Economia
Venezuela: forze armata in massima allerta per una provocazione contro la Exxon
L’esercito di Caracas è stato messo in massimo allarme per una supposta provocazione militare, un attacco false flag, contro le strutture della Exxon nella zona contesa dell’Essequibo

Le forze armate venezuelane sono state messe in stato di massima allerta durante il fine settimana, quando Caracas ha accusato attori stranieri di aver pianificato una provocazione con falso attacco militare contro le operazioni della ExxonMobil nella regione dell’Essequibo, ricca di petrolio, un’area amministrata dalla Guyana ma da tempo rivendicata dal Venezuela.
La zona marittima di 160.000 chilometri quadrati, che ospita alcune delle maggiori scoperte offshore della Exxon dal 2015, è diventata l’ultimo punto di infiammabilità di una disputa territoriale che dura da decenni. Il comando militare venezuelano ha giurato di rispondere con “azioni vigorose” a qualsiasi minaccia percepita, affermando la sua “volontà ferrea” di difendere la sovranità nazionale.
Il vicepresidente Delcy Rodríguez ha affermato sabato che si stava preparando una “operazione a bandiera falsa (false flag)” per incastrare il Venezuela per un assalto non provocato alle infrastrutture della Exxon. Ha anche accusato il senatore statunitense Marco Rubio e il fondatore di Blackwater Erik Prince di essere coinvolti nel presunto piano, anche se non sono state fornite prove a sostegno delle affermazioni.
Le tensioni si sono ulteriormente accese dopo che il Segretario di Stato Marco Rubio, durante una visita a Georgetown il 27 marzo, ha avvertito il Venezuela che qualsiasi aggressione nei confronti della Guyana avrebbe “comportato delle conseguenze”. Le sue osservazioni hanno fatto seguito alla protesta della Guyana per la recente incursione di una nave venezuelana nelle sue acque.
Al centro dello stallo c’è la regione dell’Essequibo, una disputa territoriale di epoca coloniale che si è fatta nuovamente urgente dopo la scoperta di ingenti riserve di petrolio da parte della ExxonMobil. Il Venezuela sostiene che l’Accordo di Ginevra del 1966 consente di risolvere bilateralmente la questione dei confini, mentre la Guyana fa riferimento alla sentenza arbitrale del 1899 che ha stabilito i suoi confini.
Nel 2023, Caracas ha tenuto un referendum sull’annessione dell’area e nel 2024 ha approvato formalmente una legge per designare l’Essequibo come 24° Stato del Venezuela, anche se questa operazione non è riconosciuta da nessun stato.
Con la ExxonMobil che sta facendo pressioni per assicurarsi più blocchi petroliferi offshore della Guyana e il Venezuela che sta intensificando la sua retorica, la disputa ha ora implicazioni geopolitiche più ampie, che sollevano allarmi sulla sicurezza energetica, sulla stabilità regionale e sul rischio per gli investitori stranieri.
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