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Economia

Spagna, BBVA contro il Governo: perché la battaglia per Sabadell non si ferma, tra rischi e scommesse politiche

Il colosso BBVA sfida apertamente il governo Sanchez e il suo veto alla fusione con Banco Sabadell. Quali le vere ragioni dietro questa ostinazione? Un’analisi sul rischio bancario in Spagna e le scommesse politiche.

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Un colpo di scena inatteso scuote il settore bancario spagnolo. Nonostante il fermo divieto imposto dal governo Sanchez a una fusione operativa per ben tre anni (prorogabili a cinque), il colosso BBVA non arretra di un millimetro nella sua determinazione offerta per acquisire Banco Sabadell. Ricordiamo che BBVA e Sabadell sono fra le se principali banche spagnole e la fusione creerebbe un gruppo bancario dell’ordine dei 27 miliardi di borsa di valore. Un colosso in Europa, e un gigante per la Spagna, dove il settore bancario è ancora molto redditizio

Una mossa che ha del clamoroso e che apre a scenari incerti per l’economia iberica e per il futuro del credito. Ma perché questa ostinazione, quasi una sfida aperta al potere esecutivo, in un momento così delicato?

Il Consiglio dei Ministri spagnolo ha blindato la fusione, citando la necessità di proteggere cinque rischi di interesse generale: dal sostegno al credito per PMI e start-up alla salvaguardia dell’occupazione. Un muro invalicabile che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe scongiurare l’ennesima ondata di tagli e ristrutturazioni nel settore bancario, preservando la stabilità sociale.

Eppure, BBVA, guidata dal presidente Carlos Torres, ha ignorato il monito, rilanciando con forza la sua visione: “Il progetto crea un enorme valore per gli azionisti di entrambe le banche. La fusione rappresenta un’opportunità unica per costruire una delle banche più competitive e innovative d’Europa”. Una dichiarazione che suona come una dichiarazione di guerra in punta di piedi.

La scommessa di BBVA: un braccio di ferro con Madrid, o l’attesa di un vento nuovo?

La decisione di BBVA di andare avanti, nonostante le condizioni draconiane che vietano licenziamenti e chiusure di filiali legati all’operazione, rivela una strategia audace. Inizialmente, la banca stimava sinergie per 850 milioni di euro, gran parte derivanti proprio dai risparmi su personale e rete fisica. Ora, con il veto governativo, questi calcoli sono stati stravolti. BBVA stessa ha ammesso che lo scenario “senza fusione” comporterebbe oneri aggiuntivi in termini di capitale.

bancomat delle due banche.

Eppure, la banca basca è convinta che la logica dell’operazione sia “impeccabile”, basandosi principalmente su risparmi tecnologici e sulla creazione di una “istituzione più forte, con una dimensione più ampia e con la capacità di aumentare i finanziamenti a famiglie e imprese di 5 miliardi di euro all’anno”. Un classico ragionamento da manager bancario per cui “Bigger is better” “Grande è meglio” a qualsiasi costo, ed in ogni modo. Un’idea che in Italia ci è costata cara.

Ma c’è un’altra chiave di lettura, più sotterranea e rischiosa: la possibilità che dietro questa determinazione granitica si celi una mancanza di fiducia nella durata del governo Sanchez. In un panorama politico spagnolo sempre in bilico, non è azzardato ipotizzare che BBVA stia scommettendo su un cambio di rotta in futuro. Un nuovo governo, magari meno rigido e più incline a favorire le logiche di mercato, potrebbe revocare o attenuare le restrizioni, aprendo le porte a quella fusione “completa” che oggi è negata. I sondaggi elettorali ormai danno per quasi certa una prossima maggioranza di centrodestra, dopo gli scandali del governo Shanchez.

Risultato sondaggio elettorale Spagna 25-6

Questa sfida aperta di BBVA non è solo una mossa finanziaria, ma un vero e proprio azzardo politico. La banca è consapevole che il suo progetto, per essere pienamente redditizio, necessita di una libertà operativa che il governo attuale non intende concedere. L’attesa per la pubblicazione del prospetto informativo da parte della CNMV, la CONSOB spagnola, prevista per metà luglio, sarà il prossimo capitolo di questa intricata saga, che tiene col fiato sospeso il mercato e i cittadini spagnoli. Il rischio bancario prosegue, sì, ma non per debolezza, bensì per una volontà ferrea di inseguire un obiettivo, anche contro ogni divieto.

Il Mercato già scommette: TSB e la Remunerazione degli Azionisti

A rendere la situazione ancora più intrigante è la notizia, emersa lo stesso giorno della decisione di BBVA, che Barclays e Santander hanno presentato offerte vincolanti per TSB Bank, la filiale britannica di Sabadell, con stime che superano i 2,8 miliardi di euro. La vendita delle attività britanniche permetterebbe a Sabadell di rafforzare la remunerazione degli azionisti e concentrarsi maggiormente sulla Spagna. Una mossa che potrebbe influenzare l’OPA e che indica come il mercato sia già in fermento, scommettendo sulla prosecuzione dell’operazione, a prescindere dalle direttive governative.


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