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Colesterodio

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Oddio! Forse odio. Non ci ho dormito la notte. Adesso che è operativa la Commissione anti-odio, quanto ci metteranno a scoprire che odio? Peggio, a scoprirmi se odio? Due giorni passati a sforzarmi di reprimere l’odio e ad esprimere solo sentimenti d’amore. Ma non mi ci riesce, lo confesso. Io odio. E odio odiare. Adesso che l’odio è stato vietato, realizzo di essere un odiatore seriale. Per dire, odio essere svegliato presto, la domenica mattina. E odio i programmi di cucina. Odio le code in tangenziale. Per la verità, odio anche le code in autostrada. Ora che ci penso, odio le pubblicità alla radio, odio il riso di zucca, odio i logorroici, odio le promozioni telefoniche, odio certi insetti, l’afa, le zanzare. Odio l’eccesso di zuccheri. E odio pure la carenza di sodio. O Dio, quanto odio.

O Dio, perché oltre all’amore, hai creato anche l’odio? Se ti risparmiavi sul punto, noi ci risparmiavamo la Commissione anti-odio. Ma ormai è andata. Mi sfianco nel vano conato di estinguere l’odio, ma invano. Mi odio per quanto sono indolente, così renitente a rinunciare ad odiare. Oddio, che ho detto? Mi odio? È permesso o è vietato odiare se stessi? Domani chiamo il numero verde della Commissione Segre e mi informo. Ma subito scopro che non c’è nessun numero verde. Il che mi manda su tutte le furie. Sia perché odio i numeri verdi, sia perché odio che la Commissione sull’odio non si sia dotata di un numero verde anti-odio.

In ogni caso, mi ha spiegato qualcuno, odiare te stesso va bene, se sei un odiatore. Comincio a confondermi e, lo ammetto, odio confondermi. Forse bisognerebbe proprio abrogarlo, l’odio. Ve lo immaginate un mondo senz’odio? Il contrario di un mondo senza Nutella. Poi, qualcuno mi illumina: non tutto l’odio vien per nuocere, alla pari dei mali del famoso proverbio. Per esempio, odiare i sovranisti, i populisti, gli anti-europeisti e i dissidenti in genere, si può. Ora comincio a capire. C’è l’odio buono e l’odio cattivo, proprio come il colesterolo. Si tratta solo di odiare nel modo giusto: un odio amorevole. Ma come si fa a odiare amando? Va’, che non è difficile. È solo questione di allenamento. Dopotutto, c’era riuscito – e ce l’aveva pure insegnato in versi –  il grande Catullo: “Odi et amo. Quare id faciam, eccetera eccetera”. Cioè, tradotto:  “Perché lo faccia, mi chiedi forse. Non lo so, ma sento che succede e mi struggo”. Mi ha letto nel pensiero, il fellone. Lo odio.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com


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