Analisi e studi
Cina: inflazione sotto alle aspettative, compresa quella core. La politica espansiva non è stata efficace
La politica espansiva della PBOC e del governo non è stata abbastanza efficae. L’inflazione cinese è rimasta sotto le aspettative del mercato. Bisogna fare di più , come espansione. Minaccioso il messaggio che arriva dal settore auto
Il mese scorso, l’allentamento della politica monetaria cinese non ha fatto impennare l’inflazione: la crescita dei prezzi al consumo e alla produzione è stata inferiore alle aspettative e le pressioni deflazionistiche hanno continuato a soffrire.
L’indice dei prezzi al consumo (CPI), un indicatore chiave dell’inflazione, è cresciuto dello 0,4% su base annua a settembre, rispetto all’aumento dello 0,6% di agosto, ha dichiarato domenica l’Ufficio nazionale di statistica (NBS). La lettura è stata inferiore alla crescita dello 0,7% prevista dagli economisti intervistati da Wind.
La crescita è stata in gran parte trainata dai prezzi dei generi alimentari, che il mese scorso sono aumentati del 3,3 percento su base annua, con un aumento del 22,9 percento dei prezzi delle verdure e del 16,2 percento dei prezzi della carne di maiale.
Tuttavia, i prezzi degli elettrodomestici sono scesi del 2% rispetto all’anno precedente, gli affitti delle abitazioni sono diminuiti dello 0,4%, mentre i prezzi dei veicoli sono scesi del 5,3% a causa dell’ampia offerta.
I prezzi delle auto cinesi elettriche a batteria, che sono soggetti a tariffe elevate negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e in Canada, sono scesi del 6,9% rispetto all’anno precedente. Questo verrà a porre un problema ulteriore soprattutto per i paesi europei.
Ecco il relativo grafico.
Domenica scorsa, Dong Lijuan, funzionario dell’ufficio statistico, ha attribuito il rallentamento della crescita dell’inflazione al consumo a una base di confronto più elevata l’anno scorso. In un contesto di rallentamento economico generale, i consumatori della seconda economia mondiale stanno frenando le spese a causa della debolezza del mercato del lavoro e del protrarsi del crollo immobiliare.
La crescita dell’IPC cinese è rimasta intorno allo zero da marzo dello scorso anno, alimentando le preoccupazioni del mercato per le pressioni deflazionistiche e la debolezza della domanda.
Ancora peggio l’aumento dell’inflazione core, al netto di energia e alimentari freschi, che è cresciuto solo ello 0,1%, il dato più basso da gennaio, a mostrare che la dinamica salariale è troppo bassa.
Nel frattempo, l’indice dei prezzi alla produzione della Cina, che misura il costo dei beni al cancello della fabbrica, è sceso del 2,8% a settembre, registrando un calo per il 24° mese consecutivo, rispetto al calo dell’1,8% di agosto. La lettura è stata peggiore del calo del 2,5% previsto da un sondaggio Wind.
Quindi l’allentamento monetaria effettuato dalla PBOC e le politiche espansive di settembre non hanno avuto effetto sull’inflazione. Un pessimo segno per la vitalità dell’economia cinese.
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