Seguici su

Economia

USAID: l’Unione Africana benedice la riforma dell’Agenzia USA

Arikana Chihombori-Quao, , ex ambasciatrice dell?unione Fricana negli USA e figura politica nota nel continente, difende lo smantellamento di USAID anche dal punto di vista degli africani, che hanno bisogno di uno sviluppo equilibrato, basato sullo sfruttamento delle prorpie risorse, e non di ingerenze politiche

Pubblicato

il

La decisione dell’amministrazione Trump di sospendere ingenti finanziamenti e programmi dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID)  in Africa e in altre parti del mondo, per rivederla e ristrutturara profondamente, ha suscitato un acceso dibattito.

Mentre molti temono le tragiche conseguenze di questa riduzione degli aiuti umanitari, alcuni vedono in questa mossa un’opportunità per il continente africano di liberarsi da dinamiche di potere e sfruttamento consolidate. 

Tra le voci che accolgono con favore questa svolta c’è quella dell’Ambasciatrice  Arikana Chihombori-Quao, una figura di spicco nel panorama politico africano, avendo ricoperto il ruolo di ex rappresentante permanente dell’Unione Africana presso gli Stati Uniti.

Medico di formazione, la sua profonda conoscenza delle dinamiche internazionali e delle sfide che affliggono il continente africano le conferisce un’autorevolezza particolare nel dibattito. In un’intervista rilasciata al programma “The Bottom Line“, l’Ambasciatrice ha espresso un punto di vista radicale, sostenendo che USAID non sia stata un vero alleato per l’Africa, ma piuttosto un “lupo travestito da pecora”. ecco l’intervista completa:

Secondo l’Ambasciatrice Chihombori-Quao, l’apparente missione umanitaria di USAID nascondeva un’agenda più oscura. “Il loro unico scopo era agire come se stessero venendo a salvare l’Africa, a colmare le lacune nei servizi governativi, nell’istruzione, nell’assistenza sanitaria, nei servizi umanitari”, ha affermato. Tuttavia, dietro questa facciata di aiuto e sostegno, si celava, a suo dire, un’attività di destabilizzazione politica e sfruttamento delle risorse.

L’Ambasciatrice non esita a definire le operazioni di USAID come “operazioni segrete clandestine“, volte a “destabilizzare costantemente i governi”. Questa accusa, sebbene grave, trova eco in alcune narrazioni che da tempo denunciano l’ingerenza di potenze straniere negli affari interni dei paesi africani, spesso mascherata da programmi di aiuto e cooperazione.

Arikana Chihombori-Quao,Arikana Chihombori-Quao,

Un altro punto cruciale sollevato dall’intervistata riguarda l’effettivo impatto positivo di USAID sul continente. “Mostratemi un paese in cui USAID è stata presente e l’istruzione è migliorata. Mostratemi un paese in cui USAID è stata presente e l’assistenza sanitaria è migliorata“, sfida l’Ambasciatrice, sottolineando come i miliardi di dollari investiti dall’agenzia americana non si siano tradotti in un progresso significativo per la popolazione africana. Anzi, secondo la sua analisi, l’aiuto di USAID avrebbe creato una sorta di dipendenza, ostacolando l’empowerment e la crescita economica africana.

L’Ambasciatrice Chihombori-Quao non è la sola a nutrire scetticismo nei confronti dell’operato di USAID. Durante l’intervista, fa riferimento a un funzionario governativo ungherese che avrebbe espresso la sua soddisfazione per l’uscita di USAID dall’Ungheria, accusandola di sostenere costantemente l’opposizione e di fomentare il disordine politico.

La drastica riduzione dei finanziamenti e la chiusura dei programmi di USAID in Africa, se da un lato destano preoccupazione per le immediate conseguenze umanitarie, dall’altro vengono interpretate dall’Ambasciatrice come un’opportunità per i leader africani di assumere finalmente il controllo del proprio destino. “Questo è un campanello d’allarme per i leader africani”, dichiara, esortandoli a mettere al primo posto gli interessi del proprio continente, proprio come il Presidente Trump ha fatto con la sua politica “America First”.

Secondo la sua visione, l’Africa non ha bisogno dell’elemosina internazionale, ma piuttosto di un sistema economico globale più equo che ponga fine allo sfruttamento delle sue ingenti risorse naturali. Cita l’esempio del Niger, dove la decisione del governo di riprendere il controllo dell’estrazione dell’uranio ha portato a un aumento esponenziale dei profitti, dimostrando come la vera ricchezza del continente risieda nelle sue materie prime, troppo spesso svendute a prezzi irrisori a compagnie straniere.

L’Ambasciatrice Chihombori-Quao riconosce che alcuni individui all’interno di USAID potrebbero agire in buona fede, credendo di fare del bene. Tuttavia, sottolinea come l’agenda complessiva dell’organizzazione sia guidata da interessi politici ed economici che non coincidono con quelli dell’Africa. La sua analisi suggerisce che la fine di USAID potrebbe paradossalmente spingere i governi africani a investire maggiormente nei propri sistemi sanitari ed educativi, colmando quelle lacune che in precedenza venivano “tampinate” dall’aiuto esterno, spesso con risultati insoddisfacenti.

USAID, come si era evoluto negli ultimi 25  anni, non era più uno strumento di soft power a stelle e strisce sotto forma di aiuti di base a popolazioni povere e in aiuto dopo disastri naturali, non come uno strumento di ingerenza culturale e politica. In questo senso va la cancellazione dei programmi “Culturali”, che alla fine erano un modo per foraggiare consulenti che risiedevanoa  Washington, non nei paesi che avrebbero dovuto ricevere l’assistenza. Mandare pacchi di cibo  invece che predicatori renderà li USA molto più benvenuti in Africa, ma anche altrove.

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento