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Analisi e studi

Cina: calano export e import, ma meno delle attese. La crisi si sta alleviando?

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Le esportazioni dalla Cina sono scese dell’8,8% su base annua a 284,87 miliardi di dollari nell’agosto 2023, dopo un crollo del 14,5% a luglio e migliore delle previsioni di un calo del 9,2%.

Questo è stato il quarto mese consecutivo di calo delle esportazioni, in un contesto di indebolimento della domanda globale. Tra i principali partner commerciali, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite del 9,53% rispetto all’anno precedente, mentre quelle verso i paesi dell’ASEAN, il principale partner commerciale della Cina, e l’UE sono diminuite rispettivamente del 13,25% e del 19,58%. Quelle verso la UE indicano una profonda crisi economica dell’Unione Europea,

Le esportazioni di terre rare a luglio sono aumentate del 30% rispetto all’anno precedente a 4.775 tonnellate, aiutate da un indebolimento dello yuan rispetto al dollaro USA e dal crescente appetito da parte degli acquirenti esteri. Questo nonostante le limitazioni poste dalle autorità cinesi.

Nei primi otto mesi dell’anno, le esportazioni sono diminuite del 5,6% rispetto allo stesso periodo del 2022, attestandosi a 2,22 trilioni di dollari.

Ecco il grafico dell’export

Anche le importazioni sono calate. Le importazioni in Cina sono diminuite del 7,3% su base annua a 216,51 miliardi di dollari nell’agosto 2023, attenuandosi rispetto al crollo del 12,4% di un mese prima e segnando il settimo calo finora quest’anno.

L’ultimo risultato è arrivato dalle stime di mercato di un calo del 9,0%, nel contesto di una serie di misure di Pechino per stimolare la domanda interna. Gli acquisti di rame greggio sono diminuiti del 4,99% su base annua, così come i prodotti di acciaio (-29,09%). Inoltre, le importazioni di carne sono diminuite del 4,55%.

Al contrario, sono cresciuti gli acquisti di petrolio greggio (30,86%), prodotti raffinati (86,77%), gas naturale (22,71%), minerale di rame e concentrato (18,81%), carbone (50,48%) e minerale di ferro (10,61%). Allo stesso tempo, sono aumentati gli acquisti di soia (30,54%), olio commestibile (92,15%) e gomma (9,46%).

Le importazioni sono diminuite da Giappone (-16,9%), Corea del Sud (-21,9%), Taiwan (-7,4%), UE (-5,7%), Stati Uniti (-7,9%), Australia (-0,8%) e Paesi ASEAN (-6,1%).

Interessante che aumentino le importazioni energetiche, carbone e petrolio, e calino quelle di materie prime come acciaio e rame. Che stiano aumentando produzioni energy intensive, oppure c’è un problema di generazione elettrica nell’idroelettrico?

Comunque ecco il grafico relativo

Il surplus commerciale è leggermente calato, in conseguenza di questi movimenti.

Quali conclusioni possiamo trarre? La crisi prosegue, ma si sta alleviando. Il prossimo mese potremmo avere dei dati di import export ancora migliori, ma comunque l’export indica che la crisi mondiale è ancora viva, ben viva, e si trova in Occidente. L’Europa non funziona come economia, e si trascina dietro anche la Cina, dove, comunque, si sta cercando una via verso il migliorameento.

La Cina sta male, ma siamo noi il virus.


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