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Giappone: arriva lo Yen digitale, ma privato…

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Secondo quanto riferito da Reuters, un consorzio composto da circa 70 aziende giapponesi ha dichiarato questa settimana di voler lanciare una criptovaluta basata sullo yen nel 2022. L’aspetto più interessante del progetto, provvisoriamente chiamato “DCJPY”, è il sostegno delle tre principali banche del paese: mercoledì, in una conferenza stampa, Mitsubishi UFJ Financial Group, Mizuho Financial Group e Sumitomo Mitsui Financial Group hanno dichiarato di essersi incontrati dallo scorso anno per costruire un’infrastruttura di regolamento condivisa per i pagamenti digitali.

Il consorzio inclunde la East Japan Railway Company e la Kansai Electric Power Company. Hanno in programma di iniziare a testare la valuta nei prossimi mesi, cioè all’inizio del 2022. L’esperimento è separato dal lavoro che la Banca del Giappone sullo yen digitale, la vera CBDC (Central bank Digital Currency) allo studio a Tokio e che seguirà l’evoluzione della Cina.

Nonostante quello che si pensi comunemente, il Giappone è un paese altamente tecnologico, ma  che ama i contanti. Ancora nel  2018, l’80% di tutte le transazioni al dettaglio nel paese è stato completato in banconote e monete. È qualcosa che il governo del Giappone ha cercato di cambiare nel tempo, anche in un’ottica di miglioramento della produttività del Paese, ma che è sempre stata fortemente respinta dai cittadini, che amano moneta sonante, banconota frusciante e tutela della privacy. La creazione di uno yen digitale non pubblico, ma privato, potrebbe dare ai giapponesi una sensazione di tutela che sinora li ha tenuti lontano dai pagamenti elettronici. In fondo, nella prospettiva di un mondo distopico basato esclusivamente sui pagamenti digitali, la miglior tutela può provenire dall’affiancamento di soluzioni pubbliche e private con diversi gradi di trasparenza e di garanzia. Che sia poi il singolo a scegliere la soluzione per lui migliore.


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