Euro
Discussione sulle problematiche dell’Euro (parte terza)
Roberto Frenkel, teorico del Ciclo di Frenkel
Fiducioso che avrete gradito sia il primo che il secondo capitolo del Pamphlet di Tancredi Vella, oggi vi posto la parte finale. Per vostra comodità, riportiamo in apertura il link al primo.
Enjoy yourself!
Maurizio Gustinicchi
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Link al capitolo 1: https://scenarieconomici.it/discussione-sulle-problematiche-delleuro-parte-prima/
Link al capitolo 2: https://scenarieconomici.it/discussione-sulle-problematiche-delleuro-parte-seconda/
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3 CICLO DI FRENKEL
Quanto fino ad ora spiegato lo si può riassumere in una teoria, ovvero quella del Ciclo di Frenkel. Questa teoria è stata elaborata dall’economista argentino Roberto Frenkel per spiegare che cosa accade ai paesi che accettano di formare un’unione monetaria studiando tutti i particolari di tutte le unioni monetarie che vi sono state nel corso della storia. All’epoca (fine anni ’90) fu schernito dalla comunità accademica argentina, salvo poi avere ragione un paio di anni più tardi. Sulla crisi argentina si consiglia la visione del documentario Diario del saccheggio di Solanas (disponibile su Youtube).
Riguardo la Fase 1 -> il paese che entra in una UEM comincia a sperimentare una nuova stabilità economico – monetaria data l’unione col paese più forte. Inizia così la sua avventura privatizzando e deregolamentando il proprio mercato del lavoro;
Riguardo la Fase 2 -> i paesi con un’economia più forte iniziano ad investire il danaro che hanno nei paesi ad un’economia più debole per due motivi: 1) rendimenti più alti; 2) eliminazione del tasso variabile. I tassi dei paesi periferici rendono molto di più di quelli dei paesi centrali (leggasi: “perché investire ed ottenere lo “0,x%” quando posso investire in tutta sicurezza ottenendo il 2 – 4 – 5%?) e con l’eliminazione del “rischio di cambio” (leggasi: investo una moneta per ottenere quella stessa moneta, non altre svalutate). Esplode il debito pubblico;
Riguardo la Fase 3 -> i soldi che entrano nel paese vengono prestati agli operatori economici (molti dei quali cd inaffidabili) a tassi bassissimi. Si determina una crescita del PIL e dell’occupazione, in quanto nell’economia circola una quantità di danaro smisurata (ved. Spagna di Zapatero o Grecia durante le olimpiadi);
Riguardo la Fase 4 -> in Spagna ed Irlanda si sono avute gigantesche bolle immobiliari mentre in Grecia vi è stata una bolla creditizia. In particolare in Spagna (cd burbuja immobiliaria) vi sono circa un milione di case invendute e gli occupati nell’edilizia sono passati da 2,5 milioni del 2006 a 1 milione nel 2012 e dal 2009 il valore si è ribassato mediamente dell’21,2%, senza contare che le banche iberiche hanno nel portafoglio circa 150’000 case (soprattutto pignorate) che non riescono a vendere (fonte: INE, CEOE). Secondo la Banca di Spagna le transazioni immobiliari nel 2011 sono calate del 29% rispetto al 2010;
Riguardo la Fase 5 -> a causa di una qualsiasi crisi di grosse dimensioni (ad esempio, quella del 2008 col fallimento della banca statunitense Lehman) gli investitori (soprattutto banche nord europee) ritirano i loro investimenti, provocando una crisi di liquidità nel sistema (come prevede anche De GrauweA). Le bolle esplodono (prime fra tutte quelle immobiliari) in quanto tutti vogliono monetizzare e recuperare subito quanto investito determinando una corsa al ribasso dei prezzi. Con una svalutazione e delle opportune riforme si possono sistemare gli avvenimenti, bloccando la discesa dei prezzi rendendo così più appetibili i beni per gli investitori esteri;
