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Bielorussia ed elezioni: percentuali bulgare ed interventisti nostrani…

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Alexander Lukashenko ha vinto le elezioni più contestate al mondo, quelle tenute domenica in Bielorussia. L’ultimo figlio dell’epoca sovietica avrebbe vinto con la percentuale dell’80% dei voti, ma il dato è fortemente contestato dai suoi avversari politici e soprattutto da Svetlana Tichanowskaja, la sua contendente che si è trasferita in Lituania per evitare problemi. Ci sono state manifestazioni di piazza a Minsk, subito represse dalla polizia , preventivamente mobilitata per le elezioni.

Sembra una situazione senza uscita: Lukashenko ha esagerato, l’ottanta per cento non è plausibile, solo Conte può vantare un appoggio del 90% degli Italiani, ma in questo caso sono casalinate senza un vero e proprio voto. Si sono viste scene divertente con sacchi di schede che uscivano dalla finestra:

Nessuno può credere che Luakshenko abbia preso oltre l’ottanta per cento dei voti ed i suoi sono stati troppo zelanti nel voler far vincere il loro capo: un 55% a 45% sarebbe stato meno contestabile, ma Lukashenko non vuole oppositori. Nello stesso tempo le proteste sembrano non avere nessuna guida, nessun leader preciso, soprattutto dopo che la Tichanowskaja ha lasciato il paese.

Che fare? Il paese rischia di cadere nel caos. Putin, alcuni giorni prima aveva chiamato Lukashenko e la Tass aveva riportato un colloquio nel quale il leader russo non voleva “Grane” ai confini, qualsiasi fosse il risultato. Ora le tattiche possono essere due:

  • una intelligente in cui l’occidente e l’Europa “Dialogano” per una transizione ordinata della Bielorussia, che comunque dovrebbe proseguire la propria funzione di stato cuscinetto;
  • una “Stupida” con un intervento diretto europeo nelle questioni bielorusse, che obbligherebbe Putin ad opporsi riproponendo, peggiorato, lo stallo ucraino.

Per capire che la seconda opzione è sbagliata, basta vedere chi la appoggia, con un  puro stile “Armiamoci e partire”

Intervenire “Con forza” significa dare un calcio alla Russia che non vuole un paese che magari, potenzialmente, può entrare nella NATO ai propri confini. Attualmente Putin non appoggia Lukashenko, ma, messo alle strette, potrebbe cambiare idea o trovare un altro campione. Siamo sicuri di voler scatenare una guerricciola sanguinosa alle porte dell’Europa? Letta lo vuole, e noi?


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