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DA DOMANI SCIOPERO DEI BENZINAI. Come pensa il Governo di mantenere attive le forniture alimentari e l’ordine? Verso la rivoluzione?

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Nel mezzo della COVID-19 inizia anche uno sciopero dei benzinai. In un comunicato comune Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl), Figisc/Anisa (Confcommercio) annunciano uno sciopero che, allo stato attuale, sembra annunciarsi ad oltranza, dato che non ne è annunciata la fine:

“Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria”

Del resto col blocco del traffico civile sicuramente le attività dei distributori di benzina sono precipitate. Basta guardarsi attorno e si può vedere che non gira una macchina, quindi nessuno consuma benzina, quindi non ci sono i ritorni economici per i benzinai. A questo punto perchè, come gli albergatori, non dovrebbero chiudere anche  loro?

Se lo sciopero sarà applicato in modo reale, cosa che, in fondo, è più che probabile, l’Italia si fermerà davvero e soprattutto si fermeranno le forniture di carattere alimentare. Non si può chiedere a tutti di fermarsi e poi dire “In futuro faremo qualcosa”, senza certezze, senza un numero sugli aiuti , una parola. La gente ti manda a quel paese, altro che appoggio al 90% come affermato da Repubblica.

Il governo non si rende conto che, sotto la cenere sta preparandosi una rivoluzione. Se continua a non voler dare certezze, non crediti, ma soldi, si dovrà preparare ad affrontarne le conseguenze.


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