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Bonus edilizi: col termine della cessione del credito, facciamo affidamento sulle detrazioni

Dal 16 febbraio 2023, salvo alcune rare eccezioni, cessione del credito e sconto in fattura non saranno più opzioni di risparmio per i bonus edilizi

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Le recenti decisioni governative, di porre un termine temporale alla cessione del credito, hanno sicuramente scosso l’intero settore dell’edilizia.

In pratica, dal 16 febbraio 2023, salvo alcune rare eccezioni, cessione del credito e sconto in fattura non saranno più opzioni di risparmio per i bonus edilizi.

In ogni caso si parla di possibili proroghe per cercare di smaltire i crediti bloccati, la verità è che comunque vada, sarà estremamente difficile poter sfruttare in futuro questa opzione.

Tuttavia, indipendentemente da cosa ne sarà della cessione dei crediti, non vuol dire che non sia più possibile ricorrere alle classiche forme di detrazione fiscale, che fino a qualche anno fa venivano normalmente utilizzate, e che rappresentano comunque un incentivo volto alla riqualificazione di edifici datati, soprattutto sul piano energetico.

In questo approfondimento faremo un breve focus sulla situazione attuale, per poi andare a verificare quali sono le forme di detrazioni fiscali ancora disponibili, in quanto prorogate con l’ultima Legge di Bilancio.

Bonus edilizi: come funziona la detrazione fiscale

In pratica, chi inizia a ristrutturare adesso, optando per i bonus edilizi disponibili, non può più ottenere lo sconto immediatamente, tramite la cessione del credito o lo sconto in fattura.

Questo vale, ad eccezione di coloro che hanno già avviato i lavori e presentato la CILAS prima del 16 febbraio 2023; in questo caso sarà ancora possibile accedere a queste modalità vantaggiose.

Anche se molti ritengono che la decisione di porre un freno alla cessione del credito e allo sconto in fattura rappresenti uno stop per il settore delle ristrutturazioni edili, vi è comunque la possibilità di optare per l’assorbimento del credito tramite detrazione fiscale ordinaria.

Tuttavia, il credito potrà essere erogato a rate dal fisco nel giro di 10 anni in alcuni casi, in compensazione rispetto alla capienza fiscale del contribuente.

In altri casi, questo periodo è ridotto a 5 anni, in base alla tipologia di bonus che verrà preferita.

Detrazioni fiscali: ecco perché sono rimaste

La decisione del governo di eliminare la cessione del credito e lo sconto in fattura per i bonus edilizi, favorendo, di contro, la detrazione fiscale ordinaria, deve essere analizzata sulla base di quello che si è visto negli ultimi mesi.

Agevolazioni come il bonus 110 hanno sicuramente dato impulso all’intero settore edile, ma hanno anche portato alla luce varie problematiche.

Soprattutto il moltiplicarsi di episodi di frodi e truffe legate ai bonus edilizi, ha spinto il governo a introdurre misure impopolari, ma atte a prevenire queste situazioni.

Non dimentichiamo anche come il 110 si sia rivelato un’enorme spesa per lo Stato, causando un accumulo eccessivo di crediti.

Già con il fatto che molte banche avevano preventivamente deciso di sospendere gli assorbimenti del credito, si erano creati i presupposti per uno stop deciso.

Quali bonus edilizi sono ancora disponibili

Considerando che è importante guardare sempre con occhio fiducioso al futuro, dobbiamo ricordarci che sono comunque disponibili numerose opportunità di detrazione fiscale nelle modalità più classiche.

Forse il ritorno a un modo più semplice di utilizzare queste agevolazioni fiscali, consentirà di avere una gestione più sensata, senza andare ad intaccare il settore edilizio, e lasciando comunque la possibilità di riqualificare al meglio i vecchi edifici.

Ma quali detrazioni fiscali sono ancora effettivamente disponibili, ai primi di marzo del 2023? Vediamole brevemente.

Bonus 110, adesso da considerarsi al 90%

La detrazione fiscale del Superbonus, che prima prevedeva il 110% di agevolazione, è stata attualmente ridotta al 90%.

Tale agevolazione riguarda le spese sostenute per:

  • interventi in materia di efficienza energetica;
  • riduzione del rischio sismico;
  • installazione di impianti fotovoltaici e infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

Il bonus al 90% è previsto per interventi su parti comuni di edifici, unità immobiliari funzionalmente indipendenti e singole unità immobiliari, a determinate condizioni.

Dal 2023, la detrazione fiscale scende al 90% sia per i condomini che per gli edifici con 2-4 unità immobiliari con unico proprietario o in comproprietà tra più soggetti, salvo alcune eccezioni.

