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Pericolo piccoli stati: i controllori hanno paura di San Marino, Monaco e Andorra

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Un piano dell’UE per rafforzare i legami con tre piccoli paesi che si trovano all’interno dei suoi confini rischia di causare danni finanziari significativi ai consumatori europei, secondo una drammatica comunicazione delle autorità di vigilanza della UE

In un duro intervento che minaccia di far saltare i negoziati commerciali con Andorra, Monaco e San Marino a pochi mesi dalla loro conclusione, i principali regolatori finanziari europei hanno detto che una relazione più profonda con il trio potrebbe aprire la porta a soldi illeciti e facilitare l’azione di società finanziarie predatorie nei confronti delle persone nell’UE.

I tre paesi, con una popolazione complessiva di 150.000 abitanti e confinanti con Francia, Italia e Spagna, non sono membri dell’UE ma dal 2015 stanno negoziando con la Commissione europea una maggiore integrazione economica che li farebbe accedere al mercato unico.

I presidenti di tre enti UE, che controllano le banche, i mercati finanziari e i settori assicurativi e pensionistici dell’Europa, hanno avvertito che il trio “ha storicamente mantenuto una regolamentazione finanziaria meno rigorosa” e “può essere incline al riciclaggio di denaro e ad altre attività illecite”.

Nella loro lettera alla Commissione, ottenuta da Politico, hanno detto che le società potrebbero essere tentate di stabilirsi nei cosiddetti microstati in un tentativo deliberato di beneficiare di standard finanziari più leggeri, il che creerebbe “rischi significativi per i consumatori” se vendessero i loro prodotti in tutto il blocco.

Qualsiasi porta d’ingresso ai servizi finanziari nell’UE minerebbe gli anni di sforzi normativi per rafforzare la supervisione delle società finanziarie. Paesi più piccoli all’interno dell’UE, come Cipro, sono stati sottoposti a forti pressioni per essere più severi. Il blocco sta anche introducendo una stretta sui rischiosi vendite transfrontaliere digitali.

Al di fuori dei confini dell’UE, scandali internazionali come i Panama Papers hanno portato a una repressione globale del riciclaggio di denaro e dell’evasione fiscale1. Eppure tra il trio di paesi, Monaco, per esempio, ha da tempo la reputazione di essere un paradiso fiscale e un parco giochi per i ricchi e famosi del mondo.

“Un adeguato controllo e delle garanzie sono essenziali per evitare di far entrare un cavallo di Troia attraverso le nostre porte”, ha detto Paul Tang, europarlamentare olandese per i Socialisti & Democratici, che ha lavorato su legislazione sul riciclaggio di denaro e sulle tasse. “Quando i vigilanti europei lanciano un avvertimento congiunto, è meglio ascoltarli”. C’è però un problema: i tre piccoli paesi non hanno nessun interesse, nessuno, a cambiare la propria legislazione in materia.

I servizi finanziari sono solo una parte dei più ampi accordi di associazione con i tre paesi, volti a rimuovere gli ostacoli al commercio, che la Commissione sperava di concludere entro la fine dell’anno. Senza arrivare a una piena adesione, i paesi dovrebbero seguire alcune normative dell’UE per beneficiare della libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali.

A gennaio, Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, ha descritto un accordo con i tre entro il 2024 come “un obiettivo ambizioso ma raggiungibile e la priorità della Commissione”. Un fallimento nel raggiungere un accordo prima delle elezioni europee del prossimo giugno rischierebbe di far cadere nel dimenticatoio i piani. Il governo di San Marino ha letto gli avvertimenti “con stupore”, ha detto un portavoce del ministero degli affari esteri del paese. I problemi del passato non avevano “nulla a che vedere con il virtuoso processo intrapreso dai tre stati che da anni recepiscono le normative europee e che rispettano i principali meccanismi per favorire la cooperazione fiscale e finanziaria tra gli stati con uno sforzo pari a quello degli stati membri dell’UE”.

Un portavoce della Commissione ha detto che ha risposto a “tutte le lettere in tempo utile”, ma la questione è complessa: la UE non può offrire nulla a questi tre paesi per modificare la propria legislazione. Tra l’altro questi hanno già trattati in corso con i paesi europei che confinano con loro, accordi di lunga data e soddisfacenti per tutte le parti. Quale sarebbe l’utile economico di Andorra o di San Marino con l’adesione alla UE, nel momento in cui perfino i paesi membri stanno affrontando grandi difficoltà?

Forse il dimenticatoio è la soluzione migliore per tutti…

 


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