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Economia

Il “Texas” del Canada verso il divorzio: perché la sua indipendenza è un’opportunità per l’Italia

Cresce il fronte per l’indipendenza dell’Alberta, la provincia più ricca del Canada. Una mossa che minaccia gli USA ma apre uno scenario vantaggioso per l’Europa: ecco come il suo petrolio potrebbe sostituire quello venezuelano in Italia.

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L’Alberta, con il PIL pro capite più alto tra le province canadesi, è un pilastro dell’economia nazionale grazie alle sue immense risorse di petrolio e gas. Tuttavia, un movimento secessionista sta guadagnando terreno, alimentato da anni di frustrazioni verso le politiche federali. Un referendum per l’indipendenza potrebbe tenersi nel 2026, se una petizione guidata dai cittadini raccoglierà le firme necessarie.
La Premier dell’Alberta, Danielle Smith, ha dichiarato a novembre: “Non sostengo la separazione dell’Alberta dal Canada. Credo ancora che esista un percorso per un’Alberta forte e sovrana all’interno di un Canada unito.”, ma ha aggiunto che, in caso di successo della petizione, il governo provinciale rispetterà il processo democratico e includerà la questione secessionista nel referendum del 2026.

Le Tensioni con il Governo Federale

Da anni, l’Alberta si oppone alle politiche federali su emissioni e sviluppo delle risorse. La provincia contesta il piano di Ottawa di limitare le emissioni del settore oil & gas, visto come un tetto alla produzione che minaccia l’industria locale. Inoltre, l’Alberta cerca da tempo nuove opzioni per esportare il proprio petrolio, diversificando i mercati oltre gli Stati Uniti, che assorbono il 90% delle esportazioni canadesi di greggio.

Mappa dell’Alberta

Con l’amministrazione Trump, il governo di Carney sta riconoscendo l’importanza di questa diversificazione. All’inizio di questo mese, Carney ha incontrato i leader del settore oil & gas in Alberta, promettendo di accelerare i grandi progetti infrastrutturali per trasformare il Canada in una superpotenza energetica. “Abbiamo discusso di ciò che conta di più: costruire un’economia canadese unita, realizzando grandi progetti e infrastrutture in Alberta e in tutto il Canada,” ha dichiarato Carney.

Bandiera dell’Alberta

Le Richieste dell’Alberta

La Premier Smith ha delineato le priorità della provincia:
  • Accesso garantito a corridoi e porti sulle coste del Pacifico, dell’Artico e dell’Atlantico per l’esportazione internazionale delle risorse.
  • Approvazione di un oleodotto verso la costa nord-occidentale della British Columbia, con la revoca del divieto di navigazione delle petroliere per consentire esportazioni dal porto di Prince Rupert.
  • Restituzione alle province della regolamentazione delle emissioni industriali.
Smith ha anche annunciato che l’Alberta sta cercando investitori privati per un nuovo oleodotto da circa 1 milione di barili al giorno (bpd), che collegherebbe le sabbie bituminose dell’Alberta al porto di Prince Rupert, aprendo le porte ai mercati internazionali.
Queste richieste sono state sinora sabotate in parte dal governo centrale per motivi climatici, ma Ottawa non potrà continuare a fare orecchio di mercante sulla materia.

Impianto d’estrazione del petrolio pesante dalla sabbia in Alberta

Un Sentimento Secessionista in Crescita

Il malcontento in Alberta non è un fenomeno marginale. Un sondaggio di Ledger a maggio ha rivelato che il 47% degli abitanti dell’Alberta è favorevole all’indipendenza, mentre il 48% è contrario. “Sono i nostri amici e vicini, stanchi di vedere i loro mezzi di sussistenza e la loro prosperità attaccati da un governo federale ostile,” ha detto Smith al Wall Street Journal.
Gli analisti ritengono che affrontare le richieste dell’Alberta, come l’accesso ai mercati internazionali per il petrolio, potrebbe convincere molti elettori a rimanere nel Canada unito. Tuttavia, il tempo stringe: “Ci deve essere una dimostrazione concreta, e presto, che le priorità dell’Alberta saranno affrontate,” ha avvertito Smith.

Implicazioni per gli USA e per Europa

Il movimento indipendentista, che magari potrebbe anche vedere legami più stretti, politicamente, fra USA e Alberta, nello stesso tempo sarebbe un problema energetico per gli USA: gra parte del petrolio dello Stato canadese viene lavorata negli USA e rifornisce utto in Nord Ovest americano, tramite una struttura di oleodotti, contribuendo a prezzi contenuti nell’area. Se questo petrolio potesse raggiungere i mercati internazionali avremmo un aumento degli incassi per l’Alberta, ma le raffinerie USA dovrebbero trovare la materia prima altrove, a prezzi di mercato.
Attualmente il WCS il petrolio pesante dell’Alberta, viene venduto con un certo sconto rispetto al WTI. Questo oro nero potrebbe sostituire quello venezuelano, simile, nelle raffinerie spagnole e italiane senza grossi problemi, impianti che già lavorano il materiale venezuelano ora sottoposto a sanzioni. Al contrario le raffinerie USA dovrebbero sostituirlo con petrolio leggero più costoso. Un vantaggio per la UE, un problema per li USA.

Una Sfida per Carney

Mark Carney deve bilanciare le esigenze di un’Alberta frustrata con l’obiettivo di mantenere l’unità nazionale. Le sue promesse di investimenti infrastrutturali e diversificazione delle esportazioni sono un primo passo, ma la pressione secessionista e le tensioni con gli USA rappresentano una minaccia reale. L’Europa, come mercato energetico e partner commerciale, osserva con attenzione.

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