Riguardo la Fase 6 -> gli investitori non si fidano del paese e per continuare a finanziare il debito si chiedono tassi più alti. Una banca nazionale con una moneta sovrana difficilmente è attaccabile su questo punto, ma in un cambio fisso / unione monetaria per i mercati è più facile portare alle corde un paese, costringendolo al fallimento data la crisi di liquidità e di solvibilità (De GrauweA). Nel frattempo le banche non rientrano dei loro investimenti e falliscono (ved. Monte dei Paschi di Siena e Banco Madrid) costringendo il governo a “salvarle” (o meglio, sanarle). Non avendo più liquidità, l’esecutivo taglia ovunque è possibile (sia nel privato che nel pubblico). Il paese entra in recessione e decolla il debito pubblico ed il deficit / PIL;
Riguardo la Fase 7 -> le stagnazioni economiche perdurano ed il paese è tenuto in vita tramite continui salvataggi bancari (ved. Spagna, Eire, Portogallo, ma, soprattutto, Grecia) in quanto le riserve della banca centrale sono quasi finite. Arriva la speculazione finale che costringe, nolente o volente, il paese ad abbandonare il cambio fisso / unione monetaria (ved. Hong Kong, Argentina e Italia) per ripristinare la liquidità. Segue svalutazione, riforme e ripresa;
Riguardo alla fase 7, si può notare come la Grecia sia arrivata al capolinea con l’offerta di Schauble di uscire dalla moneta unica. Purtroppo ha scelto di rimanere nell’Eurozona, posticipando il momento in cui sarà obbligata dai mercati a farlo. Nel frattempo privatizzerà quanto più possibile per accumulare quanta più liquidità residua vi è nel sistema economico.
4 LA TEORIA / DOTTRINA / POLITICA SULL’EURO
La teoria nel corso della storia ne ha dette “di cotte e di crude” sulla moneta unica. Citando l’ottimo lavoro del Prof. Alberto Bagnai (fonte: http://goofynomics.blogspot.it/2011/12/euro-una-catastrofe-annunciata.html) sulle dichiarazioni effettuate dalla teoria / dottrina economica il lettore potrà scoprire che da tempo si sapeva che la crisi dell’euro si sarebbe avverata. L’Autore aggiungerà poi citazioni provenienti anche da altri campi inficianti l’economia.
1. Rudiger Dornbusch (1942 – 2002) (nel link qui sopra vi è la biografia)
Lo scenario più probabile è che l’unione monetaria si farà ma non porrà fine alle difficoltà valutarie dell’Europa né risolverà i suoi problemi;
Una volta entrata l’Italia, con una valuta sopravvalutata (l’euro), si troverà di nuovo alle corde, come nel 1992, quando venne attaccata la lira;
La critica più seria all’Unione monetaria è che abolendo gli aggiustamenti del tasso di cambio trasferisce al mercato del lavoro il compito di adeguare la competitività e i prezzi relativi… diventeranno preponderanti recessione, disoccupazione (e pressioni sulla Bce affinché inflazioni l’economia);
È certo che la nuova banca centrale si proporrà fin dall’inizio come continuazione diretta della banca centrale tedesca;
Se mai è esistita una cattiva idea, questa è l‘Euro;
2. Paul Krugman (ibidem)
l’Unione monetaria non è stata progettata per fare tutti contenti. È stata progettata per mantenere contenta la Germania;
il pericolo immediato ed evidente è che l’Europa diventi giapponese: che scivoli inesorabilmente nella deflazione, e che quando i banchieri centrali alla fine decideranno di allentare la tensione sarà troppo tardi;
Adottando l’Euro, l’Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica (ved. Franco CFA, nda);
3. Martin Feldstein (ibidem)
Invece di favorire l’armonia intra-Europea e la pace globale, è molto più probabile che il passaggio all’unione monetaria e l’integrazione politica che ne conseguirà conduca a un aumento dei conflitti all’interno dell’Europa;
Ci furono più di 50 anni di pace fra il congresso di Vienna e la guerra franco-prussiana (… la devastante guerra di secessione americana ci ricorda che un’unione politica formale non costituisce di per sé una garanzia contro una guerra intra-europea;
L’aspirazione francese all’uguaglianza non è compatibile con le aspettative tedesche di egemonia
