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Von Der Leyen: i giochi sono tutt’altro che chiusi

La Von Der Leyen e la Kallas dovranno passare tramite il vaglio del Parlamento Europeo, dove i franchi tiratori sono di casa

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L’elezione della Von Der Leyen, come quella della Kallas ad “alto rappresentante per la politica estera della UE”, non sono due fatti compiuti, ma devono passare al vaglio del Parlamento Europeo.

Nonostante tutto il Parlamento è l’unico organo con una legittimazione democratica di tutta l’infrastruttura UE. Tutte le altre istituzioni derivano da giochi di potere e cercano di autolegittimarsi e di autoconservarsi. Solo il Parlamento è soggetto ad un vaglio democratico e si rinnova stabilmente al cambiamento del sentire politico.

Anche le famiglie politiche che lo compongono sono molto eterogenee: un socialista portoghese ha una visione diversa da quella di un socialista  nordico. Il membro di Nuova Democrazia greca ha un’idea diversa da quella di un finlandese. Non è detto che tutti i popolari votino per quello che, a suon di maggioranze, viene imposto dai tedeschi, cioè la Von Der Leyen.  Ci sono antipatie, rivalità, diverse posizioni rispetto ai governi nazionali. Rimanendo alla Germania, vi rendete conto che un socialdemocratico, , ora all’opposizione del partito della Von Der Leyen, faccia molta fatica a votarla.

Per darvi un’idea di quello che può accadere, la volta scorsa furono i nove voti del M5s a garantire l’elezione della Von Der Leyen che fu bersaglio di molti franchi tiratori socialisti e del suo stesso partito.

Tutti questi giochi ve li spiega molto bene Marco Campomenosi, che ha ricoperto la carica di Capo Delegazione al Parlamento europeo e che questi equilibrismi li conosce molto bene.

Buon ascolto


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