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URGE RESET DELLA UE ALTRIMENTI DITTATURA IRREVERSIBILE

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La più grande “furbizia” dei c.d. “europeisti” è stata senza ombra di dubbio quella di essere riusciti nell’immaginario collettivo ad associare il concetto di Europa a quello dell’Unione Europea. L’Unione Europea invece è solamente un accordo fra Stati europei in virtù di un Trattato internazionale firmato a Maastricht il 7 febbraio 1992, in “evoluzione” a quello di Roma del 25 marzo 1957, che ha trasformato (sarebbe meglio dire ha tentato di trasformare!) la Comunità Economica Europea (CEE) in Unione Europea per realizzare un Mercato Unico condizio, necessaria ma non sufficiente, per la circolazione di una moneta comune.

Pertanto è evidente che un concetto esprime l’Europa e un’altro la UE, come altresì una cosa è l’Unione Europea e un’altra l’euro stesso, visto che lo stesso TFUE (Lisbona) ne identifica la convivenza (artt.139 e 140) in Stati “con deroga” da quelli “senza deroga”, cioè di coloro i quali possono continuare ad avvalersi della propria moneta da quelli che hanno adottato l’euro.

Insomma una abile confusione per carpire la buona fede dei cittadini europei, e catturare “d’ufficio” il consenso nei confronti dell’Unione Europea pena l’appellativo dispregiativo di “antieuropeisti”. La Storia ci dirà poi alla fine chi saranno stati veramente gli “antieuropeisti”, perchè coloro i quali oggi si agitano ancora con in mano le bandiere blu con le stelle dorate e disponibili a morire per Maastricht, saranno senza ombra di dubbio i primi a condannare l’Europa nel peggiore dei modi, mentre chi critica anche fortemente questa UE, passando per populista antieuropeista, non vuole altro che salvare il salvabile di questa Europa.

L’Unione Europea alla fine dei conti è stato un progetto pianificato sapientemente a tavolino per estraniare la politica dei rispettivi Stati, intesa come la naturale azione di rappresentanza democratica dei cittadini, per sostituirla con il “tecnicismo” delle Istituzioni comunitarie al fine del rispetto delle regole dei Trattati. Ma dietro a questa “sostituzione” vi è stata solo la necessità di trasferire il potere ai gruppi dominanti che avrebbero avuto vita difficile e contrasto ai loro interessi dall’intermediazione politica.

Insomma la “sana” politica, quella che consente di porre in atto costantemente quei correttivi e quelle interpretazioni affinché sia sempre garantita una equità nelle scelte tenendo conto delle esigenze dei cittadini e dell’economia reale, è stata completamente scalzata da meccanismi automatici non correggibili e non adattivi. Questo ha portato inevitabilmente ad asimmetrie che hanno determinato la creazione di aree sempre più ricche a discapito di altre sempre più povere in un turbine che rischia ogni giorno di diventare irreversibile. Per poter perseguire questo obiettivo l’unico modo possibile per la UE  è stato quello di sospendere (presto sarà in modo irreversibile) ogni strumento di cui si avvale la democrazia con la tecnocrazia, utilizzando l’euro come mezzo e metodo di governo.

La totale mancanza della politica nella conduzione della governance dell’Unione Europea ha paradossalmente dato spazio, ad esempio, alla BCE di assumersela lei in prima persona per mezzo dei tecnicismi al limite del suo Statuto e regolamento. Le ormai famose operazioni di stimoli monetari intraprese da Draghi, non sono altro che il surrogato di quanto la politica non sia riuscita a fare nei piani alti di Bruxelles, ormai ostaggio totale dei burocrati in mezze maniche che, con il bilancino del farmacista, controllano il rispetto di ogni sillaba degli articoli dei Trattati, dei regolamenti e dei meccanismi tecnici affichè sia garantita la sostenibilità insostenibile di tutta la costruzione comunitaria. Ormai la UE si avvale di un apparato che potremo definire “blindato” dove ogni addetto, dal Presidente della Commissione al semplice impiegato, ricoprono una funzione ben specifica e pianificata, una sorta di “super governo” sovranazionale che di fatto governa su tutti utilizzando i tecnicismi per neutralizzare l’azione politica dei rispettivi governi nazionali che dovrebbero invece agire secondo quanto previsto dalle più elementari regole poste a fondamento della democrazia. Lo stesso Parlamento europeo è una istituzione che non ha poteri e funzioni se non quello di far credere alle centinaia e centinaia di milioni di cittadini europei di essere rappresentati!

A questi burocrati poco importa se gli effetti dell’austerity, che ostinatamente la Commissione continua a imporre, provoca disastri sociali e l’eutanasia di molte piccole e medie imprese, l’importante è che il “mercato finanziario” continui ad essere rassicurato dalla cieca volontà di rispettare gli impegni sottoscritti in anacronistici accordi. Per non parlare poi di tutto il supporto che il “carrozzone” politico europeo si avvale: media, televisioni, giornalisti, opinionisti, tuttologhi, giuristi, economisti, traditori, lobbisti, faccendieri saltinbanco, svenditori, ruffiani, politici nazionali e più chi ne ha più ne metta, tutti all’unisono come cagnolini ammestrati, ma ben prezzolati, nel sostenere i benefici irrinunciabili del “sogno” europeo, che sogno sarà anche, ma non certo per i cittadini!

Ma quanto potrà durare? Fino a quando i cittadini saranno disponibili ad accettare silenti e proni che l’Unione Europea e i suoi meccanismi, distanti ormai anni luce dalla realtà, continuino a perseguire, come in una torre d’avorio, gli interessi di pochi?

E’ necessario un reset generale di tutta l’architettura che ha consentito che si instaurasse un potere “superiore”, non previsto e ne tanto meno voluto sotto il falso cappello dell’Europa, estraniando l’unico strumento a disposizione di raccordo con la volontà popolare: la politica. Chi sostiene di fronte all’evidenza che bisogna “modificare” qualcosa della UE, non si rende conto che per come è stata costruita, condotta ed evoluta, non è possibile. Sarebbe come in un castello di carte torglierne qualcuna per poterne mettere altre o sostituire in un sofisticato orologio qualche ingranaggio a piacere. Tutto è previsto, pianificato e finalizzato per realizzare un preciso disegno: consegnare il potere a chi non deve poi rispondere del proprio operato al giudizio del suffragio universale perché solo in questo modo si riescono a soddisfare le esigenze dei soliti noti. Il tutto condito dalla convinzione/presunzione che solo “loro” siano i depositari di ciò che è “necessario fare” sulla falsa riga della celebre frase del Marchese del Grillo: “io sò io e voi non siete un c…”.

Invece S iamo in piena dittatura economica dove i caduti non sono i soldati in divisa ma i padri, madri di famiglia e giovani che non trovano lavoro, le aziende che chiudono, i precari, i disperati che si suicidano perché abbandonati senza speranza del domani. Sempre più senza tutele e disponibili a salari più leggeri per garantire la competitività in nome del nuovo ordine economico a supporto della moneta unica.

Se siamo animati dal desiderio di conservare ciò che abbiamo con sacrificio costruito noi e i nostri Padri e di garantire un futuro dignitoso ai nostri figli cerchiamo invece di rimpossessarci dei mezzi per riprendere il pieno controllo del nostro destino sottraendolo a burocrati  che perseguono ciò che gli è stato ordinato di fare.

Una nuova Norimberga farà poi il resto!

A.M. Rinaldi


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