Economia
Accordo Cina-USA sulle tariffe: quali sono i veri dazi adesso?
Analisi dell’accordo USA-Cina: quali sono le nuove tariffe ridotte, come si sommano ai dazi precedenti e l’impatto sugli esportatori con le opinioni degli esperti.

Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo per abbassare i tassi tariffari in seguito a colloqui bilaterali tenutisi in Svizzera. Le misure, valide per i prossimi 90 giorni, riducono significativamente i dazi a tripla cifra imposti da aprile. Ora facciamo un po’ di chiarezza su quali dazi saranno imposti per questo periodo di transizione
Le modifiche principali prevedono che le merci cinesi spedite negli Stati Uniti saranno soggette a tariffe di almeno il 30%, mentre le esportazioni americane verso la Cina riceveranno dazi minimi del 10%. Queste aliquote rappresentano un calo molto sostanziale rispetto ai precedenti tassi del 145% e 125% rispettivamente, introdotti il 2 aprile.
È fondamentale notare che queste nuove aliquote non sostituiscono interamente i dazi preesistenti derivanti dalla prima fase della guerra commerciale durante il primo mandato presidenziale di Donald Trump, né tengono conto di altri dazi specifici su determinate categorie di prodotti.
Per comprendere il quadro tariffario effettivo, è necessario considerare la sovrapposizione dei diversi livelli.
Qual è il Tasso Tariffario Effettivo Attuale?
Sebbene i livelli tariffari specifici per gli esportatori cinesi varino a seconda del prodotto, il tasso di base effettivo si aggira intorno al 50%, secondo stime di istituzioni finanziarie e commenti del Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent.
Come spiegato da Bessent in un’intervista, questa aliquota del 50% deriva dalla somma dei circa 20% di tariffe imposte durante il primo mandato di Trump e del 30% di nuovi dazi che restano in vigore dopo l’accordo recente. Questo dato è coerente con la stima del 49,3% calcolata da Huatai Securities, che aveva stimato un tasso effettivo del 19,3% alla fine dello scorso anno prima dell’introduzione dei dazi di aprile.
Settori specifici, come l’acciaio e l’alluminio, che già prevedono un’ulteriore tariffa del 25%, vedrebbero aliquote effettive superiori a questo valore di base del 50%. Comunque resta la fine del regime De Minimis, che mette fuorigioco gli esportatori al dettaglio diretti cinesi come Temu e Shein.

Stati Uniti, porto di Long Beach, Los Angeles, dove arrivano gran parte delle merci cinesi per gli USA
Cosa Significa per gli Esportatori Cinesi?
L’impatto sui produttori ed esportatori cinesi è oggetto di analisi da parte degli esperti.
Nick Marro, economista principale per l’Asia presso l’Economist Intelligence Unit, sottolinea che “c’è ancora molto altro da fare, perché le aziende cinesi operano con margini sempre più ridotti negli ultimi due anni”. Tuttavia, Marro aggiunge che la riduzione tariffaria sarà comunque incoraggiante per i produttori e le aziende con attività in Cina.
Secondo Marro, un tasso tariffario del 20% sarebbe stato difficile da gestire, e un tasso intorno al 40-50% è ancora “proibitivo” per molte aziende. Questo scenario implica che “vedremo continuare attività legate al transhipment, alla falsa etichettatura o alla sottovalutazione delle merci di origine cinese, e alle aziende cinesi che evadono ordini statunitensi tramite le loro fabbriche nel Sud-est asiatico o in altri mercati al di fuori della Cina”, cioè vedremo ancora tutte quelle pratica di quasi contrabbando che abbiamo visto in atto nell’ultimo mese.
Stephen Olson, visiting senior fellow presso l’ISEAS – Yusof Ishak Institute di Singapore ed ex negoziatore commerciale statunitense, definisce un’aliquota tariffaria del 30% “molto elevata”, ma “non necessariamente impenetrabile”, a differenza delle aliquote precedenti che minacciavano di bloccare completamente il commercio bilaterale.
Olson osserva che “almeno alcune industrie potrebbero essere in grado di assorbire il 30% ed essere comunque in grado di esportare negli Stati Uniti”. Tuttavia, avverte che “per quei settori che affrontano il 30% più le tariffe precedenti del 25%, potrebbe essere insormontabile”.
L’accordo attuale rappresenta un allentamento della tensione, ma il quadro tariffario rimane complesso e oneroso per molte imprese. Le prossime mosse negoziali saranno cruciali per definire la futura direzione delle relazioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali.
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