Analisi e studi
Chi possiede le chiavi di casa degli italiani? Concetti base sul debito pubblico italiano
Chi possiede il debito pubblico italiano, ovvero le chiavi di casa nostra?
Questo titolo, per quanto sia uno slogan è alquanto centrato, dato che chi possiede il debito di un Paese è il soggetto più influente sulle sue scelte politiche. Cioè è quel soggetto che comanda in Italia.
Certo messa così brutalmente sembra abbastanza populista come approccio, ma a noi tornare periodicamente sull’argomento serve.
Più che altro è necessario fare i conti della serva (a proposito di chi comanda) e per fare il punto della situazione di tanto in tanto.
Il tema del debito pubblico è centrale nel libro di economia spiegata facile. Ne riportiamo una sintesi estrema.
Certo, non basta a raccontare tutto quello che c’è nel libro, ma l’augurio è di riuscire a comunicare al lettore di questo articolo, almeno alcuni concetti chiave.
Differenze tra debito pubblico e deficit
Il debito pubblico è la somma dei deficit dello Stato accumulati nel tempo, sotto forma di Titoli di Stato venduti a cittadini e ad altri soggetti.
Quindi, a livello contabile, il debito dello Stato corrisponde agli accantonamenti e ai risparmi di questi soggetti, meno le tasse raccolte.
Il debito pubblico è l’insieme dei deficit accumulati nel tempo e si divide in debito consolidato e debito fluttuante.
Il debito consolidato consiste in prestiti a lunga o indeterminata scadenza che servono a fare fronte a disavanzi durevoli.
Il debito fluttuante invece non viene iscritto nel bilancio perché si prevede che verrà estinto in un periodo breve, ovvero mai superiore ad un anno.
Lo Stato si finanzia con la tassazione (necessaria per abbattere il debito pubblico) o con l’emissione di Titoli di Stato (che lo fanno aumentare). Dal libro di economia spiegata facile
Il deficit o disavanzo è la differenza tra entrate ed uscite.
L’OPPOSTO DEL DEFICIT È IL SURPLUS DI BILANCIO.
Se lo Stato non ha mezzi per coprire i deficit metterà in vendita Titoli per saldare gli ammanchi. È così che si consolida il debito pubblico.
Un rapporto tra debito pubblico e PIL del 135% significa che il debito supera del 35% il totale del PIL.
Il rapporto debito pubblico/PIL del Giappone è pari al 236%, quindi il debito del Giappone misura il doppio del PIL più un altro 36%.
Ma allora com’è che si crea il debito pubblico?
Come abbiamo detto il debito pubblico si crea quando lo Stato emette nuova moneta o la prende in prestito – all’atto della vendita dei Titoli di Stato – tipicamente per coprire la spesa pubblica e fare investimenti.
Quindi sarebbe corretto dire che: IL DEBITO PUBBLICO CORRISPONDE ALLA SOMMA DEI TITOLI FINANZIARI EMESSI DALLO STATO.
I pagamenti pendenti verso i fornitori dello Stato non vengono conteggiati nel debito pubblico, i debiti delle Regioni sì.
In Germania invece, come abbiamo spiegato in questo articolo su economiaspiegatafacile.it, i debiti dei Länder non vengono conteggiati nel debito pubblico tedesco e si calcola che ammontino a oltre 500 miliardi di debito pubblico occulto.
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Chi detiene il debito pubblico italiano?
Come vi abbiamo già spiegato in questo articolo, in parte il debito pubblico italiano è frutto in un colpo di stato che nessuno vede.
Il debito pubblico è prevalentemente in mano a soggetti nazionali. Ciò però non significa che l’Italia non sia invasa dal “nemico”.
Significa che gli investitori stranieri si stanno via via allontanando dal bel Paese.
Tuttavia rimane il fatto che a detenere la maggior parte del debito pubblico sono comunque soggetti di natura finanziaria privata.
Entriamo più nel dettaglio…
Gli investitori esteri detengono meno della metà del debito pubblico italiano
Ad ogni debito corrisponde sempre un credito
Dagli ultimi dati emerge che il debito pubblico sia in leggero calo e, riguardo alla componente detenuta dai soggetti nazionali, che le assicurazioni abbiano superato (414 a 400 miliardi) le banche.
I soggetti nazionali hanno rosicchiato un altro 2% agli investitori stranieri, passando dal 65% al 67% del totale.
Conclusioni
Sentendo nuovamente i richiami all’emissione di Titoli pubblici destinati esclusivamente ai soggetti italiani si fa soltanto metà del lavoro.
È corretto, come pare essere nelle intenzioni, che il debito venga collocato presso investitori privati e non gli operatori del mercato ad una condizione.
La condizione è che questo strumento rvesta il ruolo sociale per cui i Titoli di Stato erano stati inventati.
Ovvero, debbono servire – come un patto sociale – a sostituire la tassazione sui capitali privati.
Dovrebbero quindi offrire una rendita considerata sostenibile per lo Stato.
Infatti Se la gestione dei tassi sui Titoli ritornasse sotto il controllo dello Stato, cioè se l’emissione dei Titoli tornasse ad avere l’obiettivo di creare forme di risparmio e non fossero oggetto di speculazione, gli investitori diventerebbero il motore degli investimenti pubblici riuscendo allo stesso tempo ad accantonare un risparmio sostenibile.
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