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Una proposta per l’Emilia-Romagna

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Il 2 giugno festeggiamo la Repubblica e ci ricordiamo dell’importanza della nostra Costituzione, che all’articolo 1 assegna al popolo la sovranità e all’articolo 117 punto “e” assegna allo Stato la competenza esclusiva sulla moneta. Ma all’articolo 3 della Costituzione chiarisce che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che … impediscono il pieno sviluppo della persona umana …”.

Alla luce dell’attuale situazione di emergenza alluvionale in Emilia-Romagna, abbiamo elaborato una proposta concreta e realizzabile perfettamente in linea con la Costituzione, per reperire subito le risorse necessarie per gli interventi necessari per far tornare gli abitanti di questa regione alla vita normale ed il territorio in condizioni di maggiore sicurezza.

Di seguito il testo integrale della proposta che è stata inviata a tutti i sindaci dei comuni interessati, al Presidente della Regione Emilia-Romagna, alle massime cariche istituzionali nazionali, al Governo, al Ministro dell’Economia, oltre a tutti i Parlamentari di Camera e Senato.

Chi vuole sostenere questa proposta e magari inviarla a politici, amministratori locali, associazioni di categoria, giornalisti, ecc… che si conoscono, questo è il link per scaricare il documento da allegare: https://drive.google.com/file/d/12hSWNkGUfq0Sxo3mDyJiUMbA2tjrWRlv/view?usp=sharing

“L’alluvione in Romagna ripropone per l’ennesima volta il tema di come lo Stato possa e debba intervenire per aiutare una popolazione danneggiata da simili eventi. Tutti hanno ormai capito che il denaro oggi si crea ed in grandi quantità per salvare banche o mercati finanziari, ma allora lo si potrebbe creare anche per affrontare le emergenze dell’economia reale che interessano popolazione e imprese.

Vogliamo qui avanzare una proposta concreta e realizzabile per reperire subito le risorse necessarie per affrontare questa situazione, con l’obiettivo di far tornare alla vita normale gli abitanti di quel territorio e in condizioni di maggiore sicurezza rispetto ad oggi. Servono risorse finanziarie per:

– risarcire le vittime, sia famiglie che aziende, per i costi che dovranno sostenere per ripristinare ciò che è stato danneggiato o distrutto;

– effettuare una manutenzione ordinaria del sistema di canali e fiumi, al fine di verificarne ed aumentarne efficienza e sicurezza;

– individuare quelle opere straordinarie per migliorare la portata dei fiumi, la tenuta degli argini e le eventuali opere di sfogo della portata in eccesso che non riesca ad essere smaltita durante un sempre possibile evento metereologico.

Le esperienze passate ci hanno dimostrato che l’individuazione ed il reperimento delle risorse da parte dello Stato è sempre stato carente, lento e non risolutivo, tanto che assistiamo ancora oggi ad interi paesi terremotati non ancora ricostruiti, territori alluvionati o franati non ancora messi in sicurezza, con il rischio concreto del ripetersi di questi eventi disastrosi.

Dove può lo Stato reperire le risorse necessarie?

Sicuramente sono da escludere soluzioni che tolgano soldi altrimenti destinati ad altri settori per dirottarli in questa emergenza, perché rischiamo di tappare un buco, aprendone un altro. Ma neanche seguitare a prendere soldi in prestito dai mercati finanziari o dall’Unione Europea, perché comunque dovranno essere restituiti in futuro e con gli interessi.

Questo è il tipico caso nel quale il denaro necessario può essere creato appositamente per risolvere il problema senza generare nuovo debito, in modo da garantire il ripristino delle condizioni di produttività economica di questo territorio, che altrimenti genererà comunque un buco nel bilancio dello Stato, a causa dell’inevitabile mancato gettito futuro.

Come può lo Stato creare le risorse necessarie?