Nulla, nella logica o nell’esperienza economica, implica che il libero commercio richieda una moneta unica (da The Failure of the Euro di M. Feldstein, I – II / 2012);
4. Milton Friedman (1912 – 2006) (ibidem)
La spinta per l’Euro è stata motivata dalla politica, non dall’economia. Lo scopo è stato quello di unire la Germania e la Francia così strettamente da rendere una possibile guerra europea impossibile, e di allestire il palco per i federali Stati Uniti d’Europa. Io credo che l’adozione dell’Euro avrà l’effetto opposto. Esacerberà le tensioni politiche convertendo shock divergenti che si sarebbero potuti prontamente contenere con aggiustamenti del tasso di cambio in problemi politici di divisioni. Un’unità politica può aprire la strada per un’unità monetaria. Un’unità monetaria imposta sotto condizioni sfavorevoli si dimostrerà una barriera per il raggiungimento dell’unità politica;
5. Dominick Salvatore (ibidem)
Muovere verso una compiuta unione monetaria dell’Europa è come mettere il carro davanti ai buoi. Uno shock importante provocherebbe una pressione insopportabile all’interno dell’unione, data la scarsa mobilità del lavoro, l’inadeguata redistribuzione fiscale, e l’atteggiamento della Bce che vorrebbe probabilmente perseguire una politica monetaria restrittiva per mantenere l’euro forte quanto il dollaro. Questa è certamente la ricetta per notevoli problemi futuri;
6. Joseph Stiglitz (ibidem)
Questa crisi, questo disastro è artificiale e in sostanza questo disastro artificiale ha quattro lettere: l’euro;
L’Unione europea «ha fatto un unico grande errore: l’euro, che non ha funzionato»;
Euro, o cambia oppure è meglio lasciarlo morire;
Di seguito alcune personalità economico – politiche che, data l’importanza, possono aiutare il Lettore a convincersi dell’insanità dell’euro
1. Amartya Sen (docente ad Harvard, Premio Nobel nel 1998 ed autore di svariate centinaia di lavori sull’economia e la filosofia);
L’euro è stato un’idea orribile. Lo penso da tempo. Un errore che ha messo l’economia europea sulla strada sbagliata. Una moneta unica non è un buon modo per iniziare a unire l’Europa. I punti deboli economici portano animosità invece che rafforzare i motivi per stare assieme. Hanno un effetto-rottura invece che di legame. Le tensioni che si sono create sono l’ultima cosa di cui ha bisogno l’Europa. Invece che unirvi, (l’euro) vi ha diviso
L’euro è stato un’idea orribile. Lo penso da tempo. Un errore che ha messo l’economia europea sulla strada sbagliata. Una moneta unica non è un buon modo per iniziare a unire l’Europa. I punti deboli economici portano animosità invece che rafforzare i motivi per stare assieme. Hanno un effetto-rottura invece che di legame. Le tensioni che si sono create sono l’ultima cosa di cui ha bisogno l’Europa. Invece che unirvi, (l’euro) vi ha diviso;
2. Andrew K. Rose (qui la sua biografia -> http://faculty.haas.berkeley.edu/arose/cv.pdf)
Io penso che i paesi che abbandonano le unioni monetarie tendono a diventare più grandi, ricchi e più democratici (Andrew K. Rose, Checking Out: Exits from Currency Unions, 2007);
3. Margaret Thatcher (1925 – 2013) (primo ed unico primo ministro dell’UK donna dal 1979 al 1990)
(l’Euro è) la più grande follia dell’era moderna;
La Germania si ritroverà la sua naturale fobia dell’inflazione, mentre l’euro risulterà fatale per i paesi più poveri perché devasterà le loro economie inefficienti;
Il Presidente della Commissione, Mr. Delors, ha detto in una conferenza stampa l’altro giorno che vorrebbe che il Parlamento europeo fosse il corpo democratico della Comunità, che la Commissione fosse l’esecutivo e che il Consiglio dei ministri fosse il Senato. No! No! No! (Discorso alla Camera dei Comuni, 1990);
