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Decreto “Sostegni” e fisco. Un’occasione parzialmente mancata, ma sappiamo il perchè…

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Il decreto “Sostegni” è stato un passo avanti rispetto ai “Ristori” in molti sensi, anche dal punto di vista della politica del fisco italiano, ma non è stato esattamente quello che ci si attendeva.

Sappiamo che il centrodestra, che ha un certo peso nel governo, punta da un lato al saldo e stralcio delle cartelle sino a 10 mila euro e dall’altro alla “Pace Fiscale” che portasse ad una eliminazione del magazzino fiscale che, in realtà, non rende praticamente niente. La stessa Agenzia delle entrate ha più volte sollecitato un misura che permettesse di “Svuotare” i crediti teorici di cartelle vecchie, alcune con 20 anni di età, che avranno un ritorno d’incassi minimo, non superiore al 3%. Una norma non di condono, ma di buon senso e realismo, fatta in un momento economicamente delicato.

Purtroppo non è andata così. Un certa demagogia, ancora presente in un’ala del governo, ha avuto la meglio e ha rimpicciolito la pace fiscale che, vediamo, si è ridotta a come segue:

La cancellazione riguarderà  le cartelle sino a soli 5 mila euro emesse prima del 2010 e per chi ha redditi sotto i 30 mila euro annui. Una riduzione che renderà questa parte della norma quasi ininfluente. Sono cartelle con un incasso ottimisticamente previsto, del 3,4%, come affermato dallo stesso sottosegretario al MEF Guerra. Il limite reddituale, molto basso farà si che, alla fine, l’aiuto sarà ancora più contenuto.

Forse più utile la composizione agevolata dei cosiddetti “Avvisi amichevoli” dell’Agenzia delle Entrate relative gli anni 2017 e 2018 per chi ha subito un calo del fatturato superiore al 30% nel 2020 rispetto al 2019. Speriamo che questi operatori abbiano ancora un fatturato e flussi finanziari sufficiente per utilizzare l’agevolazione.

La speranza è che in aula si possa emendare questa norma molto limitante, riportandola alla revisione di partenza in modo da farle riguardare le cartelle fino a 10 mila euro e  fino al 2015, in modo da darle un vero significato. Sicuramente la discussione sarà infuocata, ma speriamo che l’articolazione politicamente più “Complessa” delle aule parlamentario aiuti la correzione della norma.

 

 


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