Attualità
VICENZA 4.0 PRESENTAZIONE E PANEL DELLA CONFERENZA CON GIANNULI, GALLONI E CATTANEO
Uno studio del Centro europeo per la Ricerca Economica (ZEW), di Mannheim in Germania, datato luglio 2016 ci informa che nel periodo tra il 1999 e il 2010 (dati ufficiali del periodo successivo non sono disponibili) l’automazione ha creato un saldo positivo di 11,6 milioni di posti di lavoro.
Lo studio ricava questa cifra dalla differenza tra i 9,6 milioni di posti di lavoro routinari e “ripetitivi” e la creazione di 21,2 milioni di nuove posizioni.
Altri calcoli farebbero ammontare il sruplus ad “appena” 1,9 milioni di posti di lavoro.
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Non è un mistero che i Paesi a maggior trazione legata all’automazione scoprano di avere un tasso di disoccupazione inferiore alla media giungendo alla quasi piena occupazione. Tre esempi sono Germania, Giappone e Corea.
Più in generale ci viene detto che l’impatto dell’automazione sta avendo effetti positivi sull’occupazione sia in termini numerici che di qualità lavorativa dei nuovi impiegati.
L’automazione meccanica o algoritmica riescono infatti a rendere più produttive le aziende perché sottraggono i costi legati agli impieghi più ripetitivi ed aggiungono competenze all’avanguardia e in alcuni casi fanno persino risorgere le PMI.
Certo, non si tratta di spostamenti degli stessi individui da un posto di lavoro obsoleto ad uno oggi produttivo grazie all’automazione, ma di dati che ci informano che per ogni nuovo inoccupato trovano lavoro uno e più giovani o lavoratori che sono riusciti a riqualificarsi.
Questo effetto da un lato ci interroga su come affrontare il destino di lavoratori non più riqualificabili e dall’altro
su quale indirizzo formativo dovrebbero prendere i nostri figli affinché non si trovino la strada del lavoro sbarrata da un algoritmo o da un automa.
Il riallineamento delle economie
Da alcune recenti statistiche che ci giungono dagli USA apprendiamo che il costo medio di un addetto esperto del comparto automotive è di 30$/ora, mentre quello di un operaio cinese viene stimato sui 3$/ora. Il costo medio di un’attività robotizzata è di 0,30 centesimi, pari a 1/5 di rispetto all’operaio cinese.
Sulla base delle valutazioni appena esposte e su molte altre ancora, l’industria europea riscopre la produzione in loco. La Germania ci dà l’esempio e riporta la produzione in casa propria abbandonando l’estremo oriente.
Ecco che scaturisce l’effetto occupazionale nazionale (al netto della devastante riforma Hartz sia ben chiaro) ma d’altro canto preoccupa India, Cina ed altri Paesi emergenti che rischiano di perdere notevoli fette di produzione.
Insomma il panorama globale, che va rapidamente delineandosi, appare in grado di stravolgere ancora una volta il mondo senza che i cittadini, i lavoratori e le imprese siano in grado di rimanere agganciate al cambiamento da tanto la quarta rivoluzione industriale rapidamente sta avanzando.
Possiamo permetterci una nuova crisi mentre stiamo ancora scontando il crollo della new economy e del sistema creditizio sovrapposti alla crisi dei debiti sovrani?
Secondo recenti studi il parco mondiale dei robot istallati nel 2013 è di circa 1.300.000 unità e si avrà una media di crescita del 12% annuo.
I quattro settori attualmente più interessati sono: l’automotive, l’elettronica, clean room (cioè gli ambienti a contaminazione controllata) e l’industria delle materie plastiche.
I posti di lavoro creati dall’avvento dei robot non vengono generati soltanto nel settore della produzione stessa dei robot, ma anche da quei settori che grazie a gli automi sono stati resi nuovamente competitivi e sono stati rilanciati occupando personale insostituibile dalle macchine.
Ciò che ci appare evidente è che, come con la nascita del modello industriale trascinò nel panico milioni di persone nate con il modello agricolo, oggi miliardi di individui vedono con altrettanta diffidenza ciò che si dipana agli occhi di tutti; una vera e propria rivoluzione.
Sappiamo tutti quanto il cambiamento spaventi piuttosto che stimolare la crescita personale e collettiva.
Perderanno il posto anche avvocati, commercialisti, magazzinieri, callcenteristi e cassieri, ma ne troveranno ingegneri informatici e creativi.