4. Alekos Alavanos (economista, ex segretario di Syriza sostituito da Tsipras, ex eurodeputato ed ora a capo di un partito che si prefigge l’uscita della Grecia dall’Euro -> http://www.ekathimerini.com/149222/article/ekathimerini/news/ex-syriza-leader-alavanos-to-launch-plan-b-movement-favoring-greek-euro-exit )
Molte persone hanno risparmi in banca ed hanno paura che se torni una valuta nazionale questa possa porta svalutazione ed inflazione e che i depositi possano perdere valore. Secondo questa campagna promossa dal governo dalle maggiori reti televisive e sfortunatamente ed infelicemente ora anche da Syriza, l’uscita dall’euro sarà una catastrofe nazionale per la Grecia;
Sapete, c’è un fenomeno molto strano. Molti di questi rifugiati arrivano da Bangladesh e Pakistan attraversando la Turchia e molti di loro sanno che saranno obbligati a rimanere in Grecia e la grande domanda che ci poniamo è: perché non rimangono in Turchia? La risposta è che la Grecia è in Europa ed è un paese caro. E l’euro a loro serve molto di più della Lira turca. L’euro è una calamita per l’immigrazione (dal documentario Il più grande successo dell’€ro);
5. Bettino Craxi (1934 – 2000) (ex primo ministro italiano, autore di svariati scritti economici, portò l’Italia nel G8)
Ci si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre (…), ma per noi nelle migliori delle ipotesi sarà un limbo, nelle peggiori un inferno. Perciò bisogna riflettere su ciò che si sta facendo perché la cosa più ragionevole di tutte era di chiedere e di pretendere essendo noi un grande paese la rinegoziazione dei parametri di Maastricht (intervista del 1997 -> https://www.youtube.com/watch?v=0p078rg_K1I);
6. Giorgio Napolitano (ex Presidente della Repubblica Italiana)
Di fronte ad una tendenza alla rapida svalutazione della lira rispetto al marco, che discende dallo scarto attualmente così forte tra tasso di inflazione italiano e tedesco, le regole dello SME ci possano portare ad intaccare le nostre riserve e a perdere di competitività, ovvero a richiedere di frequente una modifica del cambio, una svalutazione ufficiale e brusca della lira fino a trovarci nella necessità di adottare drastiche politiche restrittive. (… Il rischio è quello di veder ristagnare la produzione, gli investimenti e l’occupazione invece di conseguire un più alto tasso di crescita. (… E’ stata solo la conferma di una sostanziale resistenza dei paesi a moneta più forte, e in modo particolare della banca centrale tedesca, ad assumere impegni effettivi ed a sostenere oneri adeguati per un maggiore equilibrio tra gli andamenti delle monete e delle economie di paesi della Comunità. (… E’ così venuto alla luce un equivoco di fondo (… se cioè il nuovo sistema monetario debba contribuire a garantire un più intenso sviluppo dei paesi più deboli della Comunità, delle economie europee e dell’economia mondiale, o debba servire a garantire il paese a moneta più forte, ferma restando la politica non espansiva della Germania federale e spingendosi un paese come l’Italia alla deflazione (Discorso alla Camera del 13/12/78 pag. 24992);
7. Helmut Kohl (ex cancelliere della RFT, è uno dei “padri dell’euro” tedeschi)
Ho agito come un dittatore, ma nazioni con una moneta comune non sarebbero più entrate in guerra tra loro. Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania. Avremmo perso qualsiasi consultazione popolare a riguardo dell’introduzione dell’euro. Era chiarissimo. Avrei perso (… le popolazioni dell’ex Germania dell’Est, fresche di riunificazione e felici di essersi riappropriate finalmente del marco tedesco, non avrebbero mai votato a favore di un suo abbandono in favore di una nuova moneta europea (… Ho agito come un dittatore (intervista del 2002 al giornalista Jens Peter Paul per la sua tesi di dottorato);
Su quest’aspetto (la riunificazione e l’adozione del D – Mark) vedasi il film Goodbye Lenin e leggasi il libro Anschluss di Giacché (Imprimatur editore, 2003).
