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Analisi e studi

Cina, surplus record ma cresce l’ombra dei problemi interni: cosa rivelano i dati di giugno

Il surplus commerciale cinese vola a 114 miliardi a giugno 2025, superando le attese. Ma l’analisi dei dati rivela una domanda interna debole e sfide persistenti per Pechino.

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Buone notizie, in apparenza, per la Cina, ma una lettura più profonda mostra anche i problemi di Pechino. A giugno 2025, il surplus commerciale della Cina è salito a 114,77 miliardi di dollari, superando le attese di 109 miliardi e crescendo rispetto ai 98,94 miliardi di un anno fa. Ecco il relativo grafico:

L’export è aumentato del 5,8% su base annua, oltre le previsioni del 5%, accelerando dal 4,8% di maggio. Anche qui ecco il grafico:

Le importazioni, invece, sono cresciute solo dell’1,1%, sotto l’1,3% atteso, evidenziando una domanda interna debole, che ancora non riesce a decollare, e anche qui il grafico:

Nei primi sei mesi del 2025, la Cina ha registrato un surplus commerciale di 586 miliardi di dollari, con esportazioni in crescita del 5,9% (1,81 trilioni di dollari) e importazioni in calo del 3,9%.

L’export verso Giappone (+4,8%), Regno Unito (+8%) e ASEAN (+13%) è aumentato, mentre è diminuito verso gli USA (-10,9%).

Notevole il balzo delle esportazioni di terre rare (+32% su base mensile), grazie ad accordi di giugno che hanno allentato le restrizioni, riaprendo il commercio dopo le tensioni di aprile che avevano interrotto le catene di approvvigionamento globali.

Il surplus con gli USA è cresciuto a 26,57 miliardi di dollari a giugno, rispetto ai 18 miliardi di maggio. Tuttavia, le tensioni commerciali persistono, nonostante una tregua temporanea negoziata a Ginevra e fissata a Londra.

La scadenza di agosto e la minaccia di dazi del 10% sui paesi BRICS aggiungono incertezza alla situazione economica generale, ma la Cina forza l’export nonostante queste incertezze e risce comunque a crescere.

La Cina deve affrontare la sfida di un accordo commerciale duraturo per stabilizzare le catene di approvvigionamento, mentre la debolezza delle importazioni segnala difficoltà interne che potrebbero rallentare la crescita e che si sono già materializzate nella deflazione dei prezzi di produzione. Lo stimolo alla crescita della domanda interna non è ancora sufficiente.


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