Com’è noto è già successo in tempi recenti e continua oggi grazie e a colpa della rete che la nostra società venisse mutata radicalmente.
Mutamenti sociali in corso
Per fare una battuta, internet ha certamente ridotto il lavoro dei postini e fatto chiudere parecchi negozi, ma ha creato centinaia di milioni di nuovi posti di lavoro e decine di nuove professioni.
In 4.0 parole, HA CAMBIATO IL MONDO.
Alla luce delle previsioni è chiaro che il ruolo dello Stato non può essere quello di mero spettatore, bensì dovrà essere protagonista nel trainare la società nel nuovo paradigma 4.0.
Laddove il capitale dovesse mancare a causa della crisi che ha spossato le PMI italiane o perché non fosse reinvestito nell’economia locale dalle stesse imprese che operano nell’industria 4.0, è compito della politica farsi faro dell’economia sopperendo alla mancanza di fondi e di progetti atti a completare l’evoluzione della macchina produttiva italiana.
Non si tratta soltanto di dare indirizzi formativi, ma anche di provvedere alla forza lavoro non riqualificabile anche se non in maniera assistenzialista.
L’estremo compito dello Stato è quello di insediarsi nel solco già tracciato delle nuove valute e tecnologie basate su blockchain che andranno a sostituire forse un giorno il concetto di moneta che oggi tanto scarseggia.
Una sfida insomma, non soltanto un treno che se lasciato passare ci lascerebbe appiedati per decenni.
Siamo pronti ad accettare l’ineluttabile sfida che spetta a tutti noi, ovvero che il cittadino debba compiere un balzo quantico per restare al passo con i tempi?
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INTERVENGONO
Aldo Sabino Giannuli
si laurea in scienze politiche presso l’Università di Bari nel 1980.
Diviene consulente per la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Stragi (1994/2001) e per la Commissione Mitrokhin (2002/06).
Nel 1994 Giannuli viene avvicinato da un deputato barese, Nicola Colaianni, membro della Commissione stragi, che gli chiede di elaborare due schede di sintesi sulle stragi di piazza Fontana e di Piazza della Loggia a Brescia.
Con tale incarico, Giannuli si reca a Milano e incontra Guido Salvini, magistrato che indaga sull’eversione nera degli anni settanta e giudice istruttore nel processo per la strage di Piazza.
Da allora Giannuli è stato consulente per le Procure di Palermo, Bari, Milano (strage di Piazza Fontana), Pavia e Brescia (strage di Piazza della Loggia).
Dal 2002 Giannuli è ricercatore universitario presso la facoltà di scienze politiche dell’Università di Bari, e dal 2008 ricopre lo stesso incarico presso la facoltà di scienze politiche dell’Università degli Studi di Milano. Ha collaborato con vari quotidiani (il Manifesto, Liberazione, Quotidiano dei lavoratori) e settimanali (Avvenimenti, Rinascita). Collabora con l’Unità ed è redattore di Libertaria.
Antonino Galloni
si laurea in Giurisprudenza nel 1975 e diventa ricercatore presso l’Università di Berkeley nel 1978.
A Berkeley ha svolto una ricerca sotto la guida del professor Richard Webster, che è stata pubblicata con contributo CNR.
Tra il 1980 e il 1987 è collaboratore dell’economista post-keynesiano Federico Caffè (che considererà suo maestro) nella facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Roma, e dal 1987 al 1999 insegna alla Luiss di Roma, all’Università degli Studi di Roma, all’Università Cattolica del Sacro Cuore, all’Università di Modena, e all’Università di Napoli.
Galloni è stato Direttore generale, al Ministero del Lavoro alla Cooperazione, dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro, Politiche per l’Occupazione Giovanile e Cassa Integrazione Straordinaria nelle grandi imprese, sindaco all’INPDAP, e all’OCSE. Dal 2010 è membro effettivo del collegio dei Sindaci dell’INPS e dal 2015 all’INAIL. È Presidente fondatore del Centro Studi Monetari, un’associazione per lo studio dei mercati finanziari e delle forme di moneta emettibili senza creare debito pubblico.
Galloni afferma la necessità di un ritorno alla separazione netta tra gli Istituti operanti nel credito rivolto ai soggetti dell’economia reale (anche di tipo pubblico, come le infrastrutture, la ricerca pubblica, eccetera), e i soggetti finanziari che operano sui mercati speculativi.