8. Romano Prodi (ex primo ministro italiano, è uno dei “padri dell’euro” italiani)
L’euro resisterà perché nessuno ha interesse a buttarlo al mare: non certo la Grecia non certo l’Italia, ma soprattutto non certo la Germania perché è di gran lunga il paese più potente d‘Europa grazie all’Euro (…
Quando entrammo nell’Euro abbiamo svalutato e la stessa cosa simile lo hanno fatto gli altri paesi europei e la Germania non ha mai potuto accumulare un surplus. E la vera Cina in questo momento è la Germania (… La comunità degli affari tedeschi non ha nessuna intenzione di abbandonare l’Euro (intervista -> https://www.youtube.com/watch?v=nDorzPkYtTU)
9. Jacques Attali (filosofo ed economista francese, è uno dei “padri dell’Euro” francesi)
In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del Trattato di Maastricht, hanno, ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne …sia impossibile. Abbiamo attentamente “dimenticato” di scrivere l’articolo che permetta di uscirne (… Non è stato molto democratico, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti. Perché se si esce, cosa che naturalmente è sempre possibile …è impossibile, ma naturalmente, se si vuole, si può, è molto molto complicato, non vi spiego come, ma è molto molto complicato, di uscirne sia dal basso che dall’alto, è molto complicato (… Ma cosa crede, la plebaglia europea: che l’euro l’abbiamo creato per la loro felicità? (Intervento all’Université Partecipative organizzata da Segolene Royale -> https://www.youtube.com/watch?v=jXBLvGuNVuU);
Le élite sapevano che gli Stati a moneta sovrana avrebbero potuto creare la piena occupazione senza problemi, in tutto il mondo, ma ciò gli avrebbe sottratto il potere. Dovevamo soffrire (tratto da Il grande crimine, di Attali);
7. Michel Prieur (1955 -2014) (numismatico francese, nel 1988 fonda la più grande società numismatica francese, la Compagnie Generale du Borse)
8. Franziska Maria Keller (candidata presidente della Commissione UE con i Verdi Europei alle europee del 2014, durante un’intervista a Ballarò nel maggio 2014)
* Prendiamo l’esempio tedesco…e la Germania lasciasse l’euro, come dicevate voi, perderemmo moltissimi posti di lavoro nel settore dell’export perché nessuno comprerebbe più i prodotti tedeschi, carissimi, perché non ci sarebbe più l’euro. Non ha senso lasciare l’euro: si creerebbe una perdita di posti di lavoro enorme (…»
Per concludere le citazioni, vorrei aggiungerne due molto eloquenti sull’intero progetto europeo in sé. La prima è questa: “Voi siete già membri di un grande Stato che si prepara a riorganizzare l’Europa, abbattendo le barriere che ancora dividono i popoli europei e rendendo più facile per loro lo stare assieme (… Tempo cinquant’anni e la gente non penserà più in termini di nazione (… Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità (… La tecnologia dei trasporti e delle telecomunicazioni sta accorciando le distanze tra i popoli e questo condurrà inevitabilmente all’integrazione europea. I popoli dell’Europa stanno rendendosi sempre più conto che molte delle controversie che ci dividono sono semplici baruffe famigliari in confronto alle grandi questioni che devono essere risolte tra i continenti” mentre la seconda recita così: “Noi siamo più interessati all’Europa di qualsiasi altro paese. La nostra nazione, la nostra cultura, la nostra economia, sono cresciute entro un più ampio contesto europeo. Pertanto dobbiamo essere i nemici di ogni tentativo di introdurre elementi di discordia e distruzione in questa famiglia di popoli”. Lette così sembrano le parole di un’europeista convinto, fortemente volto all’integrazione dei popoli. Ebbene, la prima fu pronunciata da Goebbels nel 1940, mentre la seconda da Hitler nel 1937. Con queste l’Autore non vuole affermare che l’intero progetto UE sia frutto di un’idea nazista, ma sono riportate per puro piacere storico.