In particolare, i condomini continueranno a beneficiare del Superbonus al 110% nel 2023 se e solo se:

  • l’assemblea ha deliberato i lavori entro il 18 novembre 2022;
  • la Cilas è stata presentata entro il 31 dicembre 2022;
  • in alternativa, se l’assemblea ha deliberato i lavori tra il 19 e il 24 novembre 2022 e la Cilas è stata presentata entro il 25 novembre 2022.

Gli edifici con 2-4 unità immobiliari con unico proprietario o in comproprietà tra più soggetti continueranno a beneficiare del Superbonus al 110% nel 2023, solo nel caso in cui la CILAS sia stata presentata entro il 25 novembre 2022.

Per interventi su edifici unifamiliari, prime case, Onlus e Iacp, la detrazione, a tutto il 2023, è possibile al 90%.

Ovviamente, sulla possibilità di richiedere questo tipo di bonus, sarà necessario far effettuare un’analisi approfondita da un esperto del settore, per verificare quali tipologie di intervento devono essere realizzate e i criteri di accesso alla detrazione.

Bonus 65% per interventi sul risparmio energetico, prorogato fino al 2024

L’Ecobonus al 65% è un’agevolazione fiscale concessa per promuovere interventi di risparmio energetico in edifici ad alto consumo, finalizzati ad aumentare l’efficienza energetica e ridurre gli sprechi termici.

L’agevolazione fiscale al 65% comporta una riduzione dell’IRPEF e dell’IRES, che vengono recuperate attraverso detrazioni da ripartire in rate da 10 anni di uguale importo.

L’obiettivo che ci si pone è quello di far si che si riesca a ridurre sensibilmente le spese in bolletta, contenendo spese come quelle per il riscaldamento d’inverno e il raffrescamento d’estate.

Il bonus al 65% è da considerarsi prorogato fino a tutto il 2024.

Bonus 50% per interventi di ristrutturazione edilizia: un’alternativa da considerare

Fino al 31 dicembre 2024 è possibile beneficiare delle detrazioni Irpef al 50% per lavori di ristrutturazione edilizia, con un limite di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare, anche questo da ripartire in dieci anni.

Quest’agevolazione fiscale si applica per:

  • la manutenzione ordinaria e straordinaria sulle parti comuni degli edifici condominiali;
  • la ristrutturazione straordinaria degli appartamenti;
  • il recupero e il restauro conservativo.

Tutti questi interventi potranno godere dell’aliquota di detrazione più alta, pari al 50%, fino a tutto il 2024.

Tra le opere di coibentazione termica, è possibile realizzare interventi performanti, come l’insufflaggio nelle intercapedini e l’isolamento del sottotetto, che consentono di:

  • ridurre i fenomeni di dispersione termica in casa;
  • ridurre i consumi energetici;
  • migliorare la prestazione energetica dell’edificio, nonché il confort termico.

Nonostante la detrazione al 50% venga poco considerata, probabilmente in quanto vista come uno sgravio fiscale dal peso meno importante, essa è abbastanza semplice da ottenere, e senza tutta la burocrazia vista per agevolazioni come il 110.

Quindi, qualora non sia possibile accedere alla detrazione al 110 (o 90%) tra le due alternative rimaste (detrazioni del 50% e del 65%), riteniamo che la prima sia una soluzione interessante.

Scegliendo la detrazione del 50%, si evitano pratiche complicate e costose, non si è soggetti a controlli e si può usufruire del contributo di un tecnico abilitato per la richiesta delle detrazioni.

Inoltre, la detrazione del 50% resta una soluzione conveniente, con una spesa contenuta rispetto alla detrazione al 65%.

Difatti, per accedere al bonus 65%, sarà necessario:

  • effettuare un sopralluogo da parte di un tecnico abilitato prima e dopo l’intervento;
  • redigere un APE ante e post intervento, il cui costo può essere molto elevato.

Tutto questo porterà ad annullare completamente la maggiorazione di agevolazione del 15%, rispetto alla detrazione al 50%.

Conclusioni

In conclusione, abbiamo visto come vi siano ancora molte opzioni, in termini di agevolazione fiscale per riqualificare il nostro edificio.

Ma come capire qual è la formula più adatta per noi?

Come abbiamo visto in precedenza, solo con un esperto del settore è possibile verificare quali sono gli interventi di cui necessita veramente la vostra casa.

In particolare, vi consigliamo di tenere sempre presente:

  • le tipologie di intervento da considerare, in quanto ogni bonus edilizio è destinato ad un determinato tipo di intervento;
  • il limite massimo di spesa detraibile. Valutiamo attentamente la spesa sostenuta per l’intervento e verifichiamo se questa rientra nel limite previsto per il bonus scelto;
  • verificare i tempi previsti per la presentazione della documentazione e l’effettuazione dell’intervento;
  • i requisiti richiesti per accedere al bonus edilizio scelto.

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