Marco Cattaneo
laureato a pieni voti in economia aziendale (Bocconi 1985) tra il 1985 e il 1994, ha ricoperto cariche nell’area pianificazione, controllo, finanza aziendale e finanza straordinaria presso il Gruppo Montedison.
Dal 1995 gestisce fondi e rappresenta primari investitori internazionali in operazioni di private equity e credito strutturato.
Ha pubblicato libri e articoli su temi di politica economica, sistemi monetari, valutazione d’azienda, pianificazione e controllo di gestione.
Dal 2012 promuove il progetto “Moneta Fiscale, Certificati di Credito Fiscale”, finalizzato a superare le disfunzioni dell’attuale sistema monetario europeo.
Collabora a tal fine con un gruppo di studiosi e ricercatori comprendente tra gli altri Biagio Bossone, Massimo Costa, Enrico Grazzini, Stefano Sylos Labini, Giovanni Zibordi. Del team faceva parte il sociologo Luciano Gallino.
È autore assieme a Giovanni Zibordi del libro La soluzione per l’euro – Hoepli Editore – dal 28 marzo 2014.
Nella sua qualità di amministratore delegato di LBO Italia (1995/2007) e di presidente di CPI Private Equity (dal 2008 in poi) ha finalizzato dodici operazioni di investimento in società imprenditoriali italiane di dimensione compresa tra i 10 e i 50 milioni di euro di fatturato, e ne ha supervisionato gestione e valorizzazione.
SOSTIENE L’EVENTO
Silvia Benedetti
il 3-6 dicembre 2012 si candida alle Parlamentarie del Movimento 5 Stelle per la scelta dei candidati alle Elezioni politiche 2013.
Il 24-25 febbraio 2013 risulta eletta in Parlamento.
È laureata in Scienze Biologiche e si insedia in commissione per le politiche agricole.
Si interessa dello sviluppo dei settori economici che possono avvalersi dell’impiego della canapa rilanciando così il settore della coltivazione di cui l’Italia è stata leader mondiale.
La sua attività parlamentare si interessa anche alla sensibilizazione delle associazioni produttive verso la differenziazione commerciale del prodotto.
MODERA IL DIBATTITO
Costantino Rover
blogger di economia su scenarieconomici.it ed economiaspiegatafacile.it.
Attivista indipendente fa divulgazione economica da diversi anni.
Ha fatto parte del gruppo di lavoro di Paolo Barnard ed è stato inserito nel comitato scientifico del think tank Riscossa Italiana a cui appartengono tra gli altri anche: Luciano Barra Caracciolo, Vladimiro Giacchè, Paolo Maddalena,
Diego Fusaro ed altre illustri personalità.
Anche per questo è stato invitato a fare una breve relazione in pubblico presso la London School of Economics (LSE).
Tiene incontri pubblici su moneta ed economia.
Ha partecipato alla realizzazione del film PIIGS (con Noam Chomsky, Yanis Varoufakis, Warren Mosler e molti altri) a cui hanno collaborato anche gli attori Claudio Santamaria e il pluri candidato all’Oscar e al Golden Globe Willem Dafoe.
PIIGS è risultato essere il documentario italiano più visto nel 2017.
PANEL
INGRESSO – ORE 16:30
PRESENTAZIONE E SALUTI ORE 16:45
con messaggio di benvenuto di Michela Chimetto e intervento di Silvia Benedetti
ALDO GIANNULI – ORE 17:00 – 17:30
NINO GALLONI – ORE 17:30 – 18:10
MARCO CATTANEO – ORE 18:10 – 18:45
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DIBATTITO – ORE 18:45 – 19:25
SALUTI – ORE 19:25
QUESTO EVENTO VIENE RESO POSSIBILE DAL CONTRIBUTO DI
Michela Chimetto
Gianna Sartori
Giovanni Sicco
Renato Toffano
Emanuela Natoli
Denis Gianello
Daniele Ferrarin
Giorgio Trentin
Maria Antonietta Peretto
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fonti:
http://oldani-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/04/28/116-milioni-di-posti-creati-dai-robot-in-europa-come-e-possibile/
http://www.publiteconline.it/deformazione/index.php?option=com_k2&view=item&id=2151:incredibile-ma-vero-i-robot-creano-occupazione&Itemid=171
wikipedia
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