5 LA REALTA’ DI IERI HA QUALCOSA DA INSEGNARCI?
Sovente viene mostrato dai media quanto un’integrazione europea tout court sia indispensabile mentre un’uscita dall’euro viene vista al pari delle piaghe d’Egitto. Molti si fanno condizionare e purtroppo difficilmente cambiano idea, ma quelli più curiosi possono addentrarsi nei meandri degli archivi storici e scoprire tanti piccoli tesori. Nella seconda metà del 1992 l’Italia fu costretta (dai mercati) ad uscire dallo SME, in pratica “il padre dell’euro”. Ne furono dette di tutti i colori (dal crollo dei redditi alle possibili guerre dovute dalla svalutazione), ma la realtà fu ben diversa. L’Autore qui di seguito ha voluto elencare alcuni dei titoli del Corriere della Sera, oggi in prima linea per la difesa della moneta unica, dal 1992 al 1996, anno di reingresso dell’Italia nello SME, sulla Lira. Si avvisa il Lettore che ciò può causare incredulità.
1) Settembre – dicembre 1992
Grazie alla lira leggera
http://archiviostorico.corriere.it/1992/novembre/29/grazie_alla_lira_leggera_co_0_92112911421.shtml
Conti con l’estero novembre positivo. Riserve in ripresa
http://archiviostorico.corriere.it/1992/dicembre/27/conti_con_estero_novembre_positivo_co_0_921227431.shtml
2) 1993
All’IRI la palma del fatturato ‘92
http://archiviostorico.corriere.it/1993/novembre/28/all_IRI_palma_del_fatturato_co_0_93112812062.shtml
Esplode l’export extra CEE: balzo del 24% http://archiviostorico.corriere.it/1993/maggio/01/esplode_export_fuori_della_CEE_co_0_9305018692.shtml
Germania mai così in basso
http://archiviostorico.corriere.it/1993/giugno/04/Germania_mai_cosi_basso_co_0_9306049335.shtml
Esplode l’export: grazie lira
http://archiviostorico.corriere.it/1993/febbraio/28/esplode_export_grazie_lira_co_0_9302289759.shtml
Noi tedeschi con la paura della lira
http://archiviostorico.corriere.it/1993/maggio/09/noi_tedeschi_con_paura_della_co_0_9305095407.shtml
Inflazione al 4% come nel 1969 (NB: la ITL si svalutò nell’autunno ’92 del 20%)
http://archiviostorico.corriere.it/1993/maggio/22/inflazione_per_cento_come_nel_co_0_93052211603.shtml
Vola solo l’Italia svalutata
http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/29/vola_solo_Italia_svalutata_co_0_9307297001.shtml
3) 1994
L’economia sta ripartendo
http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/21/banchieri_economia_sta_ripartendo_co_0_9404211776.shtml
Borse, ’93 da record, MIB su del 35%
http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/02/borse_record_Mib_del_per_co_0_9401023097.shtml
L’export vola nel 1994
http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/26/export_vola_nel_1994_co_0_9407267836.shtml
Inflazione cala del 3,7% (NB: la ITL si svalutò nell’autunno ’92 del 20%)
http://archiviostorico.corriere.it/1994/novembre/22/inflazione_cala_per_cento_co_0_94112211660.shtml
Il 1995 e 1996 si lasciano – volutamente – notare al Lettore da solo nel link di seguito in quanto i titoli da riportare sarebbero tutti e non solo alcuni come per le precedenti annate. Piccolo assaggio? “Grazie alla Lira. Bilancia commerciale, 1995 senza precedenti”. Qui la pagina -> https://scenarieconomici.it/i-successi-lira-raccolta-articoli-giornalistici/.
Un ulteriore lavoro sullo SME e sulle dicerie dette sull’uscita si consiglia il Lettore di vedere questa pagina di Alessandro Greco -> http://blog.ilgiornale.it/greco/2015/08/12/sme-morati/
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“Tutto il nostro sapere ha origine dalle nostre percezioni”<!– –>
(Leonardo Da Vinci)
Ci vediamo prossimamente per la quarta ed ultima parte.
Maurizio Gustinicchi
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