Difesa
Nuova zona di difesa militare al confine USA-Messico: strategia di Trump per il controllo dell’immigrazione
Una nuova, drammatica “zona di difesa nazionale” militarizza 250 miglia del confine USA-Messico. La mossa voluta da Donald Trump sta creando un acceso braccio di ferro legale e politico. Scopri come l’America sta trasformando il suo confine meridionale in una fortezza.

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha annunciato l’istituzione di una nuova zona di difesa nazionale lungo il confine sud-occidentale con il Messico, denominata “national defense area”, per contrastare l’immigrazione illegale.
Un tratto di 250 miglia lungo il Rio Grande, nelle contee texane di Cameron e Hidalgo, è stato designato come estensione della Joint Base San Antonio dalla US Air Force. . La gestione di quest’area, precedentemente sotto l’International Boundary and Water Commission, passa ora sotto il controllo militare.
Questa mossa rientra nella strategia del presidente Donald Trump, delineata in un memorandum di aprile, che mira a rafforzare la sicurezza al confine meridionale attraverso l’impiego di risorse militari. La designazione di aree di difesa nazionale consente ai militari di supportare l’installazione di barriere, effettuare pattugliamenti e trattenere temporaneamente i trasgressori, trasferendoli poi alle autorità competenti. Sebbene l’esercito USA non possa svolgere funzioni di polizia civile, queste zone conferiscono un’autorità limitata per specifiche operazioni di sicurezza.
Espansione delle Zone di Difesa
La nuova area in Texas si aggiunge a due zone già istituite: una di 170 miglia in Nuovo Messico, collegata a Fort Huachuca in Arizona, e un’altra di 63 miglia in Texas occidentale, sotto Fort Bliss. Complessivamente, le aree di difesa nazionale coprono ora oltre 480 miglia del confine Texas-Messico, che si estende per 1.254 miglia. Il Dipartimento della Difesa e la Marina non hanno ancora confermato ulteriori espansioni.
Sfide Legali
Nonostante l’obiettivo di rafforzare il controllo, l’applicazione delle nuove misure ha incontrato ostacoli legali. A maggio, un giudice federale ha archiviato le accuse di violazione di proprietà militare contro 98 migranti arrestati nella zona di difesa del Nuovo Messico. Il giudice Gregory Wormuth ha stabilito che il governo non è riuscito a dimostrare che i migranti fossero consapevoli di entrare in un’area militare ristretta, nonostante la presenza di cartelli bilingui. L’area, che si estende su terreni montuosi e difficili, rende complesso garantire che i segnali siano visibili. Tuttavia, le accuse di attraversamento illegale del confine rimangono in piedi.
In un caso separato in Texas occidentale, almeno 60 persone hanno ammesso di aver compiuto consapevolmente una violazione in un’area di difesa nazionale, secondo il Dipartimento di Giustizia.
Implicazioni Economiche e Politiche
L’istituzione di queste zone riflette un approccio più deciso alla gestione dell’immigrazione, con implicazioni economiche significative. Il rafforzamento delle infrastrutture di confine e l’impiego di risorse militari comportano costi elevati, ma potrebbero ridurre le spese associate alla gestione dell’immigrazione illegale a lungo termine. Tuttavia, le decisioni giudiziarie, come quella in Nuovo Messico, evidenziano la complessità di bilanciare sicurezza e rispetto dei diritti legali.
Questa strategia potrebbe influenzare i rapporti con il Messico, soprattutto considerando il ruolo dell’International Boundary and Water Commission nella gestione delle risorse idriche condivise. Inoltre, l’approccio militarizzato potrebbe alimentare dibattiti politici interni, con opinioni divergenti sull’efficacia e sull’etica di tali misure.
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