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Cina: stop repentino alla flotta di centrali nucleari galleggianti

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Il futuro di un ambizioso piano cinese per la costruzione di una flotta di reattori nucleari galleggianti nelle acque del Mar Cinese Meridionale è rimasto incerto dopo che le autorità hanno espresso preoccupazioni legate alla sicurezza, secondo gli ingegneri coinvolti nel progetto.

Quando tutto era pronto alla costruzione di questa flotta energetica, le autorità hanno deciso di rallentare o fermare questa decisione su consiglio degli organi di regolamentazione.

“Le centrali nucleari galleggianti hanno diversi vantaggi naturali e la tecnologia per costruirle è pronta. Sia la China National Nuclear Corporation che la China Shipbuilding Industry Corporation hanno condotto attivamente attività di ricerca e sviluppo. Tuttavia, la costruzione del primo progetto dimostrativo di centrale nucleare galleggiante in Cina non è ancora stata approvata“, ha dichiarato un team guidato dall’ingegnere senior Wang Donghui del National Energy Offshore Nuclear Power Platform Technology Research Centre.
“La sicurezza e la fattibilità sono ancora le principali preoccupazioni delle autorità di regolamentazione”, hanno dichiarato Wang e i suoi colleghi in un articolo pubblicato il 25 maggio sulla rivista Nuclear Power Engineering.

La mossa è stata una sorpresa per gli scienziati del progetto, poiché i reattori nucleari galleggianti sono generalmente considerati più sicuri di quelli a terra, con minor impatto e la possibilità di raffreddare le strutture direttamente nell’acqua oceranica marina, senza utilizzare la scarsa acqua dolce.

Sono anche meno vulnerabili ai terremoti perché le onde sismiche non viaggiano attraverso l’acqua come sulla terra e i maremoti al largo hanno una ricaduta minima.

Il team ha affermato che il reattore e la piattaforma galleggiante che lo sostiene sono “già tecnologicamente maturi”.

La Cina è tra i leader mondiali nello sviluppo dell’energia nucleare, con vari tipi di reattori, tra cui reattori ad acqua pressurizzata, reattori ad acqua pesante e reattori raffreddati a gas, in funzione o in fase di sviluppo.
L’unità industriale responsabile dello sviluppo di reattori per impianti galleggianti ha investito più di 10 anni di ricerca.
La Cina dispone anche di avanzate capacità di progettazione navale e di unità di progettazione e produzione nazionali in grado di costruire tali piattaforme galleggianti.

La speranza è che una centrale nucleare galleggiante possa fornire una fonte affidabile di energia per sostenere le attività militari e civili nelle isole remote del Mar Cinese Meridionale, secondo quanto riportato in precedenza dai media statali.

Non è finita: 12 anni dopo il disastro della centrale nucleare di Fukushima Daiichi La Cina ha costruito installazioni militari su diverse isole contese della regione, tra cui le isole Spratly e Paracel. Le strutture, che comprendono sistemi radar, apparecchiature di comunicazione e altri dispositivi elettronici, richiedono una notevole quantità di elettricità.

La Cina non vuole essere da meno e sta costruendo strutture civili e militari in diverse isole del Mar Cinese, talvolta perfino costruendo l’isola stessa. Tutte strutture che necessitano molta energia elettrica da ottenese in uno spazio limitato.

Una centrale nucleare galleggiante potrebbe anche essere dispiegata in modo relativamente più rapido e semplice rispetto a una tradizionale centrale terrestre costruita su un’isola. È particolarmente importante in una regione in cui la distanza o le tensioni politiche possono ostacolare l’accesso al combustibile, ma la presenza di un reattore nucleare potrebbe anche aumentare le tensioni tra i Paesi e il rischio di incidenti o inconvenienti con gravi conseguenze ambientali o geopolitiche.

Secondo il team di Wang, una delle maggiori preoccupazioni in materia di sicurezza è che le centrali nucleari galleggianti potrebbero subire minacce non solo dal mare e dall’aria, ma anche da attacchi sottomarini.
Un sottomarino nemico, ad esempio, potrebbe tentare di sabotare l’impianto piazzando esplosivi sullo scafo o danneggiando i sistemi di raffreddamento. Anche i veicoli aerei senza pilota potrebbero sorvolare l’impianto e lanciarvi bombe o altri proiettili.
Proteggere una centrale nucleare galleggiante da “subacquei, imbarcazioni, oggetti galleggianti o aerei” richiederebbe un sistema di sicurezza navale completo, hanno detto gli ingegneri.

Questo sistema consisterebbe in sottosistemi di rilevamento dei bersagli, sottosistemi di elaborazione e monitoraggio dei dati e sottosistemi di eliminazione dei bersagli. L’intero impianto sarebbe diviso in diverse zone e intervalli per motivi di sicurezza.
Tuttavia, “attualmente non esiste una soluzione di sicurezza matura o ampiamente utilizzata per le centrali nucleari galleggianti”. Per questo motivo, le centrali non sarebbero protette da potenziali minacce nell’ambiente.

Per proteggere le piattaforme galleggianti potrebbero essere impiegate navi militari, ma la loro presenza potrebbe aumentare le tensioni con i Paesi vicini.
Un ricercatore di ingegneria ambientale marina con sede a Pechino, che non è stato coinvolto nel progetto ma ha partecipato alla valutazione di progetti infrastrutturali su larga scala, ha affermato che il bombardamento dei gasdotti russi Nord Stream potrebbe essere stato visto dal governo cinese come un avvertimento. Se le infrastrutture energetiche ordinarie sono così fragili, che può succedere nel caso di un attacco a una centrale nucleare galleggiante ?

Sebbene nessun Paese o entità abbia ammesso il sabotaggio, “c’è la convinzione popolare che dietro a tutto ciò ci siano gli Stati Uniti”, ha dichiarato il ricercatore che ha chiesto di non essere nominato a causa della delicatezza della questione.
“Attaccare l’infrastruttura centrale di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite era considerato un tabù prima. Ora non più”, ha aggiunto.

A Pechino cresce la preoccupazione che gli Stati Uniti attacchino le infrastrutture cinesi nel Mar Cinese Meridionale e l’affondamento di una centrale nucleare galleggiante potrebbe provocare un disastro ben peggiore delle esplosioni di Nord Stream, secondo il ricercatore.
I reattori nucleari contengono anche materiali radioattivi che possono fuoriuscire nell’ambiente circostante se danneggiati o violati, rappresentando una minaccia significativa per la vita marina e gli ecosistemi della regione. Anche gli esseri umani sarebbero a rischio se le scorie radioattive entrassero nella catena alimentare. La perdita di un impianto del genere sarebbe un duro colpo per Pechino.

Quindi, per non inasprire lo scontro nel Mar Cinese, per ora Pechino sorvola sulle centrali nucleari galleggianti. Però queste strutture potrebbero essere offerte all’estero, a paesi che vogliono dotarsi di energia nucleare in tempi contenuti.

 


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