Crisi
Come prevedere una crisi finanziaria
Vi segnaliamo che BIS (Bank for International Settlements) ha condotto uno Studio su una serie di Indicatori, per verificarne l’andamento in concomitanza a crisi finanziarie, cercando di capire quali fossero i migliori indicatori “early warning” che anticipassero l’allarme rosso. E sembra che tutto sommato le crisi finanziarie sono molto spesso prevedibili. Lo studio ha analizzato 10 indicatori, in 26 nazioni, tra il 1980 ed il 2012.
Il risultato e’ che vi sono 2 Indicatori che anticipano con un alto grado di affidabilita’ le crisi finanziarie, in qualsiasi orizzonte politico rilevato, con andamenti precisi negli anni precedenti all’espodere della Crisi Finanziaria:
a) Il Divario tra Credito e PIL, che riflette l’accumulo di leva finanziaria dei debitori del settore privato (che da’ segnali specialmente tra 2 e 5 anni prima della Crisi)
b) Il Rapporto di servizio del Debito (DSR), che è definito come la percentuale di pagamento di interessi e rimborsi obbligatori di capitale in rapporto al Reddito (o PIL), particolarmente affidabile nei 2 anni precedenti alla crisi.
Traduciamo meglio:
La presenza di un Divario tra Credito e PIL (o meglio, una dinamica dove la variazione del Credito nel settore privato e’ significativamente maggiore all’andamento del PIL) per periodi di tempo prolungati, diciamo per alcuni anni, riflette un divario malsano tra la crescita economica e l’importo del credito fornito alle imprese non finanziarie ed alle famiglie, in soldoni una “Crescita Drogata”, che fatalmente prima o poi esplode.
Decisamente piu’ noto e familiare e’ il Rapporto di servizio del Debito (DSR): in prossimita’ dell’esplosione di una Crisi finanziaria, c’e’ un forte incremento di interessi pagati.
Diamo per esempio un’occhio all’andamento del Credito in Italia: noterete che prima del 2008 i prestiti Bancari nel settore privato avevano crescite nettamente maggiori di quelle del PIL nominale. Guardando gli stessi grafici negli USA la cosa era ancor piu’ evidente.
Si badi bene che, non casualmente, proprio le nazioni per hanno avuto le “legnate” maggiori nelle crisi del 2008-2009 (Mondo) ed in quella del 2010-12 (Europa), guarda caso erano proprio quelle dove negli anni precedenti era piu’ evidente e continuativa questa divaricazione. Tutto cio’ si sposa perfettamente col cosidetto Ciclo di Frenkel che spiega la Crisi nell’Eurozona (dove enormi afflussi di capitali dal Centro hanno ingrossato oltremisura il credito, favorendo la creazione di bolle e l’esplodere delle bilancie dei pagamenti e delle successive crisi), ma spiega anche bene la ragione per cui una nazione appartenente al Cuore Continentale come l’Olanda (ed in misura minore Francia e Regno Unito) ha avuto a che fare con le conseguenze della crisi finanziaria in modo decisamente piu’ severo che non la Germania, che guarda caso e’ la nazione che ha avuto la minor crescita degli indebitamenti privati (famiglie ed imprese) nell’occidente negli anni precedenti alle grandi crisi.
By GPG Imperatrice
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