Economia
Volkswagen IG-Metall: raggiunto l’accordo con 35000 licenziamenti e tagli agli stipenti
IG Metall e Volkswagen trovano un accordo: tagli agli stipendi, blocco degli aumenti, 35000 licenziamenti entro il 2027, conversione di stabilimenti produttivi al riciclo. Bravi, ma senza vendite non servirà a niente
Dopo cinque giorni e quattro notti di intense trattative ad Hannover, Volkswagen e il sindacato IG Metall hanno raggiunto un compromesso significativo che ridisegna il futuro del gruppo automobilistico in Germania.
L’accordo, che mira a far risparmiare a VW due miliardi di euro sui costi del lavoro, evita la chiusura totale degli stabilimenti ma comporta importanti ristrutturazioni e sacrifici da entrambe le parti.
La riorganizzazione industriale prevede una drastica riduzione della capacità produttiva di 734.000 unità totali, un volume paragonabile all’intera produzione dello stabilimento di Wolfsburg. Mentre nessuna fabbrica verrà completamente chiusa, alcuni siti subiranno significative trasformazioni.
La “Gläserne Manufaktur” di Dresda interromperà la produzione pur mantenendo la sua presenza come sede, mentre lo stabilimento di Osnabrück ha ottenuto una garanzia operativa fino al 2027, periodo durante il quale continuerà a produrre la T-Roc decappottabile. Lo stabilimento più colpito è quello di Zwickau in Sassonia, che perderà tutti i modelli tranne l’Audi Q4, riconvertendosi parzialmente al settore del riciclaggio. La Germania
Sul fronte occupazionale, l’accordo prevede il taglio di 35.000 posti di lavoro entro il 2030, ma senza ricorrere a licenziamenti per motivi operativi. La garanzia dell’occupazione è stata infatti estesa fino alla fine del 2030, come richiesto dal sindacato.
I lavoratori, tuttavia, dovranno accettare significative concessioni salariali: gli aumenti previsti verranno temporaneamente sospesi, la partecipazione agli utili sarà completamente eliminata per due anni e successivamente ridotta fino al 2030. Inoltre, non ci saranno aumenti salariali almeno fino al 2027, anno in cui è prevista una completa revisione della tariffa interna decennale.
Daniela Cavallo, responsabile del comitato aziendale, ha ottenuto il rispetto delle sue “linee rosse”: nessuna chiusura totale degli stabilimenti in Germania, nessun licenziamento di massa e nessun taglio agli stipendi attuali. Questo risultato è stato raggiunto anche grazie alla forte pressione esercitata dal sindacato IG Metall, che aveva minacciato scioperi a tempo indeterminato in caso di mancato accordo.
L’intesa rappresenta un compromesso significativo tra le esigenze di ristrutturazione dell’azienda e la tutela dei lavoratori. Se da un lato Volkswagen raggiunge i suoi obiettivi di risparmio, dall’altro i dipendenti ottengono garanzie fondamentali per il loro futuro occupazionale, seppur a fronte di importanti concessioni economiche.
Questo accordo segna un momento cruciale nella storia delle relazioni industriali di Volkswagen in Germania, delineando la strada per la trasformazione del gruppo nei prossimi anni. Ovviamente, per essere rispettato, è necessario che si riprenda a vendere un po’ di Volkswagem e Audi, cosa che è tutt’altro che scontata. Senza un incremento di fatturato tutto queste garanzie varranno ben poco.
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