Cina e Russia pagano i gas naturale in Rubli e Yuan

Russia e Cina hanno cambiato le modalità di pagamento del gas naturale. Secondo quanto riportato dai media, il 6 settembre Gazprom ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con la parte cinese sulle modalità di fornitura del gas, e il metodo di pagamento sarà cambiato da dollari USA a RMB e rubli.

Anche China Petroleum Network ha riportato la notizia della firma dell’accordo tra Cina e Russia, affermando che, durante il settimo Forum Economico Orientale, China National Petroleum Corporation e Gazprom hanno firmato un accordo integrativo all’accordo di acquisto e vendita di gas, senza però rivelarne i dettagli. I media cinesi hanno citato fonti secondo cui il nuovo metodo di pagamento è entrato in vigore immediatamente e l’importo del pagamento è diviso equamente tra rubli e renminbi.

Xie Tian, professore presso la Aiken Business School dell’Università della Carolina del Sud, ha affermato che nel commercio internazionale la pratica di non effettuare pagamenti in dollari o euro non è impossibile, ma non è nemmeno comune. Egli ritiene che sia la Russia che la Cina stiano affrontando i vincoli economici degli Stati Uniti e siano costrette a cercare nuovi modi per alleviare le rispettive pressioni, in assenza di modi per cambiare il sistema economico mondiale. “Anche la Cina ha avvertito la crisi e la pressione degli Stati Uniti, che hanno iniziato a circondare e reprimere economicamente, con un blocco del commercio estero e della tecnologia, costringendo la Cina a riflettere su come affrontarla. Allo stesso tempo, la Cina ha dovuto farlo per volere di Putin e della Russia. Questo risolverebbe il problema delle esportazioni energetiche della Russia, ma non quello della Cina. La Cina ha bisogno non solo di petrolio e gas, ma anche di altri prodotti come computer, medicinali ed elettronica, che la Russia non può fornire. ”  Questo è il motivo per cui comunque il dollaro resta centrale negli scambi internazionali, ma un interscambio diretto, anche solo parziale, permette da un lato di affermare la propria terzietà politica, dall’altro anche di separare le proprie attività commerciali da un dollaro sempre più forte e sempre meno controllabile.