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CORONAVIRUS: IL CONTAGIO SI MUOVE IN UN’ALTRA GRANDE CITTA’. Primo morto fuori dalla Cina

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Il sindaco della città di Huanggang, sei milioni di abitanti a circa una cinquantina di chilometri da Wuhan, ha tenuto una conferenza stampa nella quale si annuncia che ci si attende un aumento dei casi di nCoV in città.

Le risposte non sono state in realtà molto chiare. Alla richiesta di quanti casi vi siano stati  il Sindaco ha risposto “Oltre 200”, mentre un funzionario ha risposto 118. Quando gli è stato chiesto se fossero state prese adeguate misure per preparare gli ospedali all’epidemia prima ha taciuto, poi ha risposto che  “C’è un funzionario responsabile”, risposta non so quanto rassicurante. Si è parlaro della possibilità di chiudere la città come a Wuhan, con la predisposizione di blocchi stradali e controlli della polizia, oltre alla chiusura dei servizi di trasporto interni. L’incremento nel numero di casi fuori da Wuhan era piuttosto attendibile dal momento in cui ben 5 milioni di abitanti se ne sono andati prima dell’isolamento, ed alcune centinaia di migliaia si sono mosse verso Huanhgang.

Nel frattempo otto persone sono detenute a Wuhan con l’accusa di aver diffuso la psicosi del virus. In realtà si tratta soprattutto di medici che volevano mettere in guardia dal pericolo del contagio.

Intanto abbiamo il primo caso fuori dalla Cina, nelle Filippine, anche se il defunto è un cittadino cinese di 44 anni, giunto nel’arcipelago con la compagna di 38 anni e le isole stanno imponendo delle restrizioni ancora maggiori ai viaggi con la Cina. Lo stesso accade ad Hong Kong, mentre il premier Liu ha ritardato il meeting economico a causa dei timori sanitari.

Il contenimento all’interno della Cina sembra ormai problematico, mentre, per ora , sembra funzionare il contenimento esterno.  La vera probva verrà da Hong Kong, che è parte della Cina continentale, ma ha applicato restrizioni draconiane ai movimenti approfittando anche della propria autonomia semistatale.


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