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Venezuela: Trump al bivio. Le quattro opzioni sul tavolo per destituire Maduro
Trump valuta quattro scenari per il Venezuela: dalla cattura di Maduro a colpi di precisione, fino alla (difficile) negoziazione. La pressione militare nel Mar dei Caraibi è al culmine: Washington è pronta a passare all’azione.

La pressione degli Stati Uniti sul Venezuela di Nicolás Maduro entra in una fase critica. Dopo mesi di accumulo di pressione militare nel Mar dei Caraibi – un dispiegamento senza precedenti che include portaerei, caccia di ultima generazione e un intenso lavoro di intelligence – Donald Trump si trova a un bivio.
Secondo quanto riportato, due incontri chiave tenutisi la scorsa settimana nella residenza di Mar-a-Lago, in Florida, sono serviti ai vertici militari per presentare al Presidente le opzioni concrete sul tavolo.
L’intera macchina militare e diplomatica mobilitata contro il regime chavista converge ora in un punto di decisione: Trump trasformerà questa imponente dimostrazione di forza in un ordine di attacco, o opterà per una strategia differente?
Secondo fonti vicine ai colloqui riportate dalla stampa spagnola, il “menu” presentato a Trump comprende quattro scenari principali, che spaziano dall’azione militare diretta alla (difficile) diplomazia.
Ecco le opzioni in dettaglio:
- Opzione 1: Cattura o Eliminazione (La “via rapida”) Si tratta dello scenario più aggressivo e, naturalmente, più rischioso. Prevede un’azione diretta contro Nicolás Maduro. Nei documenti interni si parla di attacchi selettivi in territorio venezuelano e operazioni di cattura condotte da unità d’élite. Viene menzionato un piano per il dispiegamento discreto di un distaccamento della Delta Force, corpo specializzato in missioni di alta precisione in territorio hostile. L’opzione include la possibilità di “eliminazione fisica” del leader chavista o della sua cerchia ristretta. Una variazione potrebbe essere l’occupazione di aree facili da conservare e dove ci sia il sospetto di attività pericolose per gli USA, come l’Isla de Margarita, di cui abbiamo parlato oggi.
- La giustificazione legale? Maduro è incriminato per narcotraffico presso i tribunali federali statunitensi e Washington considera il Venezuela un “narco-stato”. Gli USA agirebbero in “autodifesa collettiva”.
- Opzione 2: Colpi di Precisione (Pressione militare mirata) Un gradino sotto l’invasione. Questa opzione prevede attacchi limitati e chirurgici all’interno del Venezuela. Non ci sarebbe un’azione con truppe a terra, ma incursioni puntuali contro infrastrutture militari, depositi di droga o installazioni statali considerate parte della catena del narcotraffico. L’obiettivo sarebbe quello di erodere la coesione interna del regime, provocare deserzioni e inviare un chiaro messaggio di vulnerabilità, senza però attraversare la linea rossa di una guerra aperta. In questo scenario rientrerebbero anche operazioni coperte della CIA e missioni specifiche delle forze speciali.
- Opzione 3: Continuare con l’Assedio (La “strategia delle motolance”) È la via della pressione estrema senza attacchi diretti sul territorio, essenzialmente la strategia utilizzata finora ma potenziata. Ciò significa continuare con l’affondamento di motoscafi sospettati di narcotraffico (dal 2 settembre, ci sono stati 21 attacchi con almeno 80 morti), pattugliamenti visibili di bombardieri, manovre militari con alleati regionali (per ora l’unico certo resta la Guyana) e un aumento delle ricompense giudiziarie. La Casa Bianca confida che un dispiegamento così massiccio (si parla di 15.000 militari e una portaerei operativa) possa innescare fratture interne al chavismo o una negoziazione da una posizione di debolezza.
- Opzione 4: La Negoziazione (L’esilio) L’opzione meno probabile, ma non esclusa. Si basa su un’idea semplice: facilitare l’esilio di Maduro e del suo entourage in un paese disposto ad accoglierli (in passato si era parlato di Turchia, Russia, Azerbaigian o Cuba) come via per evitare un conflitto maggiore. Fonti del Consiglio di Sicurezza Nazionale hanno confermato ad ABC che intermediari della dittatura hanno offerto negoziati. Tuttavia, Trump e il suo staff diplomatico si sono finora rifiutati di barattare una sostituzione con altri gerarchi del regime, come i fratelli Jorge e Delcy Rodríguez.
A differenza del suo primo mandato, Trump sembra aver compattato il suo gabinetto su questa linea di pressione, decidendo di non coinvolgere l’opposizione Democratica. L’analisi di fondo, secondo una fonte vicina alle deliberazioni, è che la Casa Bianca di Joe Biden abbia già tentato la via delle concessioni (come la liberazione di intermediari o la riattivazione delle licenze petrolifere), vedendo Maduro perpetuarsi al potere con un presunto fraude elettorale.
Trump, consapevole di questo, sembra determinato a intestare a sé e ai Repubblicani un’eventuale “vittoria” sulla dittatura venezuelana.
Domande e risposte
Come giustificherebbero legalmente gli Stati Uniti un’azione militare diretta in Venezuela? La principale leva legale per Washington è l’incriminazione di Nicolás Maduro e di alti funzionari del suo regime per narcotraffico presso i tribunali federali statunitensi. L’amministrazione USA definisce il Venezuela un “narco-stato” che collabora attivamente con i cartelli della droga. In questo contesto, un’azione militare potrebbe essere giustificata come atto di “autodifesa collettiva”, volta a proteggere gli interessi USA e quelli degli alleati regionali (come la Colombia) minacciati da attività criminali transnazionali.
Perché l’opzione diplomatica è considerata la “meno improbabile”? Sebbene esistano contatti con intermediari del regime, l’amministrazione Trump appare scettica. L’articolo suggerisce che la Casa Bianca ritenga fallimentare il precedente approccio dell’amministrazione Biden, che avrebbe offerto concessioni (come licenze petrolifere) senza ottenere in cambio un reale cambiamento democratico, ma solo un rafforzamento di Maduro. Trump non sembra disposto a negoziare una semplice sostituzione ai vertici del chavismo e preferisce la linea della massima pressione, volendo evitare di condividere politicamente un’eventuale soluzione con i Democratici.
Cosa significa la “strategia delle motolance” (Opzione 3)? È la strategia di pressione militare ed economica già in atto, ma intensificata. Non prevede un’invasione, ma un “assedio” navale e aereo. L’esempio citato è l’aumento degli attacchi contro imbarcazioni sospettate di traffico di droga nel Mar dei Caraibi (con 21 attacchi e 80 morti da settembre). Questo, unito a manovre militari visibili, pattugliamenti di bombardieri e un massiccio dispiegamento di 15.000 militari, ha lo scopo di intimidire, creare tensione interna al regime e logorare la struttura di potere chavista, sperando che crolli dall’interno o accetti di negoziare la resa.









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