Attualità
Caro Socci, ottime osservazioni, ma per sposarsi (al Governo) bisogna essere almeno in due…
Ho letto un articolo del blog di Antonio Socci sulla posizione del Centrodestra con grande interesse: del resto lo scrittore è sempre molto lucido nelle sue visioni ed esplicito nelle sue affermazioni, oltre ad essere un’ottima penna da cui c’è molto da imparare. Però, nel caso specifico, mi trovo in disaccordo.
Socci ha una visione condivisibile affermando che non si può lasciare un nuovo governo nelle mani della vecchia maggioranza, con o senza Renzi, e che il Centrodestra deve, o dovrebbe, prendersi le proprie responsabilità di governo, non spingendo esclusivamente sulle elezioni. Il ragionamento non è, di per se, sbagliato: lasciare un governo incapace e devastane o provare a prendere responsabilmente il proprio peso politico in mano e cercare di minimizzare i danni?
Il problema che sottovalutano tutti è che, per sposarsi, bisogna essere in due, e soprattutto deve sorgere un minimo di amore, non di odio. Il governo giallo rosso attuale gode della maggioranza, se include la componente renziana, per cui non c’è nessun motivo per cui dovrebbero inviare un’offerta di partecipazione al centrodestra. Il governo attuale si basa solo sulla gestione del potere e avendo la maggioranza , perchè dovrebbe condividerlo?
Ci sono solo due casi in cui la maggioranza attuale potrebbe desiderare l’allargamento:
- Un profondo litigio su base personale fra gli esponenti dell’attuale maggioranza, ma i conflitti personali si risolvono eliminando una delle personalità, e mi sembra che l’attuale maggioranza non si faccia molti scrupoli in materia. Quindi questa possibilità è residuale;
- La ricerca di ulteriori complici per dividere le responsabilità di un malgoverno sempre più evidente. Si tratta del famoso governo di “Unità nazionale”, ma questo sarebbe possibile solo con figure veramente terze, e non solo perché hanno ricoperto questa o quella figura che ha ricoperto una carica istituzionale. La scelta deve essere comune e non può essere imposta, perché l’imposizione viene a violare la terzietà.
Da quanto è stato riferito dal senatore Vitali, tornato in Forza Italia, Salvini sarebbe anche disposto ad appoggiare un governo “Di larghe intese”, purché ovviamente contenga due punti essenziali per il programma della Lega, cioè la riforma fiscale e quella dell giustizia. Sono veramente condizioni minime, ma le vedete accettate dal partito che ha fatto del pasticcio-giustizialismo di Bonafede una bandiera? La riforma fiscale può essere accettata da chi, seguendo pedissequamente i dettami di una Bruxelles sempre più lontana, sta per far partire la riforma del catasto creando, di fatto, una pesante patrimoniale sugli immobili?
Per sposarsi bisogna essere in due, e qui manca uno dei nubendi. Poi noi siamo come San Tommaso, e attendiamo di toccare con mano quello che porterà il futuro.
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