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Berlusconi fonderà un nuovo partito in Italia, il Partito Repubblicano. Tale mossa conferma quanto non si osa dire, ossia che in Italia dal ’45 le elezioni si sono tenute ogni quattro anni…

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Berlusconi è certamente geniale, riesce sempre a sparigliare le carte. Oggi abbiamo inteso essere all’alba di un nuovo grande scenario politico italiano, quello del bipartitismo mutuato dagli USA: al PD-Partito Democratico composto in gran parte da ex comunisti si contrapporrà il Partito Repubblicano ex PdL. Ci vuole nulla o poco più a correlare il futuro panorama politico italiano a quello USA, Democratici vs. Repubblicani. La Stampa di Torino, facente parte di uno dei gruppi italiani maggiormente “sostenuti” nelle loro visioni strategiche ed anche economiche da Obama,  mette in campo lo spauracchio dell’ironia riprendendo la raffigurazione partitica dell’elefantino in USA ed in Italia.

E’opinione dello scrivente che questo sarebbe un gran bene per il nostro paese, direi di più, sarebbe geniale. Se andrà in porto tale proposta probabilmente le future generazioni dovranno ringraziare l’autore di questo lampo di genio, siffatta iniziativa potrebbe davvero promuovere un’evoluzione politica del Belpaese più di mille proclami e di mille leggi elettorali. Prima di tutto, in tale contesto ci troveremmo ad inquadrare meglio il male necessario chiamato Italicum, per coloro che non amano come invece il sottoscritto il maggioritario puro è chiaro che l’Italicum rapresenta solo un problema. Sotto alcuni aspetti il nuovo modello elettorale maggioritario può ragionevolmente essere considerato una riduzione democratica, è inevitabile che lo sia quando si dà tutto tutto il potere ad un partito a valle delle elezioni. Nelle more dell’italo-Italicum molti si chiedevano dove individuare nel panorama rappresentativo italiano l’equivalente del check and balance americano, elemento di equilibrio politico istituzionale sempre presente nel panorama politico americano: tale “controllo” invece brilla per la sua assenza – anche per motivi culturali –  nell’Italicum. A parziale soluzione di tale conundrum ecco spuntare la contrapposizione anche formale di fonte berlusconiana tra Repubblicani e Democratici made in Italy.

Ciò avrà molte conseguenze. In primis ci sarà un allineamento tra i valori e forse fin anche tra le strutture organizzative della politica italiana con quella americana, all’interno della stessa fazione. Poi ci sarà anche un avvicinamento nella visione strategica, le due scuole politiche potrebbero tranquillamente convergere attraverso varie forme di omologazione (…). Finalmente anche a livello reputazionale ci sarà il reciproco interesse alla moralizzazione anche formale nei due schieramenti egualmente denominati sulle due sponde dell’Atlantico.

Finalmente, dovremmo avere il coraggio di riconoscere che dalla fine della seconda guerra mondiale l’Italia è stata una Repubblica a responsabilità limitata nei confronti degli USA, come disse in tempi non sospetti il buon Flamigni – un raro esempio di comunista comunque saggio -. Secondo chi scrive nulla di male, anzi il contrario, l’Italia è potuta diventare la settimana potenza economica mondiale solo grazie al tutoraggio USA, vediamo oggi mentre tale tutoraggio sta scemando come la Germania ci consideri veramente –  Germania intesa come il dominus europeo in pectore – ossia come vacca da mungere. Ben venga quindi anche il formale oltre che materiale avvincinamento nelle definizioni strutturali tra la politica USA ed Italiana, forse in tale modo eviteremo la malcelata ingerenza per il tramite giudiziario – vedasi gli eccessi nella custodia cautelare durante tangentopoli secondo il giudice USA Justice A. Scalia -, violenza [politica] sempre presente da Tangentopoli ad oggi, memento le intercettazioni, gli scandali mediatici etc. che hanno sempre contraddistinto i grandi cambiamenti politico/istitizionali del Belpaese: in presenza di una formale vicinanza politico/strategica/organizzativa tra i principali partiti italiani e USA sparirebbe la necessità – ad oggi senza dubbio presente – orientata alla “correzione” (o anche caduta) di governi non affini all’ordine costituito americano. Piuttosto ritengo che nel contesto di tale ipotetica evoluzione (nel senso di convergenza) si andrà verso una stabilizzazione del sistema politico/istituzionale italiano, correggendo le nostre numerose storture. E, importantissimo, difendendo  il Belpaese dalle ingerenze degli aggressivi avversari EU (loro dicono di essere partners), sempre in cerca di fonti di sostentamento per i propri sistemi nazionali, vedasi la Germania con l’euro austero a danno soprattutto dei paesi euro-periferici.

Si, insomma, dobbiamo avere il coraggio di dire che il trattamento riservato a Berlusconi in Italia dalla corrente amministrazione democratica USA molto probabilmente è anche da ricondurre alla eccessiva vicinanza del Cavaliere all’entourage repubblicano di Bush durante le guerre in medio oriente, ai partner europei lasciati in disparte durante la rivoluzione militare medio orientale non è parso vero di potersi riprendere grazie al supporto democratico di Obama quanto gli era stato negato dall’Italia nel primo decennio del nuovo millennio… Da qui la caduta nella polvere dell’ex primo ministro ed anche l’avallo delle ricette lacrime e sangue basate sull’austerità euroimposta di matrice tedesca.

Per chi come lo scrivente ritiene che sia nel perfetto interesse dell’Italia diventare addirittura la cinquantunesima stella della bandiera americana – la copertura militare USA in Italia è stata ed è praticamente totale – piuttosto che rimanere schiavi dell’Europa tedesca impersonificata nell’euro austero, la novità della conversione del centro destra ex Berlusconiano in Partito Repubblicano (contrapposto al Partito Democratico ex comunista) suona come una sinfonia.

Mitt Dolcino


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