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Renzi copia l’illusionista Obama e ci schianta: non vogliono togliere i voucher per non dire che la disoccupazione è al 18%!

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Interessante articolo su ofcs.report*: da una parte si chiarisce come Renzi abbia copiato le ricette economiche di Obama (tipo voucher, una precarizzazione morbida), dall’altra chiarisce quanto le ricette del primo (e probabilmente ultimo) presidente nero degli USA siano illusorie visto che i successi nel combattere la disoccupazione USA si basano nel 94% dei casi sulla creazione di lavori precari, part time ed a bassissimo valore aggiunto (camerieri, inservienti ecc.).

Parimenti l’articolo pone la logica domanda del perché ci sia tanta ostilità nell’eliminare i voucher, solo per scoprire che grazie all’analisi del nostro bravo Fabio Lugano la disoccupazione senza voucher salirebbe fino al 6%**, portandola al 18%. Ossia prossima a livelli greci pre fallimento. Avete capito.

Il resto sono proposte e conseguenze se non si fa nulla, per altro nello stesso solco indicato da SE da anni. Un ultimo appunto: un governo che non fa nulla per difendere gli interessi nazionali è un governo connivente. Purtroppo il governo Gentiloni a dire che è inerme è dire poco, vedremo se è perché è solo incapace o perché verrà dimostrato essere addirittura venduto e/o connivente con i soggetti che stanno depredando l’Italia prima del cambio di guardia negli States.
Una traccia: oggi Lactalis vuole comprare tutta Parmalat per evitare di dare informazioni sulla sua operatività italiana. Guarda caso – di tutta fretta – questo accade prima del cambio della guardia sopra citato. E contemporaneamente alle operazioni Mediaset, Terna, Generali, Mediobanca.
In due parole, bisogna fermarli.
Ancora pochi giorni….

Mitt Dolcino

* https://ofcs.report/opinioneconomica-renzi-e-la-tragica-scelta-dei-voucher/

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UN EFFETTO CURIOSO CHE SI AVRA’ CON L’EVENTUALE SPARIZIONE DEI VOUCHER: LA VERITA’ SUL MONDO DEL LAVORO.


Chi scrive ritiene e riteneva che il supposto rottamatore Renzi potesse essere una soluzione di contesto accettabile, a patto che i cambiamenti apportati fossero  in buona fede e nell’interesse del paese e non ci fossero interessi personali o di casta. Visto quanto sta emergendo in questi giorni – indagini della magistratura e scrematura degli ipotetici successi obamiani – mi dò 6 mesi per le opportune verifiche.
Sta di fatto che oggi siamo tutti costretti a trarre le conclusioni quanto meno sulla politica economica obamiana, largamente mutuata dall’Italia e da Renzi in particolare (come spesso è accaduto negli ultimi 75 anni tra Usa ed Italia). Dunque, come ho già avuto occasione di scrivere, Obama rischia di essere ricordato come uno dei peggiori presidenti Usa della storia, meritando certamente il titolo di maestro manipolatore per gli innumerevoli casi di intervento pubblico sui mercati che si sono ripetuti durante il suo doppio mandato (soprattutto da parte delle banche centrali che troppo spesso detengono azioni quotate in percentuali imbarazzanti, direi quasi socialiste, anche e soprattutto per impulso politico). Il corrente presidente Usa più a sinistra dai tempi di Roosevelt è coinciso con la maggiore polarizzazione politica interna, sociale e di casta in seno alla società americana dei tempi della guerra civile, con l‘annichilimento della classe media e la parallela nascita di una super casta finanziaria arricchitasi immensamente a spese dell’economia reale, casta ben rappresentata dagli interessati adepti della Clinton Foundation.
In passato temo purtroppo di essere stato eccessivamente benevolo con le politiche obamiane: pensate che in questi giorni un economista di spicco della sua amministrazione, avendo capito che il vento è cambiato, ammette che ben il 94% dei nuovi posti di lavoro creati sotto Obama – posti di lavoro a bassissimo valore aggiunto utili per pubblicizzare ipotetici successi nella riduzione della disoccupazione – sono a tempo parziale.
La truffa sta emergendo. E questo è solo l’inizio: con Trump al potere ed il controllo delle Camere emergeranno tutte le bugie che i Dem Clinton-obamiani hanno detto al mondo per autocelebrare e quindi rafforzare la loro leadership globale a forza di supposti brillanti risultati economici a casa propria.
Il problema che ci riguarda è che gli stessi “mistificanti” strumenti economici obamiani sono stati copiati da Renzi per suppostamente cambiare l’Italia, inclusi voucher e Job Act. Ovvero, attendiamoci disastri anche da noi, ad oggi nascosti dietro le pieghe statistiche della disoccupazione.
Ad esempio, oggi i renziani vogliono mantenere i voucher perché altrimenti la disoccupazione italiana apparirebbe come realmente è, ossia aumenterebbe fino a 6 punti percentuali, come un’analisi di F. Lugano su scenarieconomici.it farebbe supporre (disoccupazione prossima al 20%?). Dunque, Renzi seguendo l’esempio di Obama temo abbia creato una generazione di precari con il solo fine di autocelebrare i propri successi, che in realtà non esistono. Il problema è il disastro inemendabile dopo anni di bugie che Renzi ha lasciato dietro di se, noi non siamo gli Usa…Da qui la convinzione che Renzi è politicamente finito, se si salverà dalla magistratura.
Ma il problema è il dopo: che fare per tornare a crescere? Questo sarà l’interrogativo da porsi, ben sapendo che una tassazione al 70% per le PMI non è il compatibile con la sopravvivenza socioeconomica. Purtroppo l’Ue franco-tedesca, per propri interessi, non fa sconti e le tasse vorrebbe addirittura alzarle: da qui la necessità di un cambiamento radicale con riforme pro crescita che spazino dall’economia all’amministrazione alla magistratura. Leggasi semplificazioni, riduzione dell’imposizione e delle burocrazie e soprattutto meritocrazia e neutralità politica in tutti i campi, anche per i giudici. Non si cresce se i magistrati remano contro.
Alla fine lo logica dovrebbe portarci verso le ricette degli amici americani con un italianismo stile Make Italy Great Again. E se questo, conti alla mano per valutarne la convenienza, significherà terminare il progetto catastrofico dell’euro beh, ce ne faremo una ragione


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