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A sostegno del settore dell’ acciaio si muove anche l’Europa

Finalmente qualcosa si muove ache a livello europeo per difendere il settore dell’acciao europeo, sempre piu in crisi a causa di dazi e dumping cinese Con un post su X il commissario all’industria Sejourne oggi ha annunciato due importanti misure per l’accciao che comprendono, l’aumento dei dazi al 50%, e nel contempo una riduzione dei contingenti tariffari del 50%.
«Di conseguenza, solo il 10% del mercato europeo rimarrà aperto alla concorrenza internazionale», ossia 18 milioni di tonnellate annue, ha spiegato il commissario.
a nuova architettura ricalca lo schema dei tariff-rate quotas: poco ossigeno per l’import “libero” e barriera alta sul resto. Le quote annue di riferimento si ispirano ai livelli del 2013, mentre il super-dazio scatta su ogni tonnellata eccedente. È la virata più netta di Bruxelles da quando esistono le salvaguardie del 25%.
Nel mirino c’è l’eccesso di capacità globale, con flussi di acciaio a basso costo che comprimono i margini europei e frenano gli investimenti. L’industria stima centinaia di migliaia di posti a rischio e chiede misure rapide per evitare la desertificazione produttiva. La stretta europea dialoga con i presìdi già in vigore in Stati Uniti e Canada. Ottawa ha varato sovrapprezzi fino al 50% su specifiche voci e un’ulteriore surtax del 25% su prodotti con contenuto d’acciaio cinese. Washington mantiene barriere robuste su vari capitoli, e ha appena irrigidito il fronte dei mezzi pesanti.
La quota “base” annuale dell’UE si attesterebbe attorno a 18 milioni di tonnellate: oltre quel livello scatterà il 50%. Il perimetro coprirà una gamma ampia di prodotti, con attenzione a evitare elusioni via rottami e semilavorati. Tradotto: meno import a costo zero, più certezza per gli investimenti europei a basse emissioni.
Si tratta di una decisione attesa, nata anche grazie all’attivismo del governo italiano e del ministro del Made in Italy Adolfo Urso in particolare, che qualche giorno aveva avuto una interlocuzione proprio con il commissario francese
“Siamo il Paese – aveva detto la settimana scorsa il minstro– che guida il fronte delle nazioni che chiedono un riesame anticipato e complessivo del Cbam, il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, con l’obiettivo di tutelare la competitività delle industrie ad alta intensità energetica rivedendo il meccanismo del décalage delle quote di emissione. Allo scorso Consiglio competitività industriale dell’Unione abbiamo sottoscritto un documento di indirizzo insieme ai colleghi francesi e tedeschi in preparazione dell’atteso varo della strategia europea per la decarbonizzazione industriale e il sostegno alle imprese energivore.”
Il ministro aveva quindi salutato con soddisfazione la decisione, che il commissario gli aveva riferito in anteprima, di intervenire per sostenere il settore dell’acciao europeo.
“Poco fa è giunta la notizia che una delle nostre proposte è stata accolta dal commissario Séjourné, che ho incontrato lunedì in Consiglio, il quale ha annunciato che l’Unione europea finalmente predisporrà uno scudo per fermare la marea di acciaio che sta inondando l’Europa con il dimezzamento delle quote e il raddoppio dei dazi sui volumi eccedenti. Questa è politica industriale: intervenire laddove ci sono i problemi, laddove derivano i problemi, e svilupparla anche in Italia. Siamo attenti a tutte le proposte che possono consentirci di meglio indirizzare le risorse in questa importante sfida alla decarbonizzazione nella siderurgia italiana”

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