebbe orientare la politica monetaria in senso più espansivo. Perché l’indebolimento del dollaro sembra un effetto voluto, non qualcosa di casuale.
Nel frattempo, la Casa Bianca ha smorzato le tensioni sui mercati, minimizzando l’importanza delle scadenze tariffarie e riducendo i timori di un conflitto commerciale prolungato. Il dollaro si è indebolito a un minimo di tre anni e mezzo contro euro e sterlina, toccando livelli bassi anche contro altre valute principali. Tuttavia, questo scenario favorisce accordi bilaterali, come la recente proposta USA all’UE di un dazio del 10% abbinato a maggiori acquisti di GNL, resa possibile proprio dalla svalutazione. La svalutazione del dollaro nei confronti dell’Euro è una specie di “Dazio naturale” che rende meno pressante la necessità di un dazio imposto e facilita le tattative commerciali.
Intanto la bilancia commerciale USA è leggermente peggiorata a maggio rispetto ad aprile, ma si tratta di un aggiustamento atteso, visto che i dazi sono stati più annunciati che applicati. Siamo comunque al deficit commerciale minimo dallo scorso ottobre:
Dal 2023, i rendimenti dei titoli USA decennali sono rimasti stabili, nonostante i rialzi dei tassi della Fed, segnalando una fondamentale stabilità del sistema finanziario.
Un dollaro più debole non è necessariamente un segnale negativo: al contrario, supporta la strategia di Trump per rafforzare l’economia interna, stimolare la produzione e negoziare accordi commerciali vantaggiosi. In un contesto globale di transizione economica, questa flessibilità valutaria potrebbe rivelarsi un’arma strategica per gli Stati Uniti.
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