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Energia

Allarme Uranio: Il Kazakistan Chiude i Rubinetti all’Occidente, Prezzi Troppo Bassi per Nuovi Investimenti

Il Kazakistan ha aumentato di poco la produzione di Uranio, e quel poco in più va verso la Cina e la Russia .. Da ora in poi è meglio che chiunque vuole sviluppare un nuovo progetto nucleare pensi anche a dove prelevare l’uranio necessario

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Il passaggio verso l’energia nucleare in Occidente è in pericolo. La minaccia si chiama scarsità di uranio, un elemento cruciale per alimentare le centrali atomiche. Il problema è grosso: il principale produttore mondiale di uranio, il Kazakistan, sta cambiando rotta, privilegiando forniture a Russia e Cina a discapito di Stati Uniti ed Europa.

Per anni, l’Occidente ha dormito sonni tranquilli, affidandosi al Kazakistan per l’uranio e alla Russia per l’arricchimento. Una dipendenza che, alla luce degli eventi geopolitici recenti, si sta rivelando pericolosa e insostenibile. Il Kazakistan, gigante dell’uranio, non solo non incrementa la sua produzione, ma sta dirottando le forniture ampliate verso est, lasciando l’Occidente a bocca asciutta. Il 10% di produzione in più del 2024 va verso Pechino o Mosca, non verso la Francia o gli USA

Le cifre parlano chiaro: la produzione kazaka ristagna, la crescita è piatta, e la maggior parte dell’uranio extra prodotto finisce nelle mani di Mosca e Pechino. Un cambio di strategia che mette a nudo la fragilità della catena di approvvigionamento occidentale, costruita su equilibri geopolitici che oggi non esistono più.

Miniere e impianti di lavorazione dell’uranio in Kazakistan e reattori dismessi

Riavvii Insufficienti e Prezzi Anemici

Nel corso del 2024 si è assistito a qualche timido riavvio di siti minerari preesistenti, ma si tratta di gocce nel deserto. Questi riavvii, peraltro non sempre privi di intoppi, sono del tutto insufficienti a colmare il crescente deficit di offerta di uranio proveniente dalle miniere primarie.

A peggiorare il quadro, ci sono i prezzi. L’uranio costa troppo poco per incentivare nuovi progetti minerari “greenfield”, cio, ovvero partiti da zero. Le compagnie minerarie non vedono la convenienza economica nell’investire in nuove miniere con i prezzi attuali, creando un circolo vizioso che acuisce la scarsità.

Prezzo uranio spot, che però rappresenta una frazione minimale dell’uranio trattato al mondo

Il Prezzo Spot, Specchietto per le Allodole

Non illudiamoci guardando al prezzo spot dell’uranio. Gli esperti lo definiscono “irrilevante”, uno specchietto per le allodole. Il prezzo spot, infatti, riflette l’attività di trading su volumi limitati e non è un indicatore affidabile della reale tensione sul mercato dell’offerta. Concentrarsi sul prezzo spot è fuorviante e non fotografa la vera criticità della situazione.

Yellow Cake Kazakistan

Costruire Centrali Nucleari? Prima Pensiamo all’Uranio

Il paradosso è evidente: mentre la domanda di energia nucleare è in forte crescita, spinta dalla necessità di abbandonare i combustibili fossili e garantire la sicurezza energetica, le scorte di uranio languono. Il 2024 ha visto i fattori trainanti della domanda nucleare raggiungere livelli mai toccati prima, e il trend continua nel 2025 con investimenti crescenti in nuove capacità nucleari. Eppure, la materia prima essenziale, l’uranio, scarseggia.

La conclusione è inevitabile: chiunque stia pensando di costruire nuove centrali nucleari, o di prolungare la vita di quelle esistenti, deve affrontare di petto il problema dell’approvvigionamento di uranio. Le utility, le aziende elettriche, non possono più permettersi di rimanere inerti. Saranno costrette a diventare proattive, investendo “a monte” nella filiera dell’uranio per garantirsi le forniture future. Questo potrebbe significare partecipare direttamente allo sviluppo di nuovi progetti minerari, stipulare contratti a lungo termine a prezzi più remunerativi, o diversificare le fonti di approvvigionamento.

In definitiva, l’allarme è lanciato. La scarsità di uranio non è uno spauracchio agitato ad arte, ma una realtà concreta che rischia di frenare l’espansione dell’energia nucleare, proprio nel momento in cui ne avremmo più bisogno. L’Occidente deve reagire, e in fretta, per non ritrovarsi con centrali nucleari pronte a funzionare, ma senza il combustibile per alimentarle. La partita per la sicurezza energetica si gioca anche, e soprattutto, nelle miniere di uranio.


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