Considerato che questo è un territorio altamente produttivo e capace di generare un gettito fiscale per lo Stato, è la situazione ideale per utilizzare il credito d’imposta, cioè uno strumento che anticipa ad oggi, una riduzione del pagamento di tasse future. Visto che ripristinare la riconosciuta capacità produttiva di questa Regione, permetterà di seguitare a ricevere entrate fiscali altrimenti compromesse, lo Stato può oggi anticipare un credito d’imposta che abbia le caratteristiche per consentire il pagamento dei lavori necessari.

I crediti d’imposta sono definiti dal Regolamento n.549/2013 (SEC 2013) “pagabili”, quando lo Stato si impegna a rimborsarli anche in assenza di debito fiscale, oppure “non pagabili” o “perdibili” quando possono solo essere compensati con un debito fiscale. La nuova versione del Manuale del Deficit e del Debito Pubblico MGDD 2022, curata da Eurostat, ha esteso la definizione “pagabile” anche ai nuovi crediti d’imposta non rimborsabili, se sono cedibili, riportabili agli anni successivi e/o utilizzabili per compensare qualsiasi debito verso lo Stato, perché si riduce la probabilità che siano “perdibili”.

Quindi se lo Stato emette un credito d’imposta cedibile verso tutti infinite volte, riportabile negli anni successivi senza mai scadere ed utilizzabile per compensare qualsiasi debito verso lo Stato, dovrà essere considerato “pagabile” e secondo il SEC 2013 dovrà avere il seguente trattamento contabile nella redazione del bilancio dello Stato:

  • deve essere considerato una spesa quando viene emesso, aumentando il deficit, ma non dovendo mai essere “pagata”, non genera alcuna uscita di cassa;
  • non rientra nel calcolo del debito pubblico, che per l’Italia è il problema maggiore, perché non genera mai alcuna obbligazione finanziaria presente o futura, ma solo una riduzione del gettito fiscale futuro, compensato da maggiori entrate fiscali nei primi anni.

Una proposta per l’Emilia-Romagna

In pratica lo Stato fornisce ai cittadini di questa Regione, uno strumento di pagamento accettato da tutti e cambiabile in euro sia da banche ed istituzioni finanziarie, che da imprese con capienza fiscale adeguata. Uno strumento di pagamento che per lo Stato non implica alcuna uscita di cassa ed alcun aumento del debito pubblico, ma solo una anticipazione del mancato gettito futuro che ci sarà comunque se non si interviene. Si tratta quindi una misura conveniente per lo Stato e sicuramente risolutiva e veloce per la popolazione e per le imprese interessate.

Tra l’altro il Governo, nella conversione in legge del Decreto Legge n.11 del 2023 che non consente più la cessione dei crediti d’imposta per gli interventi futuri, ha approvato il comma 3-quater dell’articolo 2, introducendo una deroga per gli immobili “danneggiati dagli eventi sismici” e “danneggiati dagli eventi meteorologici verificatisi a partire dal 15 settembre 2022 … situati nei territori della regione Marche”.

La nostra proposta è che il Governo approvi subito un nuovo Decreto Legge per allargare la deroga anche agli interventi nelle zone alluvionate della Romagna, magari migliorando il credito d’imposta con tutte le caratteristiche previste dalla nuova versione del MGDD modificato da Eurostat: cedibile verso tutti infinite volte, riportabile negli anni successivi senza mai scadere ed utilizzabile per compensare qualsiasi debito verso lo Stato, magari in una unica rata dopo 2 o 3 anni, perché è un tempo sufficiente a generare l’aumento di gettito fiscale per i lavori eseguiti.

Questa nostra proposta è rivolta al Governo, ma sarà inoltrata anche ai Sindaci di tutti i Comuni colpiti dall’alluvione.”

Elenco dei firmatari: Antonino Galloni, Carlo Freccero, Fabio Conditi, Prof. Filomena Maggino, Francesco Carraro, Galileo Ferraresi, Giovanni Lazzaretti, Guido Grossi, Ilaria Bifarini, Marco Cattaneo, Prof. Paolo Becchi, Paolo Tintori, Prof. Roberto Caria, Stefano Di Francesco.


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