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Crescita drammatica dei morti per alcolismo nel lockdown inglese. Un giorno scopriremo il vero numero dei morti per la “Prevenzione”

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Il numero di persone che muoiono di consumo di alcol ha raggiunto un massimo di 20 anni durante la pandemia del Coronvirus, come hanno dimostrato i dati ufficiali di Inghilterra e Galles.

Secondo i nuovi dati rilasciati giovedì dall’Office of National Statistics (ONS), 7.423 persone in Inghilterra e Galles sono morte per cause specifiche dell’alcol nel 2020. Il numero è stato superiore del 19,6% rispetto al 2019, durante il quale 6.209 persone sono state uccise dall’alcol. È stato anche il più alto numero di vittime annue degli ultimi 20 anni.

Appare che vi sia una correlazione evidente fa il numero di morti per alcolismo ed il lockdown per il covid-19. Un effetto evidente della depressione.

L’NHS britannico  ha affermato che da gennaio a marzo 2020, prima che iniziasse il primo blocco nazionale del COVID-19, il tasso di mortalità per abuso di alcol era “statisticamente simile” ai tassi degli anni precedenti.

Tuttavia, nel resto del 2020, dopo che il blocco è iniziato alla fine di marzo, il tasso di mortalità è diventato “significativamente più alto” rispetto a qualsiasi altro anno dal 2001.

In modo allarmante, la differenza tra il 2019 e il 2020 ha continuato ad aumentare in ogni trimestre successivo. Il tasso di mortalità standardizzato per età per abuso di alcol nel primo trimestre del 2020 è stato dell’8,5% più alto nel primo trimestre del 2019.

Il tasso è stato superiore del 17,4% nel secondo trimestre, del 21,9% nel terzo e del 28,3% nel quarto trimestre. Quindi più proseguiva il lockdown più sono stati i morti, segno degli effetti psicologici della segregazione.

La definizione ONS di decessi specifici per alcol include solo quei decessi che sono una conseguenza diretta dell’abuso di alcol. La maggior parte di queste sono condizioni a lungo termine associate a un continuo abuso di alcol.

L’aumento del consumo di alcol durante la pandemia è stato osservato in più paesi. Un sondaggio condotto nel settembre 2020 ha rivelato che due australiani su cinque avevano bevuto più alcol del solito dall’inizio della pandemia. Negli Stati Uniti, gli ospedali di tutto il paese hanno segnalato aumenti drammatici dei ricoveri correlati all’alcol per malattie critiche come l’epatite alcolica e l’insufficienza epatica. Ad esempio al Keck Hospital della University of Southern California, i ricoveri per epatopatia alcolica sono aumentati del 30% nel 2020 rispetto al 2019.

Questi dati ci  forniscono un indicatore degli effetti collaterali delle cosiddette “Misure non farmaceutiche” (NPI) utilizzate per combattere il covid-19. Qui si parla di un solo paese, per un solo effetto, per un periodo limitato. Quali saranno i dati nel momento in cui conteggeremo morti per overdose e suicidi dovuti al lockdown?


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