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Argentina: occhio al pericolo di un’economia peronista alternata ad una schiava dei poteri internazionali

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Qual è il problema di un’economia basata solo sulle sovvenzioni pubbliche? Che queste diventino una droga dalla quale non si riesce a sfuggire. Un conto è un intervento una tantum o un sistema di assistenza sociale che aiuti durante i periodi di disoccupazione, un altro è un sistema completamente malato che, invece, sopravvive politicamente solo grazie agli aiuti pagati ai cittadini, praticamente per acquistarne il consenso politico.

I risultati sono evidenti e la peronista Argentina, che ha scelto la seconda strada, ne è l’esempio più eclatante. L’inflazione è alle stelle

L’inflazione all’ottanta per cento è ancora poco, potrebbe tranquillamente raggiungere il 95% , come previsto dagli analisti economici locali, entro fine anno. Solo ad agosto, su base mensile, è stata del 6,5%. Nello stesso tempo, per la scarsità di investimenti pubblici e privati, l’economia non riesce ad avvantaggiarsi dalla svalutazione. La bilancia commerciale è addirittura tornata in rosso..

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E tutto questo nonostante il percorso del cambio fra Peso argentino e Dollaro USA sia stata molto regolare nell’ultimo anno, nel senso di una regolare, inarrestabile, svalutazione del cambio ufficiale (quello ufficioso è anche molto peggio…)

Il tutto in un quadro in cui la crescita economica si avvia a essere pari a zero, avendo ormai esaurito il rimbalzo post covid. Il problema dell’Argentina è quello di passare da governi iperliberisti come quello Macrì, il genio del titolo centennale in dollari, che affidano la gestione economica del paese al FMI e all’austerità, a governi peronisti come quello attuale, che stordiscono i cittadini e l’economia a suon di contributi pubblici. I primi applicano politiche fondamentalmente inutili che puniscono l’economia per salvare il cambio, i secondi mandano tutto a quel pase. La soluzione, forse, potrebbe arrivare da un governo che, purtroppo, non esiste, che investisse veramente in infrastrutture e industria, creando una crescita positiva, non basata sui contributi pubblici, ma anche accettasse investimenti esteri, soprattutto nel settore energetico, e quindi rispettasse i patti con le società che investono.

L’Argentina rischia di essere un disastro perché passa, per fare un paragone con l’Italia, da un governo piddino ad uno pentastellato. Dalla sudditanza assoluta alla finanza e ai poteri internazionali a uno che non sa fare altro che comprare i voti con i soldi. La vera salvezza sarebbe un governo in grado di guardare un poco oltre il potere immediato e programmare per il futuro nell’interesse nazionale. In Argentina questo è difficile, proprio come in Italia.

 

 


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