Attualità
USA: l’estate degli scioperi interesserà 650 mila lavoratori
Le tensioni tra dipendenti e datori di lavoro si stanno surriscaldando quest’estate. Bloomberg riferisce che 650.000 lavoratori minacciano di abbandonare il lavoro e picchettare per assicurarsi migliori salari, coperture sociali e altri benefici durante la peggiore tempesta inflazionistica di una generazione. Nessuno, neanche negli USA capitalistici, vuole diventare più povero.
Due anni di crescita negativa dei salari reali hanno schiacciato i lavoratori poveri mentre prosciugavano i loro risparmi e esaurivano le carte di credito per sbarcare il lunario, e questo ora causerà una sorta di ritorno alla conflittualità degli anni ’70.
I lavoratori sindacalizzati hanno approfittato delle prossime scadenze dei contratti con le aziende per contrattare salari e benefici migliori. Molti sindacati affermano che le aziende possono aumentare i salari perché i profitti sono fuori scala.
Quest’estate potrebbe passare alla storia come “l’estate degli scioperi” perché 650.000 lavoratori americani stanno minacciando di lasciare il lavoro a breve (alcuni hanno già preso parte ai picchetti):
Hollywood viene scossa dagli scioperi congiunti di sceneggiatori e attori, cosa che non si vedeva da sessant’anni che bloccherà buona parte delle produzioni TV.
I sindacati per United Parcel Service Inc. e le tre grandi case automobilistiche di Detroit sono pronti a unirsi a loro nelle prossime settimane se le trattative contrattuali dovessero fallire. Sarebbe uno dei maggiori scioperi degli ultimi decenni.
Un analista della Bank of America ha avvertito che uno sciopero della United Auto Workers ha una probabilità del 90% che si verifichi mentre i contratti sindacali con le case automobilistiche Ford, General Motors e Stellantis scadono a settembre. Alcuni esperti di logistica ritengono che Teamsters raggiungerà un accordo con UPS, ma tale scadenza (31 luglio) si sta avvicinando rapidamente e per ora l’accordo non c’è. Anche la società di trasporti Yellow verrà scossa da scioperi, dopo che una corte del Kansas ha respinto il tentativo della società di limitarli.
Lo storico del lavoro Nelson Lichtenstein, che guida l’Università della California, il Centro per lo studio del lavoro, del lavoro e della democrazia di Santa Barbara, ha affermato che quest’estate potrebbe “essere la più grande escalation di scioperi anni ’70”.
La conflittualità verrà esaltata dal combinarsi di ondata inflazionistica e quindi dal suo calo molto secco avvenuto nell’ultimo trimestre, indice un calo dell’attività economica. Questo porterà la parte datoriale a una maggiore rigidità nelle concessioni, a fronte di un rallentamento ecconomico più evidente. L’estate degli scioperi americani rischia di diventare molto calda.
In Italia difficilmente vedremo una stagione simile, in quanto i sindacati sono più politicizzati e interessati a combattere per la bandiera più che per il salario.
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