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Clamoroso: Marine Le Pen condannata per l’Affaire degli assistenti parlamentari. RN dovrà presentare un nuovo candidato, più forte.

Marine Le Pen condannata, con altri otto eurodeputati, per cattivo uso dei fondi degli assistenti parlamentari. Non fermerà la crescita del Rassemblement Nationale

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Si tratta di una decisione cruciale per Marine Le Pen e per il suo futuro politico. Lunedì mattina, il Tribunale penale di Parigi ha emesso la sentenza sul caso degli assistenti parlamentari europei del Front National (ora Rassemblement National, RN).

Tutti gli euodeputati compressa la leader del Rassemblement Nationale , Marine le Pen, sono stati ritenuti colpevoli di distrazione di fondi pubblici e la condanna prevede l’ineleggibilità per cinque anni. Questo mette in forte dubbio la possibilità di Marine le Pen di presentarsi alle presidenziali del 2026.

La presidente Bénédicte de Perthuis ha iniziato a leggere la sentenza intorno alle 10.20 – la lettura dovrebbe durare almeno due ore. “Sarà un po’ lunga”, ha avvertito la presidente all’inizio. “Non c’è alcun desiderio da parte della corte di mantenere la suspense, ma lo farà come al solito, dando una serie di spiegazioni sulla decisione presa”, ha continuato. “Abbiamo capito chiaramente che la posta in gioco va al di là di quest’aula, ma il tribunale procederà come sempre”, ha aggiunto, di fronte a Marine Le Pen, seduta in prima fila insieme al vicepresidente del partito Louis Aliot.

Un risarcimento di 2,9 milioni di euro

Il Presidente ha già annunciato che Marine Le Pen e 8 deputati sono stati riconosciuti colpevoli di appropriazione indebita di fondi pubblici, mentre i 12 assistenti sono stati riconosciuti colpevoli di occultamento. Le sentenze non sono ancora state definite nei dettagli.

L’accusa è quella di aver fatto firmare dei contratti fittizi agli assistenti parlamentari, facendoli pagare dal parlamento di Bruxelles , ma in realtà utilizzandoli per attività politica sul territorio.  “È stato stabilito che tutte queste persone lavoravano in realtà per il partito, che il loro deputato non aveva affidato loro alcun incarico” e che “passavano da un deputato all’altro”, ha detto nel dettaglio. “Non si trattava di mettere in comune il lavoro degli assistenti, ma piuttosto di mettere in comune le buste dei deputati”, ha proseguito.

“Siamo chiari: nessuno è sotto processo per aver fatto politica, non è questo il problema. Il punto è se i contratti sono stati eseguiti o meno”, ha insistito il magistrato.

Il tribunale ha stimato in 2,9 milioni di euro il danno complessivo, facendo “pagare al Parlamento europeo persone che in realtà lavoravano per il partito di estrema destra”. Un’appropriazione indebita di denaro pubblico che il finalista alle elezioni presidenziali del 2017 e del 2022 e gli altri 24 imputati hanno sempre contestato.

I tribunali sono particolarmente interessati a decidere su una sentenza di ineleggibilità che potrebbe impedire a Marine Le Pen di entrare nella corsa per l’Eliseo nel 2027.

Lo scorso autunno, al termine di un processo durato due mesi e con grande sorpresa di tutti, l’accusa ha chiesto una condanna a cinque anni di ineleggibilità con esecuzione provvisoria (cioè da applicare immediatamente, anche in caso di appello) oltre a cinque anni di reclusione, di cui due non sospesi (pena modificabile), e una multa di 300.000 euro.

La pena dell’ineleggibilità era attesa, in quanto obbligatoria per la malversazione di fondi pubblici, ma l’esecuzione provvisoria, immediata e quindi anche in pendenza di ricorso,  era molto meno attesa e ha scosso il panorama politico.

“Appello a prescindere”

“Ci sarà un appello a prescindere […] in ogni caso, contestiamo la sostanza della decisione”, ha dichiarato lunedì mattina su TF1 Louis Aliot, sindaco RN di Perpignan e vicepresidente del partito. Considerati i consueti ritardi del sistema giuridico, è ipotizzabile che un secondo appello si terrà tra almeno un anno, il che significa che la decisione non sarà emessa prima dell’autunno 2026, pochi mesi prima delle elezioni presidenziali.

Marine Le Pen, 56 anni, ha annunciato la scorsa settimana a “Le Figaro” che la quarta partecipazione alle elezioni presidenziali del 2027 sarebbe stata l’ultima in caso di sconfitta.

La via giudiziaria all’eliminiazione politica di un partito

Il Rassemblement Nationale è il primo partito francese e la Le Pen era in testa nei sondaggi elettorali. Gli assistenti parlamentari sono usati da tutte le forze politiche per attività che spesso hanno poco a che fare con l’attività parlamentare europea. L’accusa sarà an che teoricamente  fondata, ma praticamente fa sorridere.

Questa sentenza è la via giudiziaria per i centristi francesi per cercare di eliminare il candidato più credibile, e probabilmente vincente, alla prossima sfida presidenziale. I francesi lo capiscono chiaramente, al di là di quello che dirà la corte. Il risultato, come spesso accade in questi casi, rischia di essere controproducente e di allargare ulteriormente la popolarità del RN. Tanto più che il partito ha in Jordan Bardella un delfino giovane, motivato, e che può facilmente prendere la posizione dell’attuale leader come candidato. RN non è sparito, anzi, potrebbe tornare più asciutto e seccamente motivato.


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