Economia
Northvolt dichiara fallimento in Svezia. L’ennesimo duro colpo al settore batterie europeo (di Marco Minossi)
La casa madre svedese della fabbrica di batterie Northvolt fallisce. Il simbolo del flop della transizione energetica Made in Europe.

Northvolt, l’azienda svedese che puntava a diventare un leader nella produzione di batterie agli ioni di litio, ha dichiarato bancarotta. La notizia ha scosso l’industria delle batterie e solleva interrogativi sul futuro della rispettiva produzione europea.
Il testo è di Marco Minossi, le parti in corsivo sono nostre. Il fallimento della Northvolt svedese avviene dopo il fallimento della filiale tedesca. Fine dei giochi.
Le cause del fallimento risultano essere state:
- Elevati costi di produzione: Northvolt ha dovuto affrontare costi di produzione elevati, in particolare per le materie prime e l’energia. Questo viene ad essere ironico, considerando che nasceva proprio per garantire una transizione energetica a costi accettabili
- Concorrenza asiatica: L’azienda ha faticato a competere con i produttori asiatici, che hanno costi di produzione inferiori e una maggiore esperienza.
- Ritardi nella produzione: Northvolt ha subito ritardi nella costruzione delle sue fabbriche, il che ha influito negativamente sulle sue entrate. Contratti con grandi gruppi automobilistici sono saltati.
- Difficoltà nel reperire finanziamenti: L’azienda ha avuto difficoltà a reperire i finanziamenti necessari per espandere la produzione.
Le conseguenze del fallimento sono:
- Perdita di posti di lavoro: Il fallimento di Northvolt comporterà la perdita di migliaia di posti di lavoro in Norvegia e in altri paesi europei.
- Ritardo nella transizione energetica: la bancarotta dell’azienda potrebbe rallentare la transizione verso l’energia verde in Europa, poiché le batterie sono essenziali per l’elettrificazione dei trasporti e lo stoccaggio di energia rinnovabile.
- Maggiore dipendenza dall’Asia: Il fallimento di Northvolt potrebbe aumentare la dipendenza dell’Europa dai produttori asiatici di batterie.
Riguardo quindi al futuro della produzione europea di batterie, il fallimento di Northvolt è un campanello d’allarme per l’industria europea del settore.
È necessario un maggiore sostegno da parte dei governi e degli investitori per garantire che l’Europa possa competere con i produttori asiatici, ma questo sostegno sembra attualmente fermamente focalizzato in tutt’altra direzione, come impegno sia politico che finanziario.
Oppure, volendo dare una visione diversa, bisogna lasciare che il mercato faccia la sua strada, invece che forzare la transizione energetica. Magari imponendo si dazi aalle batterie importate dalla Cina, per compensare gli svantaggi competitivi, ma non dando contributi all’elettrificazione forzata della mobilità e finanziando, al massimo, la ricerca e la prototipazione.
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