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Bando alle auto a combustione interna nella UE: abbiamo meno di 10 anni per invertire una normativa demenziale
L’Unione Europea ha finalizzato un accordo per l’eliminazione graduale delle auto con motore a combustione interna entro il 2035, imponendo ai produttori di auto del blocco un regolamento a emissioni zero.
I negoziatori dei governi nazionali, il Parlamento europeo e la Commissione europea hanno concordato di obbligare le case automobilistiche a ridurre le loro emissioni a zero entro il 2035, il che significa un divieto effettivo di vendita di veicoli a combustibile fossile dopo quell’anno. Bene bravi bis, anche perché questo probabilmente verrà a significare che, da quell’anno, i cittadini europei saranno costretti ad andare a piedi, se non hanno auto usate.
“Questo accordo è una buona notizia per gli automobilisti… le nuove auto a emissioni zero diventeranno più economiche, rendendole più accessibili a tutti”, ha dichiarato Jan Huitema, capo negoziatore del Parlamento europeo. Ovviamente, come tutte queste affermazioni, si tratta di auspici che, sinora, non sono state rispettate. Esiste questa incredibile idea di stampo sovietico secondo la quale qualsiasi cosa venga decisa dalla Commissione e pedissequamente seguita dal Parlamento viene poi ad essere realizzabile. Se domani la Commissione votasse per far scorrere il Danubio nel golfo di Trieste ci sarebbero dei parlamentari che riterrebbero la cosa buona e fattibile, a priori.
Anche il responsabile dell’UE per il Green Deal, Frans Timmermans, ha accolto con favore la notizia, affermando che “l’Europa sta abbracciando il passaggio alla mobilità a emissioni zero”, come citato da Reuters.
La proposta di vietare i veicoli con motore a combustione interna in tutta l’Unione Europea è stata avanzata all’inizio dell’anno e ha suscitato le critiche dell’industria automobilistica.
Il capo dell’associazione tedesca dell’industria automobilistica, Hildegard Mueller, ha dichiarato a giugno, quando la proposta è stata presentata per la prima volta, che l’infrastruttura di ricarica europea non è sufficientemente sviluppata per gli obiettivi EV che il passaggio comporterebbe. Ha anche avvertito che la Commissione, che ha presentato la proposta, sta agendo prematuramente.
Oltre a queste preoccupazioni, tuttavia, ve ne sono altre più dirette che con ogni probabilità interferiranno con i piani a emissioni zero dell’UE. La principale è la prevista carenza di rame, che viene utilizzato in modo massiccio nei veicoli elettrici. Il mondo è già a corto di questo metallo di base e il deficit è destinato ad aumentare nei prossimi anni, dal momento che non sono previste nuove forniture a breve, a parte alcuni ampliamenti di miniere.
Anche la tecnologia delle batterie è una sfida potenziale: con le materie prime che diventano più costose a causa della forte domanda e del recupero dell’offerta, i costi delle batterie continuano a mantenere i costi totali dei veicoli elettrici più alti di quelli delle auto ICE, scoraggiando gli automobilisti dal fare il passaggio. Ormai è assodato che, anche estraendo tutto il litio sulla terra, questo non sarebbe sufficiente a garantire la mobilità elettrica. la decisione del Parlamento e della Commissione quindi condannano, in prospettiva, i cittadini europei ad andare a piedi, altro che mobilità sostenibile! Ci sono meno di 10 anni, considerando la riconversione tecnologica, per fermare questa follia, oppure compratevi un’auto nuova nei prossimi 10 anni, e fatevela durare a lungo.
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