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Disastro Parigino: il Meeting Europeo mostra le Profonde divisioni europee

Il meeting europeo di Parigi, voluto da Macron, è fallito: i paesi hanno posizioni diverse e la Germania va al voto domenica. Si tratta di un incontro inopportuno, che neanche avrebbe dovuto tenersi

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A Parigi il meeting voluto da Macron si è rivelato un disastro. I paesi europei si sono scontrati sull’invio di truppe in Ucraina all’inizio di una riunione di crisi volta a raggiungere un consenso su come rispondere ai colloqui di pace del presidente degli Stati Uniti Donald Trump con la Russia.

Mentre i leader si riunivano a Parigi per la riunione di emergenza lunedì pomeriggio, Polonia e Spagna hanno espresso riluttanza a inviare forze di pace nel paese dilaniato dalla guerra, poche ore dopo che la Gran Bretagna si era offerta di inviare truppe sul campo.

Gli alleati europei degli Stati Uniti stanno correndo per rispondere all’annuncio shock di Trump di trattative con la Russia, che dovrebbero iniziare martedì in Arabia Saudita.

La Francia ha proposto di discutere una “forza di rassicurazione” che sarebbe stazionata dietro, non su, una futura linea di cessate il fuoco in Ucraina,  secondo due funzionari informati sui preparativi per l’incontro. Quindi non una forza di interposizione, ma una vera e propria forza armata in appoggio a quella ucraina.

Ma mentre il primo ministro britannico Sir Keir Starmer ha dichiarato di essere “pronto e disponibile […] [a inviare] le nostre truppe sul campo, se necessario”, altri paesi sono molto più riluttanti.

“Nessuno sta attualmente considerando l’invio di truppe in Ucraina”, ha dichiarato José Manuel Albares, ministro degli Esteri spagnolo. ‘La pace è ancora molto lontana e per un solo motivo: Vladimir Putin’.

Qualcuno ha detto anche chiaramente di no. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato che Varsavia non è pronta a inviare truppe in Ucraina, ma manterrà l’aiuto umanitario, logistico e militare che ha fornito a Kiev negli ultimi tre anni. La germania si è detta non interessata, ma Scholz andrà alle elezioni fra una settimana e quindi non sarà più lui il cancelliere.

Si sono state quindi le solite dichiarazioni di contorno: la von der Leyen ha affermato che l'”Ucraina merita una pace con la forza, una pace giusta”, ma dipende da cosa sia una pace giusta e, comunque, rimangono delle affermazioni al vento. Rutte ha affermato che i Paesi Nato sono pronti a fare la loro parte, ma si tratta di un’altra frase di circostanza.

Questo meeting non era neppure da fare, prima dell’incontro preliminare fra USA e Russia in Arabia Saudita e con la Germania che va alle elezioni domenica. Si trattava di un’occasione destinata a fallire in partenza, e infatti così è finita. La presenza della Commissione era completamente inadeguata in una situazione in cui bisognava parlare di pochi , chiari, punti, almeno per evidenziare le diverse posizioni. Ancora un paio di meeting così divisivi e inconcludenti e la UE è finita.

 


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