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FARM TO FORK SUBITO, A COSTO DI CANCELLARE L’AGRO-ALIMENTARE ITALIANO. La Commissione non conosce ragione quando la sua ideologia è in gioco

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Alcuni parlamentari europei del gruppo ID, componente Lega, hanno chiesto alla Commissione se, visti i danni portati dal COVID-19, non fosse il caso di rinviare e ripensare alcune delle più distruttive politiche ecologiche che dovrebbero derivare dal Green Deal, soprattutto il malefico “From farm to fork”, che vuole distruggere il sistema tradizionale di produzione agricola, ed i nostri prodotti tipici come formaggi e salumi, a favore di non si sa bene quale alternativa verde.

Ecco l’interrogazione:

Antonio Maria Rinaldi, Matteo Adinolfi, Rosanna Conte, Alessandra Basso, Vincenzo Sofo, Valentino Grant, Francesca Donato, Marco Dreosto, Stefania Zambelli, Annalisa Tardino, Simona Baldassarre, Alessandro Panza, Anna Bonfrisco, Luisa Regimenti, Gianna Gancia

Oggetto: Revisione delle strategie europee in materia alimentare vista l’emergenza COVID-19

Nella situazione di crisi sanitaria ed economica che sta colpendo tutta l’Europa, il settore alimentare, seppur con notevoli sforzi, ha risposto in modo efficiente, assicurando il funzionamento dell’intera filiera e garantendo le necessarie forniture di prodotti.

Malgrado la risposta positiva di tale comparto, c’è il rischio concreto che il programma di lavoro appena adottato in materia di sostenibilità ambientale e le sue declinazioni in materia alimentare risultino del tutto incompatibili con le esigenze che potrebbero manifestarsi dai cittadini e consumatori europei nei prossimi mesi.

Gli investimenti richiesti agli operatori per adeguarsi alle misure richieste da programmi ambiziosi come il Green New Deal o la Farm to Fork Strategy, calcolati su un’economia sostanzialmente sana e basata su fondamentali diversi, oggi, probabilmente, potrebbero essere riconsiderati per creare nuovi strumenti essenziali al fine di garantire sicurezza alimentare, maggiori condizioni sanitarie sul luogo di lavoro e l’obbligo di soddisfare requisiti di biosicurezza.

Alla luce della grave crisi causata dal virus COVID-19, appare forse necessario ridefinire modalità e tempi di questi programmi, contestualmente al mantenimento della produzione e del funzionamento dell’intera filiera.

In considerazione di quanto precede, può la Commissione rispondere al seguente quesito:

In che modo intende rivedere le linee direttrici e la tabella di marcia del lancio di queste strategie, visto il nuovo scenario mondiale ed europeo che si prospetta?

Eccovi qui la “Bella” risposta del commissario Stella Kyriakides…
Il Green Deal europeo definisce una tabella di marcia per rendere l’economia dell’UE più sostenibile, trasformando i problemi ambientali e climatici in opportunità in tutti gli ambiti di intervento e rendendo la transizione giusta e inclusiva per tutti. Si tratta di un modello di crescita per un’economia più sana, più resiliente e capace di affrontare le sfide del futuro e che non può essere realizzato senza cambiare il nostro sistema alimentare.

La pandemia di Covid-19 evidenzia la necessità di avere un sistema alimentare resiliente, sano e sostenibile a tutti i livelli (ambientale, economico e sociale). Un sistema alimentare sostenibile deve assicurare alle persone un approvvigionamento sufficiente e diversificato di alimenti sicuri, nutrienti e a prezzi accessibili in qualsiasi momento, anche in tempi di crisi. Per attenuare i rischi connessi alle situazioni di crisi che minacciano la sostenibilità dei sistemi alimentari bisogna riflettere sulla resilienza complessiva delle catene del valore alimentari, in modo da proteggere sia i consumatori che gli operatori economici da perturbazioni simili in futuro.

La transizione verso sistemi alimentari sostenibili è uno dei temi centrali del Green Deal europeo e un presupposto necessario per una ripresa verde dalla crisi attuale. Alla luce della pandemia di Covid-19, la Commissione ha proceduto a un riesame del suo programma di lavoro, facendo tesoro dell’esperienza e degli insegnamenti tratti, e il 20 maggio 2020 ha adottato la strategia “Dal produttore al consumatore” (From Farm to Fork, NdR), che si prefigge obiettivi ambiziosi e propone iniziative sia a carattere normativo che non normativo al fine di sostenere e accelerare la transizione verso sistemi alimentari sostenibili e quindi più resilienti, a vantaggio delle persone, della società e del pianeta.

La risposta, dietro le vuote parole, è riassumibile con il detto “Io so Io e voi nun siete un cazzo”, scritte dall’immortale Gioachino Belli. La Commissione ha deciso di mandare avanti sia il Green Deal, sia la demenziale politica del “Farm to Fork”, malamente tradotta in Italiano “Dal Produttore al Consumatore” e le aziende possono anche chiudere, le persone morire di fame, ma questà politica sarà portata avanti. Con una flessibilità degna dell’Unione Sovietica di Stalin si va avanti, anzi, se possibile si accelera verso un precipizio che condurrà alla distruzione delle produzioni alimentari italiane, alla fine dei nostri formaggi, dei nostri prosciutti, del taleggio, del pecorino e del salame, a favore di produzioni di facciata, a base vegetale, magari pessime al gusto , ma gradite a Bruxelles.

Vi prego di notare come questa vuota politica, figlia del fatto che il PPE, da partito centrista, è diventato un servo sciocco dei Verdi tedeschi, olandesi e nordici, ripeta della VUOTE PAROLE , che poi spesso sentite dire anche al prode Giuseppi Conte:

  • Resiliente, il termine che viene pronunciato senza ben conoscerne il significato, è che il MOTTO EUROPEO, del nuovo nulla Verde;
  • PREZZI ACCESSIBILI, ma tagliano la politica di aiuti economici all’agricoltura europea (PAC). Evidentemente i prezzi accessibili giungeranno dalle importazioni!!!
  • DISPONIBILI SEMPRE, evidentemente a Bruxelles si ignora che una produzione sana e naturale è STAGIONALE, ma, se importiamo dall’Argentina, mangerete pessime pesche anche a Natale!!!

Tra l’alt ro i nostri agricoltori, i nostri produttori alimentari, devono essere una manica di zotici nel senso deleterio del termine, se per produrre in modo “Sano, resiliente (??), ed a prezzi accessibili” devono attendere che arrivi gente da Bruxelles che non ha mai visto un caseificio, un salumificio, una pianta di pesche o una mucca ad insegnare loro come si fa il loro mestiere. perchè, a parole, è questo che vuole fare Bruxelles: insegnare a contadini e produttori alimentari come si lavora.

La verità dei fatti è che dietro queste vuole parole c’è un PRECISO DISEGNO dell’industri alimentare NORDICA, quella che produce solo roba di massa ricca di addensanti, emulsionanti, conservanti etc, per DISTRUGGERE IL SANO CIBO MEDITERRANEO e sostuirlo con un succedaneo figlio di una CATTIVA AGRICOLTURA INNATURALE,, perchè non tradizionale, che FORZA i gusti del consumatore con i vari “Semafori  nutrizionali ” etc. Il tutto a favore di una LOBBY VERDE, potentissima al Nord, che non apprezza il nostro modo di vivere.

Spero che la risposta della commissaria Kyriakides vi abbia aperto gli occhi!


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