Attualità
Crolla la borsa francese, ma è veramente colpa della Le Pen?
Non è che la responsabilità sia anche delle aspettative eccessive per un taglio dei tassi da parte della BCE?
La Francia sicuramente sta vivendo una situazione politica complicata, ma l’andamento dell’indice di borsa, più che con la politica, dovrebbe essere spiegato con le aspettative, spesso poco razionali, di un taglio dei tassi che, alla fine, non si è realizzato, se non in modo veramente minimo.
L’indice azionario francese blue-chip, il CAC 40, è sceso del 2,7% oggi e del 4,6% negli ultimi due giorni. Negli ultimi sei giorni di negoziazione, l’indice ha perso il 6,7%, e ha subito un calo incredibile e sbalorditivo dell’8,9% rispetto al suo massimo storico del 15 maggio. L’andamento è visinbile ne grafico sottostante:
Per questo motivo, oggi sono apparsi molti titoli. The Guardian ha titolato: “Il mercato azionario francese crolla per i timori di una vittoria dell’estrema destra alle elezioni“. Il FT: “Le azioni francesi subiscono la peggiore settimana dal 2022 per i timori di una vittoria dei populisti”.
Ma sarà veramente così ? In una situazione moderatamente inflazionistica in cui le azioni dovrebbero comunque crescere, è bastata la notizia delle elezioni per far crollare la borsa? Non è che i giornaloni economici ci stanno moderatamente prendendo in giro o stanno sopravvalutando le cause politiche della caduta?
Facciamo alla Hayek e andiamo a cercare le cause di una caduta al periodo precedente, quello del boom. Il CAC 40 aveva registrato un’impennata del 20,7% (1.415 punti) in meno di sette mesi, dalla fine di ottobre al suo massimo storico del 15 maggio, pari a 8.240, come risultato di questa epica mania del taglio dei tassi che aveva attanagliato anche l’Europa. Quindi, ora la BCE ha tagliato una volta, e le azioni stanno crollando.
Quindi la causa del crollo sarebbe legata più che altro a aspettative di un taglio che non si sono realizzate, più che alle elezioni. Gli investitori si aspettavano troppo, o semplicemente la BCE ha concesso troppo poco.
Il crollo è stato poi molto relativo. Infatti:
- Ha a malapena cancellato i guadagni di quest’anno. Il CAC è sceso solo dello 0,5% da un anno all’altro.
- Ha spazzato via solo la metà (737 punti) del picco di sette mesi della Mania del Taglio dei Tassi (1.415 punti), anziché tutti i punti più una parte.
- Ha riportato l’indice solo al punto in cui si trovava per la prima volta nell’aprile del 2023, anziché toccare i minimi pluriennali.
In altre parole, non si tratta nemmeno di un vero e proprio sell-off, ma solo di un calo dell’8,9% dai massimi storici che erano incredibilmente elevati e si basavano sull’illusione, diffusa, di consistenti tagli dei tassi. Dovrebbe essere la BCE, più che la politica, ad intervenire, ma in questa stagione di informazione drogata, va tutto bene per spingere la propria parte politica.
I mercati azionari in generale – soprattutto negli Stati Uniti – sono andati completamente fuori di testa negli ultimi anni, e poi in modo spettacolare durante il periodo di aspettatica di taglio dei tassi, il tutto spinto dai media molto, troppo ottimistici. Ora questi tagli non si sono realizzati, e ci vuole un capro espiatorio. Quale miglior scusa può essere la politica per giustificare una finanza pasticciona? Comunque, quello che è accaduto in Francia, potrebbe succedere ovunque nell’Euro Area alla prima notizia negativa.
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