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Cina: nuova ondata di stimoli agli investimenti. Saranno sufficienti al rilancio economico?

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I dati economici cinesi non sono particolarmente brillanti, per cui si parla spesso di stimoli, ma questi sembrano un po’ tsanchi e quasi delundenti, nonostante l’annuncio del taglio dello 0,10% di ieri nei tassi a medio della PBOC.

Quindi si parla di uno stimolo più ampio: Pechino starebbe pensando di emettere mille miliardi di yuan, equivalenti a circa 140 miliardi di dollari, di obbligazioni speciali del Tesoro per aiutare i governi locali indebitati e aumentare la fiducia delle imprese. Le obbligazioni speciali verrebbero utilizzate per finanziare progetti infrastrutturali e altre iniziative volte a stimolare la crescita economica. Verrebbero inoltre utilizzati indirettamente per aiutare i governi locali a ripagare il loro debito.

Come promemoria, una delle fonti più probabili di rischio di un evento creditizio sistemico, citata dai gestori di fondi nel sondaggio di giugno, è il settore immobiliare cinese…

Probabilmente questi timori sono indicati come realistici, dato che comunque una delle speculazioni più note è quella di vendere allo scoperto i titoli della borsa cinese.

Se si aggiunge un tasso di disoccupazione giovanile record a un’economia sempre più instabile e ai crescenti timori di un evento creditizio e di un crollo del mercato, diventa chiaro perché Pechino stia iniziando a preoccuparsi. Ma è improbabile che anche l’ultimo stimolo proposto sia considerato sufficiente.

Disoccupazione giovanile cinese

Pechino sta anche valutando l’ipotesi di eliminare le restrizioni all’acquisto di seconde case nelle città più piccole della Cina, come modo per rilanciare il mercato immobiliare, hanno dichiarato le fonti del WSJ, riprendendo quanto riportato da Bloomberg all’inizio della settimana. Attualmente, in molte città è vietato agli acquirenti acquistare più di una proprietà, una politica volta a prevenire la speculazione.

Secondo il WSJ, le mosse sono un segno del fatto che i funzionari di Pechino sono sempre più preoccupati per le prospettive dell’economia, ora che l’ondata di entusiasmo seguita all’abbandono dei controlli draconiani di Covid-19 si è attenuata.

L’ultima spinta allo stimolo segue una serie di tagli dei tassi d’interesse da parte della banca centrale cinese questa settimana, tra cui quello di giovedì che ha ridotto il tasso di riferimento per la prima volta da agosto, mentre nuovi dati hanno mostrato che la ripresa economica del Paese si stia esaurendo. Tutti i recenti tagli sono stati derisi dagli operatori di mercato come troppo poco e troppo tardi per invertire l’accelerazione del declino della Cina.

Nel frattempo, gli ultimi dati pubblicati dalla Cina nella notte hanno mostrato che la crescita continua a rallentare…

vendite al dettaglio su mese e quindi investimenti fissi

… e si aggiunge alla crescente lista di sfide per Pechino, che comprende anche le relazioni gelide con gli Stati Uniti e le mosse di Washington e dei suoi alleati per limitare l’accesso della Cina a chip informatici avanzati per motivi di sicurezza nazionale. I produttori multinazionali stanno ripensando il ruolo della Cina nelle loro catene di approvvigionamento in risposta alle preoccupazioni per le future interruzioni del commercio dovute agli attriti con l’Occidente.

Molti operatori ed economisti sono sempre più scettici sul fatto che le ultime misure siano sufficienti a invertire l’indebolimento della fiducia e a prevenire un ulteriore rallentamento. Le mosse segnalano anche che i funzionari sono ancora fedeli ai vecchi metodi di stimolare la crescita utilizzando i prestiti per stimolare gli investimenti, mentre sarebbe necessario lavorare sul benessere delle famiglie e sulla loro capacità di spesa diretta. La Cina dovrebbe occuparsi di più del micro che del macro, dei piccoli investimenti piuttosto che dei grandi progetti, ma questo sarebbe un cambio di progettualità notevole, e forse la Cina non è ancora pronta.

 


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