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Viviamo una svalutazione che non aiuta l’export. Il parere di Gianclaudio Torlizzi

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Purtroppo l’attuale svalutazione dell’Euro verso il dollaro non darà nessun particolare aiuto all’economia europea in generale, e italiana in particolare. Questo perché è una svalutazione dovuta alla scarsa competitività europea sul piano energetico e delle materie prime che non riusciremo a comprare in modo conveniente per far fronte alle necessità produttive della nostra economia.

Come riporta La Presse, Gianclaudio Torlizzi, fondatore della società di consulenza finanziaria T-Commodity, analizzando i contraccolpi della parità euro dollaro, “Quest’ultima fiammata ribassista sull’euro/dollaro- dice Torlizzi – è dovuta alla vulnerabilità energetica che ha compromesso la posizione con l’estero dell’Eurozona, visto che i fondamentali di una valuta generalmente sono determinati dalla bilancia dei pagamenti. E l’Euro è stato forte finché vantava un surplus forte nella bilancia dei pagamenti. Ora col caro energia sono stati compromessi i fondamentali dell’euro. Le ondate di vendite sulla moneta unica europea solo in parte sono giustificate dal differenziale dei tassi di interesse fra Usa ed Europa, ma soprattutto pesa la vulneralità sul fronte energetico“, che per l’Italia naturalmente è un aspetto particolarmente rilevante.

Storicamente l’indebolimento della moneta, con la memoria che corre alle svalutazioni competitive della lira, è stato sempre visto con favore dalle imprese italiane esportatrici, le cui merci diventavano più convenienti e attrattive per gli americani. Non tutti i mali vengono per nuocere dunque? Per Torlizzi questa volta non è proprio così, questa volta è diverso. L’attuale quadro oggi vede una grande difficoltà di approvvigionamento da parte delle imprese a livello mondiale e le commodities energetiche e non solo rincarate a livelli fortissimi, con i prezzi schizzati. Commodities che di norma si pagano in dollari.”Il traino sull’export delle imprese italiane e non solo dovuto all’euro debole – sottolinea l’analista – questa volta sarà molto più ridotto rispetto al passato. E questo non fa che amplificare le pressioni ribassiste”. Praticamente per Torlizzi non abbiamo le materie prime ed energetiche per poterci avvantaggiare dalla svalutazione. Ne avremo solo gli effetti negativi relativi all’inflazione importata.


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